martedì, 5 Novembre 2024
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Le associazioni dei consumatori contro le chiamate commerciali moleste e i fenomeni di vishing

Entra definitivamente in vigore il “Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling” varato dal Garante per la protezione dei dati personali in collaborazione con associazioni di committenti, call center, teleseller, list provider e associazioni di consumatori. Lo ricorda Francesco Tanasi, giurista e Segretario Nazionale Codacons,  da anni impegnato nella lotta al telemarketing selvaggio.

Il Codice, approvato con provvedimento del 7 marzo scorso e pubblicato in G.U. il 27 marzo 2024, riconosceva infatti 6 mesi di tempo ai soggetti aderenti per adeguarsi alle nuove disposizioni che interessano tutti gli aspetti della filiera del telemarketing e teleselling.

“Le società che aderiscono al Codice – ricorda il giurista Tanasi- si impegnano ad adottare misure specifiche per garantire la correttezza e la legittimità dei trattamenti di dati svolti lungo tutta la “filiera” del telemarketing: dovranno raccogliere consensi specifici per le singole finalità e informare in maniera precisa le persone contattate sull’uso dei loro dati, assicurando il pieno esercizio dei diritti previsti dalla normativa (opposizione al trattamento, rettifica o aggiornamento dei dati), ed effettuare una valutazione di impatto nel caso svolgano trattamenti automatizzati. Per contrastare il fenomeno del “sottobosco” dei call-center abusivi il Codice di condotta stabilisce inoltre l’applicazione di sanzioni e penali”.

Tra gli obblighi a carico del committente il Codice prevede procedure di “prequalifica”, al fine di verificare l’adeguatezza delle garanzie offerte dal fornitore e la conformità agli standard indicati dal codice stesso, controllo esteso all’intera durata del trattamento dei dati personali attraverso un monitoraggio continuo sull’adeguatezza del fornitore, mediante la conduzione di audit e controlli a campione sui contratti stipulati, per garantire che siano correttamente implementate le istruzioni impartite.

I fornitori che offrono servizi di call center o di teleselling, dal canto loro, dovranno utilizzare esclusivamente numerazioni richiamabili o identificabili e non accettare incarichi da committenti che non prevedano un obbligo espresso in tal senso. Non potranno contattare il medesimo interessato (laddove per contatto si intende la chiamata con risposta) prima delle 9.00 e dopo le 20.00 dal lunedì al venerdì; prima delle 10.00 e dopo le 19.00 il sabato o i giorni prefestivi; la domenica o i giorni festivi. Dovranno inoltre essere in grado di fornire agli interessati, nel corso della telefonata e senza eccezioni, le previste informazioni sul trattamento dei dati personali e sulle modalità di esercizio dei diritti, delineando con chiarezza i ruoli (titolare/responsabile) e le rispettive incombenze.

“Ma l’aspetto più interessante – sottolinea Tanasi – è che il contratto con l’affidatario del servizio deve espressamente prevedere “un meccanismo sanzionatorio, sotto forma di penale e mancata corresponsione o annullamento della provvigione, per ogni contratto predisposto in assenza di un contatto legittimo. Le penali imposte dovranno essere parametrate rispetto all’entità delle provvigioni ed alla percentuale di contratti sottoposti a controllo in modo da essere dissuasive, ad esempio pari al triplo della provvigione prevista e non corrisposta o richiesta in ripetizione per ciascun contratto. Resta ferma la possibilità del committente di risolvere il contratto, nonché di prevedere altre tipologie di penali, ad esempio, importi percentuali rispetto alle commissioni previste”.

“Il telemarketing selvaggio continua ad essere una piaga in Italia – rilancia il responsabile privacy del Codacons, Gianluca Di Ascenzo – Con questo Codice di Condotta sarà possibile almeno in parte arginare il fenomeno, prevedendo precise responsabilità in capo a società di luce, gas, telefonia, ecc, che si affidano ai call center illegali, e sanzioni per gli operatori che non rispetteranno la privacy degli utenti”.

“Molti correntisti, titolari di carte di debito e credito, ci hanno segnalato di aver ricevuto nelle ultime settimane, diversi messaggi che risultano inviati da presunte banche su ipotetici bonifici o altro tipo di operazioni, e con i quali viene chiesta contestualmente la conferma o il blocco attraverso numeri telefonici. Invitiamo chiunque abbia ricevuto questo genere di comunicazione per sms o mail a contattare il proprio istituto di credito e di non digitare mai il numero indicato”. Cosi Adiconsum Palermo Trapani lancia l’allarme sulla diffusione del cosiddetto fenomeno del voice phishing, noto anche come vishing, un tentativo di frode in cui il truffatore contatta per telefono o tramite messaggio vocale il malcapitato al fine di carpire i dati personali della vittima come credenziali di accesso a conti correnti on-line a carte di credito e/o di debiti. 

“E’ un fenomeno ormai conosciuto da un paio di anni, è necessario tenere alta l’attenzione per evitare il rischio di non vedersi riconosciuta la restituzione delle somme sottratte. Ed è un fenomeno che si trasforma nel tempo, abbiamo appreso infatti di altri espedienti da parte dei truffatori come quello di fingersi agenti della polizia postale che chiedono l’esecuzione di bonifici, che a prima vista appaiono indirizzati su conti intestati al malcapitato, cosiddetti conti ‘tecnici’ creati ad hoc per trasferire, a dire dei truffatori, tutta la disponibilità di conto corrente su un conto ‘sicuro’ privo di attacchi fraudolenti. Ma così non è!”, spiega Antonio Rocco responsabile Adiconsum Palermo Trapani.

“Per essere sempre più convincenti poi, spesso, unitamente alla chiamata si assiste all’invio contemporaneo sul numero di cellulare della vittima di ‘sms alert’, apparentemente provenienti dalla banca presso cui insistono i rapporti di credito, con cui si inoltrano codici OTP oppure si indica il nome dell’operatore con cui si sta parlando o si fa riferimento ai dati delle operazioni sospette”. 

Da qui i consigli per prevenire la truffa da parte dei legali di cui si avvale Adiconsum:

non inserire il proprio numero di telefono nei moduli online (ad esempio, quando acquisti online), se non nei casi strettamente necessari; diffidare dalle richieste telefoniche presuntivamente provenienti dalla propria banca, di dati personali o altri dati sensibili. Gli istituti di credito infatti non contattano telefonicamente il cliente per richiedere l’esecuzione di qualsivoglia operazione, né richiedono la divulgazione di codici personali; non confermare mai dettagli sensibili; non richiamare mai un numero lasciato in segreteria; assicurarsi che la sicurezza email/web sia aggiornata e includa funzionalità anti-phishing.

“Qualora purtroppo si ritiene di essere già vittime di una di queste truffe, Adiconsum, sia nella sede territoriale di Palermo che a Trapani, è a disposizione per assistervi nell’attività tesa a recuperare quanto perduto“, aggiunge Rocco.

“Dato l’aumento cosi preoccupante dell’invio di questi messaggi, riteniamo che sia fondamentale – commenta Federica Badami segretaria territoriale Cisl Palermo Trapani –,  per chi, malauguratamente dovesse cadere nella rete dei truffatori, sapere di poter contare su Adiconsum e sui suoi esperti. In periodi di crisi come quello che stiamo vivendo, infatti, è sempre più necessario sapersi tutelare da questi tentativi che minacciano i risparmi delle famiglie, dei pensionati, di tanti lavoratori”.   

Per contattare l’Associazione consumatori che fa parte del mondo Cisl, è possibile scrivere una mail all’indirizzo: palermotrapani@adiconsum.it. La sede di Palermo si trova in via Sacra Famiglia 18 ( tel. 091.307761 – 388.8822243), a Trapani in piazza Ciaccio Montalto n. 28 (tel.3891331582).

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