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L’artista Venia Dimitrakopoulou dona l’opera ‘Lancia d’oro’ al museo Salinas

L'occasione è la mostra “Venia Dimitrakopoulou. Futuro primordiale – materia”, a cura di Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini. Fino al 3 febbraio 2019

La scultrice greca Venia Dimitrakopoulou dona al Museo archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo Lancia d’oro, una delle opere principali della personale “Venia Dimitrakopoulou. Futuro Primordiale – Materia” che si è inaugurata proprio oggi.

Al Museo Salinas di Palermo il composito universo creativo dell’artista è in mostra fino al 3 febbraio 2019 ed è rappresentato da una considerevole selezione di opere, sculture, carte e installazioni, alcune esposte per la prima volta in Italia.
La mostra-installazione, curata da Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini, tra cui spiccano inedite realizzazioni site-specific, «entra in profonda sintonia con i reperti archeologici esposti nelle sale museali, in un’ambientazione rispettosa che stimola una riflessione sul rapporto tra l’antico e l’opera contemporanea che sarà l’archeologia di domani», spiega Pacini.

L’esposizione gode dei patrocini del Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, dell’Ambasciata di Grecia a Roma, del Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene (EMST), dell’Assessorato Regionale e del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – Regione Siciliana, del Comune di Palermo ed è inserita nelle manifestazioni del progetto Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.

La mostra palermitana è la prima tappa della “Trilogia Italia” dell’artista organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura – Italia in collaborazione con l’Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “Bruno Lavagnini” e con Artespressione di Milano, galleria di riferimento dell’artista in Italia per questa rassegna che tocca anche Torino e Trieste.

Dichiara l’artista Venia Dimitrakopoulou: «Sono molto felice di collaborare con questa prestigiosa istituzione museale italiana, che custodisce le testimonianze più importanti dell’arte classica dei greci in occidente. Le opere che ho deciso di esporre qui si sono armonizzate in modo naturale con la collezione permanente, tanto che la mia gratitudine nei confronti del Museo ha trovato espressione nella donazione al Salinas della mia opera in bronzo Lancia d’oro, che ho realizzato quest’anno appositamente per questa mostra».

Ringrazia il direttore del Museo Salinas, Francesca Spatafora: «Accogliamo con grande piacere la donazione e la mostra di Venia Dimitrakopoulou che, attraverso le sue opere e l’uso sapiente della materia, richiama quel tempo mitico in cui affondano le radici del nostro presente. Ancora una volta si conferma come lo sguardo sensibile di un’artista contemporanea aiuti a ridefinire e rileggere il rapporto con l’arte antica».

Aggiunge Aliki Kefalogianni, direttore della Fondazione Ellenica di Cultura – Italia: «La Fondazione dà un’importanza fondamentale alla promozione e allo sviluppo di un dialogo attivo tra le due culture greca e italiana. Siamo quindi davvero felici ed onorati di organizzare questa importante mostra a Palermo, prima tappa di un progetto più articolato e ambizioso che comprende tre esposizioni di Venia Dimitrakopoulou e che toccherà anche le città di Torino e Trieste. Le tre tappe compongono un’unica opera in divenire, che rappresenta la cultura ellenica e apre un confronto con i linguaggi contemporanei».

Il percorso italiano della scultrice greca, che presenta delle peculiarità per ogni città, dopo Palermo coinvolge infatti prestigiose sedi espositive: oltre al MUSEO SALINAS di Palermo, la GALLERY della FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO a Torino dal 22 febbraio al 31 marzo 2019, quindi il CIVICO MUSEO SARTORIO e il CASTELLO DI SAN GIUSTO a Trieste dal 12 aprile al 14 giugno 2019.

La “Trilogia” evidenzia la tematica propria di tutta la produzione della scultrice ellenica: il dialogo continuo tra il passato e il presente, partendo dal ricco retaggio archeologico che accomuna la cultura greca a quella del nostro Paese. Da qui il titolo “Futuro Primordiale”, declinato con un sottotitolo specifico per ciascuna delle tre mostre: a Palermo “Materia”, a Torino “Logos” e a Trieste “Suono”. «Tutte e tre le esposizioni – precisa l’artista – sono legate dallo stesso filo conduttore, quello che tengo saldamente in mano per non perdermi, quello che, in questa occasione, definisco “Futuro Primordiale”. Viene dal profondo del tempo e, con la consapevolezza del presente, sento che può condurci al futuro rendendolo meno incerto».

In tutti i lavori esposti al Museo Salinas protagonista è la materia – dalla pietra lavica alla carta a mano cinese, dal bronzo al marmo, al gesso – che sottolinea quanto l’archeologia riviva nella contemporaneità e l’immersione nel passato serva a comprendere il presente. Spiega infatti la scultrice: «A Palermo espongo le pietre vulcaniche, le teste dei guerrieri caduti e degli eroi, così come le opere su carta cinese, le Vesti di Nesso, l’Armatura Segreta e le Linee di pensiero. È un dialogo tra fragilità e solidità, l’effimero e l’eterno. Una riflessione sul modo in cui l’archeologia svela la materia nel presente. La materia, quindi, è il tema principale».

Venia Dimitrakopoulou decide di “sentire” attentamente ciascun luogo del suo lungo tour espositivo, creando appositamente nuove opere per rimanere “sintonizzata” con l’atto creativo, così come lei lo concepisce: «un processo continuo, un flusso in cui tutto è aperto all’inaspettato».

E così, per citare alcuni lavori esposti al Museo archeologico di Palermo, gessi, bronzi e pietre vulcaniche di Egina (isola dove ha sede lo studio dell’artista) diventano teste e volti, spesso dalla bocca semi aperta, di antichi guerrieri, eroi e semidei come nelle opere Agamennone (2005-2018) e Pelope (2009), accanto a Lance (2018) in marmo e bronzo che raccontano il passato dell’Egeo attraverso venature nascoste e si innalzano come baluardi, strumenti di difesa. In queste opere la materia prima determina il modellato estetico delle sculture che, a dialogo con l’ambiente in cui vengono presentate, mettono in risalto riferimenti storici e caratteristiche del luogo di provenienza, e raccontano così una sorta di storia personale che guida il visitatore nella loro contemplazione e interpretazione.

Le creazioni contemporanee di Venia Dimitrakopoulou si muovono infatti in costante equilibrio tra le ricerche moderne e l’estetica, i materiali e le tecniche tradizionali, passando dalla piccola scala alla monumentalità. Significativa in proposito l’imponente scultura Promahones, esposta presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene e rievocata a Palermo dalla serie fotografica Le Ombre dei Promahones (2014). Composta da giganteschi dischi in acciaio inclinati, aperti alle estremità, come sottolinea Franco Fanelli «arricchisce enormemente il gioco d’ombre che queste opere possono proiettare, sdoppiandole, moltiplicandole».

Attraverso pietra, marmo, metallo o carta, che si declinano al servizio di un nomadismo stilistico che va dalla scultura tradizionale all’installazione, dal video all’azione, dalla scrittura al segno grafico, l’artista investiga caratteristiche e comportamenti della materia, dando un respiro di vita alle figure e agli oggetti che ne nascono. Esemplificativo il video Zoodochos Pighi (Fonte di Vita, 2011), opera drammatica nel senso etimologico della parola, in cui le mani dell’artista si ergono a simbolo della forza generatrice della dimensione scultorea, in un incessante processo metamorfico di creazione e distruzione della forma.

Tutte le opere della Dimitrakopoulou hanno un profondo carattere antropocentrico e riflettono sul ruolo dell’esistenza umana nello spazio e nel tempo che l’artista sceglie di cogliere nella sua creazione, chiamando l’osservatore a partecipare dell’espressione artistica, a viverla come una relazione con se stesso, attraverso un’esperienza interiore, mentale e sentimentale. Emblematiche le serie su carta delle Vesti di Nesso e delle Linee di pensiero (entrambe del 2018) dove, attraverso la scrittura automatica sulla forma di un’antica tunica o di uno stendardo, traspare in diverse lingue la dimensione intima dell’artista, che libera i suoi sentimenti e pensieri per poi nasconderli parzialmente dietro ad una linea, quasi a cancellarli ma mai del tutto.

Le tre esposizioni di Venia Dimitrakopoulou nel nostro Paese rientrano tra le azioni del programma “Tempo Forte Italia – Grecia 2018”, iniziativa promossa dall’Ambasciata d’Italia ad Atene e sancita nel corso del Primo Vertice Intergovernativo tra Italia e Grecia, tenutosi il 14 settembre 2017 a Corfù, volta a favorire e sostenere il rafforzamento delle relazioni culturali tra i due Paesi del Mediterraneo, nel rispetto dell’equilibrio tra i vari ambiti culturali, dalla tradizione al contemporaneo, dal passato al futuro.

Accompagna tutte e tre le tappe della rassegna un esaustivo catalogo edito da Umberto Allemandi con testo introduttivo di Franco Fanelli.

SCHEDA MOSTRA

Titolo Venia Dimitrakopoulou. Futuro Primordiale – Materia
Mostra promossa da Fondazione Ellenica di Cultura, Italia
A cura di Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini
Sede Museo archeologico regionale “Antonino Salinas”, Piazza Olivella 24, Palermo
Date 16 novembre 2018 – 3 febbraio 2019
Inaugurazione giovedì 15 novembre, ore 18
Orari martedì-sabato ore 9.30-18; domenica e festivi ore 9.30-13
Ingresso incluso nel biglietto del museo € 3,00, gratuito under 18 e ogni 1ª domenica del mese
Catalogo edito da Umberto Allemandi con testo introduttivo di Franco Fanelli

Info pubblico CoopCulture tel. +39 091 7489995 | www.coopculture.it

Mostre future
Titolo Venia Dimitrakopoulou. Futuro Primordiale – Logos
Sede Gallery della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
Date 22 febbraio – 31 marzo 2019

Titolo Venia Dimitrakopoulou. Futuro Primordiale – Suono
Sede Civico Museo Sartorio e Castello di San Giusto, Trieste
Date 12 aprile – 14 giugno 2019

 

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