sabato, 23 Novembre 2024
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L’albero di Natale non è americano, dal centro Europa si diffonde in tutto il mondo

Colorato e chiassoso, come la maggior parte delle tradizioni cristiane affonda le sue origini in alcuni culti pagani, ma è da ritenersi un simbolo sacro a tutti gli effetti.

Ogni anno sembra sempre più frenetica la smania di addobbare la casa per il Natale, e ogni anno si seguono le mode nella scelta del colore o dello stile, ma da bambini non era bello restare incantati dalla moltitudine di colori delle luci e delle palline sull’albero di Natale?

L’albero dovrebbe essere espressione della nostra personalità, è un cumulo di memorie familiari e personali che ogni anno si arricchisce di una pallina, una luce, un ricordo. Chissà perché si vuole tanto fare l’albero anche di un solo colore eppure si  rimane affascinati quando si va a casa dei genitori o dei nonni… Ma perché il loro albero sprigiona tutti i ricordi felici e infelici di tanti momenti di una vita, e se si socchiudono gli occhi, persi nello sfocarsi delle luci, si arriva persino a piangere.

Quell’incanto che abbiamo provato da bambini è lo stesso che fece nascere l’usanza di portare un albero in casa a dicembre e addobbarlo.

Tanto tempo fa, passeggiando in una sera stellata, un uomo rimase affascinato da quella magia mista al sacro data da un albero innevato che pareva brillare sotto le stelle. Decise allora di riprodurre quell’effetto portando un albero a casa e illuminandolo con le candele. Secondo la tradizione, quell’uomo era Martin Lutero e quello il primo albero di Natale realizzato dentro casa. Da allora, lentamente, l’usanza si diffuse lungo il Reno e in Germania, per essere poi esportata praticamente in tutto il mondo. Negli Stati Uniti arriva poco dopo l’indipendenza, in Italia viene portato dalla regina Margherita, e in Sicilia con gli americani e la seconda guerra mondiale.

Andando più indietro nel tempo, tra antichi popoli esisteva la religione degli alberi, che consisteva nell’adorare alcuni vegetali anche solo per le proprietà curative che avevano; in ogni caso, un albero grande e maestoso può far credere in una sua natura superiore e misteriosa. Un’altra tradizione racconta che San Bonifacio consacrò l’albero di abete al Bambino Gesù, trasformando un culto pagano, quello di Odino, in cristiano.

Fu Lutero però a indicarlo come simbolo del Natale al posto del presepe, dato che nella religione protestante non è consentito fare immagini di materia divina. La scelta di un albero sempreverde rappresenta la speranza di vita eterna, e come il presepe è la riproduzione di un ambiente che ci è caro, della famiglia e dei valori in essa contenuti, l’albero ha forse un significato più strettamente cristiano, simboleggiando la stessa vita di Cristo e la perpetua vita attraverso la linfa che vi scorre dentro. Anche se per lo più si utilizzano alberi finti, il concetto non cambia. Quale che sia il suo materiale l’albero, così come il presepe, rimanda a qualcosa di profondamente cristiano e legato indissolubilmente alla nostra vita al pari di ogni altra tradizione che ogni famiglia si tramanda. Solo a guardare una forma  triangolare illuminata, una pigna, le luci sparse per la città, pensiamo all’albero di Natale. E’ gioia, luce, calore, famiglia, festa.

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