venerdì, 22 Novembre 2024
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HomesocialeLa violenza sulle donne nei luoghi di lavoro: un rischio emergente

La violenza sulle donne nei luoghi di lavoro: un rischio emergente

L’Istat ha recentemente stimato che in Italia sono un milione 404 mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Con riferimento ai soli ricatti sessuali, i dati rilevano l’accadimento di un milione 173 mila casi di donne sottoposte ad almeno un ricatto sessuale per assunzione, carriera o mantenimento del posto di lavoro; nell’80,9% dei casi, la vittima non ne parla con nessuno .

“Si tratta di una forma specifica della violenza di genere – commenta Michelangelo Ingrassia, presidente del Comitato Consultivo Provinciale presso l’Inail di Palermo -, nella quale va ricompreso anche il rischio aggressioni sui luoghi di lavoro cui sono esposte in modo particolare proprio le lavoratrici”.

Il Comitato Provinciale Inail di Palermo, in occasione della ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha elaborato uno studio condotto sui dati raccolti dall’Istituto per il quadriennio 2013-2016 e che dunque possono considerarsi ormai consolidati. “Sono circa 8.000 l’anno gli episodi codificati come aggressioni, minacce, violenze provenienti sia dall’interno sia dall’esterno del posto di lavoro e accertati positivamente come infortuni dall’Inail, oltre il 5% dei casi si sono verificati in Sicilia; a livello nazionale il 39% delle aggressioni è rivolto contro le donne”, dichiara Ingrassia.

Le professioni che registrano un alto tasso di violenza sulle lavoratrici sono quelle della salute e dei servizi sanitari e sociali con il 42,7% (appena l’11% riguarda i lavoratori), quelle della scuola con l’11,8% (appena l’1,3 riguarda i lavoratori), quelle degli impiegati addetti al controllo e recapito della documentazione e degli impiegati addetti ai movimenti di banche, rispettivamente con il 5 e il 4 per cento (contro il 3,8 e il 2,9 per cento che riguarda invece i lavoratori).

Se si osserva la distribuzione per classi d’età, si nota una prevalenza di infortuni femminili per aggressione del 70% per la fascia anagrafica 25-54 anni (65,9% per la medesima fascia d’età di genere maschile) e del 30% per la classe d’età dai 55 anni in su (29% per la medesima classe anagrafica di genere maschile).

“La violenza sulle donne nei luoghi di lavoro – conclude Ingrassia -, è un rischio emergente, che opera in un contesto lavorativo in cui il fattore della prevaricazione è tendenzialmente in aumento sia per l’aggressività tra dipendenti della stessa azienda, sia per l’aggressività proveniente dall’esterno. Può costituire un’efficace argine prevenzionale istituzionalizzare specifici momenti d’incontro sindacale nei luoghi di lavoro, di cui l’Inail dovrebbe farsi carico finanziariamente”.

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