Una diffida all’Agenzia delle Entrate per avere violato i diritti dei lavoratori della Direzione Provinciale di Palermo.
L’atto porta la firma di Alfonso Farruggia e Raffaele Del Giudice, rispettivamente segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione di Palermo e coordinatore regionale della UILPA Entrate Sicilia che, in una lettera trasmessa al direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate Laura Caggegi esprimono disappunto per il trattamento riservato ai lavoratori in servizio presso la sede di via Toscana 20.
A causare la reazione del sindacato, le indicazioni contenute in una mail che, lo scorso 12 settembre, l’Area Gestione Risorse aveva trasmesso a tutto il personale della Direzione Provinciale dell’Agenzia per informare che, il successivo 14 settembre, sarebbero stati effettuati alcuni lavori di manutenzione alla cabina elettrica e che pertanto, la corrente sarebbe stata interrotta: proprio a causa degli interventi, i dipendenti avrebbero dovuto necessariamente lasciare libero l’edificio entro le 15:30.
“Sino a qui nulla di anomalo – affermano Farruggia e Del Giudice – se non fosse che alla Uil Pubblica Amministrazione sono giunte numerose segnalazioni da parte dei dipendenti in servizio presso la struttura interessata che lamentano, ancora una volta, di dovere recuperare il mancato tempo lavorato”.
“Un abuso inaccettabile che non può essere tollerato – spiegano i due sindacalisti – poiché i lavoratori sono stati dapprima costretti a lasciare libero lo stabile e , successivamente, a recuperare un’assenza imposta”.
Tutto accade perché, come si evince dai prospetti delle presenze elaborati dal sistema “Presenze – Assenze – Self Service” per il mese di settembre, l’uscita anticipata risulta quale assenza da recuperare.
Un fatto già accaduto nel passato, in occasione di analoghi episodi, e stigmatizzato dal sindacato.
“La UILPA – precisano i due esponenti sindacali – ritiene che laddove l’amministrazione non consenta ai dipendenti di effettuare correttamente la propria prestazione lavorativa, l’unico soggetto al quale addebitare il mancato tempo lavorato non possa che essere l’amministrazione stessa, che dovrebbe farsi carico di tutti gli oneri conseguenti”.
“L’addebito ai lavoratori – proseguono – non è corretto perché rimanda a un’inefficienza compiuta dalla Direzione palermitana che manifesta una palese inadeguatezza nell’organizzazione delle manutenzioni al di fuori dell’orario di lavoro, alla quale ovviamente i dipendenti sono del tutto estranei”.
Eppure, secondo il segretario e il coordinatore, sarebbe bastato applicare per filo e per segno le indicazioni relative a casi del genere fornite dalla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate della Sicilia nel recente passato: per citare i casi più significativi, la nota diffusa nell’ottobre dello scorso anno dal direttore regionale Pasquale Stellacci che, in una situazione del tutto analoga a quella verificatasi in via Toscana, comunicava che le timbrature effettuate tramite badge potevano essere riconosciute a titolo di assenza ingiustificata – e, pertanto, senza obbligo di recupero – e la decisione assunta dal direttore dell’Ufficio Territoriale di Palermo 2 Eugenio Romeo che , agendo su delega del direttore provinciale di Palermo, a fine agosto dell’anno in corso, autorizzò il personale all’uscita anticipata esplicitando che il tempo mancante al completamento dell’orario di lavoro sarebbe stato considerato come assenza giustificata.
Anche in questo caso, dunque, nessun recupero previsto.
“Auspichiamo che, alla fine, sia il buon senso a prevalere per evitare un inutile contenzioso legale – concludono i due sindacalisti – e che vengano opportunamente corretti i prospetti elaborati in merito agli orari, imputando le uscite anticipate ad assenze giustificate che non devono pertanto essere recuperate”.