domenica, 19 Gennaio 2025
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La strage negata: Rino Messina ricorda attraverso un saggio storico un grave fatto di sangue dimenticato.

Palermo – Era il 19 ottobre del 1944, Palermo, come tutta l’Europa, stava attraversando un momento difficile di transizione in direzione della pace, ma con alle spalle anni di guerra e distruzioni su larga scala. Le truppe alleate avevano ormai liberato i nostri territori e cominciavano a risalire lo stivale.

 

Il popolo palermitano soffriva il disagio per questo cambiamento e nel tentativo di rivendicare maggiori diritti economici per fare fronte alla sopravvivenza, parte di esso decise di protestare pacificamente in via Maqueda presso Palazzo Comitini, allora sede della Prefettura.

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L’attore palermitano Enzo Rinella legge un passo del libro.

La risposta delle istituzioni civili e militari fu atroce e sanguinosa. A fronte del totale diniego di una qualsiasi forma di dialogo, un piccolo reggimento di soldati, per la maggior parte di origine sarda, comandati dal giovanissimo sottotenente siciliano Calogero Lo Sardo, sparò ad altezza d’uomo lasciando sul terreno 24 morti e e 158 feriti tra la popolazione inerme.

 

Il resto della storia ed i particolari potrete leggerli nel saggio storico scritto dal già Presidente del Tribunale Militare di Palermo, Rino Messina. Il titolo del libro è La strage negata edito dall’Istituto Poligrafico Europeo.

 

L’occasione per parlare del libro La strage negata e dei fatti al quale si ispira, si è materializzata durante  la presentazione dello stesso che è avvenuta presso l’Associazione Flavio Beninati, la cui fondatrice Carla Garofalo ha moderato l’incontro con il pubblico. Erano presenti, lo storico palermitano Emanuele Drago, l’attore palermitano Enzo Rinella, oltre che lo stesso autore del libro al quale abbiamo posto alcune domande.

 

Il suo libro ha il merito di gettare una luce su una vicenda dolorosa, altrimenti destinata ad essere rimossa. Cosa l’ha spinta a dedicare tempo ed energia a questa impresa?

 

“Proprio il rischio che la vicenda venisse rimossa, unito a una constatazione: quei pochissimi che sino a oggi ne hanno parlato, lo hanno fatto  ricostruendo il fatto in base a resoconti giornalistici e adoperando toni sicuramente a effetto, ma forse non del tutto compatibili con un esame obiettivo e disincantato delle varie componenti dell’episodio. Esame che nel libro si prova a condurre.”

 

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Da sx – Lo storico palermitano prof. Emanuele Drago, la presidente dell’associazione Flavio Beninati, avv. Carla Garofalo, l’autore del libro dott. Rino Messina.

Dal suo punto di vista quanto è importante la memoria e la conoscenza del nostro passato, e degli eventi che hanno determinato il nostro presente?

 

“Quando, nel 2008, pubblicai per Sellerio Il processo imperfetto – 1894: i Fasci siciliani alla sbarra, dovetti rendermi conto con stupore che la massima parte dei miei interlocutori, palermitani, siciliani, peninsulari, non aveva idea di che cosa fossero stati i Fasci: qualcuno, per assonanza, li riferiva al fascismo; altri addirittura pensavano ai Vespri. Cosa analoga è avvenuta con la strage del pane, del tutto sconosciuta ai più. Il nostro passato sembra purtroppo destinato a quello stesso oblìo che ogni giorno adoperiamo riguardo, per esempio,  al rispetto per gli altri e alle buone maniere. Se fossimo più coscienti di chi siamo stati, di che cosa siamo stati capaci di fare e di che cosa siamo stati costretti a subire, forse saremmo in grado di rialzare la testa e a guardare avanti con l’orgoglio di chi rivendica diritti, e non con la rassegnazione del servo.”

 

Lei è un uomo di legge, un uomo che comprende l’importanza dell’applicazione e del rispetto delle regole. Cosa prova di fronte alla vicenda, da lei descritta nel libro  che per ragioni superiori di stato, rappresenta la non affermazione della verità giudiziale?

 

“Purtroppo è il contrario: la vicenda rappresenta proprio l’affermazione, diciamolo pure, la soperchieria, della verità giudiziaria sulla verità reale. Quando tutto urla strage, la sentenza conclusiva del processo dice non strage. WP_20160205_18_42_14_ProE lo stesso dice, fra le righe, quel procuratore militare che, non si sa bene in base a quali ripensamenti, rinunzia all’impugnazione da lui stesso proposta, provocando così il passaggio in giudicato della sentenza monstre. E’ l’ennesima, ma, purtroppo non l’ultima, vittoria della ragione dell’autorità sull’autorità della ragione.”

 

Un libro da leggere e da fare leggere ai nostri figli e nipoti, a nostro modesto parere, soprattutto per capire cosa hanno vissuto i nostri avi a causa delle atrocità della guerra, per capire come l’eccessivo accentramento del potere militare e politico può portare ad un evento occorso qualche decennio fa, ma di grande attualità. Basti pensare a quanto sta succedendo nel mondo a causa del terrorismo internazionale, che porta gli stati ad avocare a sé un potere a volte sproporzionato e spesso mal gestito a scapito della democrazia degli onesti cittadini.

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