venerdì, 22 Novembre 2024
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La salute non può attendere: al via la campagna di Federconsumatori ”Stop liste di attesa”

In Sicilia, Sindacati delle strutture sanitarie accreditate disposti a collaborare con l'assessorato regionale alla Sanità per ridurre le liste di attesa

L’accesso alle prestazioni sanitarie rappresenta una delle problematiche più rilevanti per la sanità pubblica. Sono ormai tanti i cittadini che lamentano ritardi nell’accesso a visite specialistiche, esami diagnostici e ricoveri oltre i tempi previsti dal Piano Nazionale di Governo delle liste d’Attesa. Da Nord a Sud, i tempi di accesso alle prestazioni costringono molti cittadini a peregrinazioni intra ed extra aziendali o a costose visite private a pagamento con pesanti ricadute sul piano dell’equità e dell’universalità nell’accesso alle
cure e sulla tenuta dei bilanci di lavoratori e pensionati a basso reddito.

In questi anni i tagli alle risorse destinate alla sanità pubblica hanno impoverito l’offerta dei servizi sanitari, con pesanti ripercussioni in termini di accesso alle cure: gran parte della domanda sanitaria tra il 2020 ed il 2021 è rimasta inevasa, con seri rischi per la salute dei cittadini.
Chi può permetterselo ricorre alle prestazioni professionali in intra moenia o nel privato a pagamento – tanto che la spesa privata annua per la salute ammonta a circa 38 miliardi di euro – mentre altri sono invece costretti a compiere enormi sacrifici o ancora a rinunciare del tutto alle cure.

Compito del Ministero della Salute è garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), monitorandone lo stato di erogazione e i tempi di accesso per valutare il soddisfacimento dei parametri dei servizi resi dal servizio sanitario. Nonostante ciò, e nonostante risorse dedicate per l’abbattimento, le liste di attesa restano una delle criticità più gravi di una sanità pubblica in sofferenza che alimenta disagi e sfiducia fra i cittadini e drena risorse verso il privato. Le liste di attesa sono la cartina al tornasole di una sanità pubblica in
sofferenza e con dati disomogenei e poco trasparenti, come dimostra anche la difficoltà di reperimento aggiornato dei monitoraggi regionali. Dentro queste opacità si annidano disservizi e fenomeni distorsivi che orientano la domanda di salute verso servizi privati o prestazioni in regime intramurario.

La salute dei cittadini non può aspettare. Per questo, Federconsumatori ha deciso di avviare la Campagna nazionale STOP ALLE LISTE ATTESA, per informare e tutelare i cittadini sul loro diritto a ricevere le prestazioni di cui necessitano entro i tempi appropriati previsti dalla normativa sanitaria.

L’iniziativa avrà inizio dal 26 giugno 2023 e si svilupperà sull’intero territorio nazionale grazie alla diffusione capillare degli sportelli della Federconsumatori o tramite segnalazioni online di disservizi subiti dai cittadini da inoltrare all’indirizzo email stoplistediattesa@federconsumatori.it.

Federconsumatori ha inoltre avviato un proprio monitoraggio improntato agli obiettivi di rilevamento del Piano Nazionale di Governo delle Liste dì Attesa, allo scopo di avere una mappatura autonoma ed aggiornata dei tempi di attesa in ogni regione, di
individuare criticità ed eventuali meccanismi distorsivi e sollecitare le opportune e tempestive soluzioni al fine che venga garantito ovunque e per chiunque, il diritto costituzionale alla salute.

Considerata la propria funzione di rappresentanza e di tutela del diritto alla salute, Federconsumatori intende aprire un confronto costruttivo con il Ministero della Salute e con le Regioni per migliorare l’accesso alle prestazioni e rendere trasparente l’intera filiera delle liste di attesa, anche prevedendo la partecipazione attiva e diffusa della rappresentanza degli utenti del servizio pubblico. Nel frattempo, Federconsumatori sarà in piazza a Roma il prossimo 24 giugno nella Mobilitazione nazionale promossa dalla CGIL e da una vasta rete di associazioni per rivendicare l’esigibilità del diritto universale alla salute in ogni
componente individuale e collettiva e la messa in sicurezza del Servizio sanitario nazionale da tagli, disservizi e privatizzazioni che ne compromettono la funzione sociale.

In Sicilia, Sindacati delle strutture sanitarie accreditate disposti a collaborare con l’assessorato regionale alla Sanità per ridurre le liste di attesa

«Siamo disposti a una fattiva collaborazione con l’assessorato alla Salute della Regione Siciliana e a dare la nostra disponibilità al dialogo finalizzato all’abbattimento totale delle liste di attesa per l’anno 2023, che attualmente coinvolgono le strutture ospedaliere pubbliche in Sicilia. Attendiamo ancora comunque, da parte dello stesso assessorato, che venga emanato il decreto di utilizzo dei 7,5 milioni di euro già stanziati per le liste di attesa anno 2022 e non utilizzati dalle Aziende sanitarie provinciali, per liquidare le prestazioni già rese ai cittadini siciliani lo scorso anno in extra budget e assegnato alle strutture».

Così dichiarano i rappresentanti sindacali regionali Acap-Salute, Amsa-Fkt, Anisap-Sicilia, Assocesis-Andiar, Confsanità-confcommercio, Federbiologi, Fesiop-Fkt, in rappresentanza delle strutture sanitarie accreditate e contrattualizzate con il Servizio sanitario regionale e che erogano prestazioni sanitarie su tutto il territorio siciliano, a minor costo.

«Le strutture sanitarie suddette – continuano i rappresentanti sindacali –   già negli anni scorsi e soprattutto durante la pandemia da Coronavirus, hanno reso prestazioni in extra budget contribuendo all’abbattimento delle liste di attesa in tutto il territorio regionale essendo, le stesse, presenti in maniera capillare anche in zone più disagiate del territorio».

«Ancora oggi – concludono i rappresentanti sindacali – stiamo aspettando i risultati dell’accordo stipulato tra l’intersindacale e l’Assessore alla Salute il 5 aprile di quest’anno. Un primo decreto dell’utilizzo dei 21 milioni, come concordato, è stato pubblicato il 16 giugno, manca ancora il decreto attuativo relativo ai 7,5 milioni di euro destinati alle liste di attesa da utilizzare a pieno, per remunerare le prestazioni già eseguite ai cittadini siciliani dalle strutture che hanno contribuito ad abbattere le liste di attesa per l’anno 2022 in extra budget. Senza questo ulteriore decreto, viene vanificato l’accordo del 5 aprile tra le sopracitate sigle sindacali e l’Assessorato. Auspichiamo che nei prossimi giorni, nei tavoli tecnici già convocati per tutte le branche, venga confermata tale volontà e che venga definita la riprogrammazione del 2023». 

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