Sette appuntamenti a partire da lunedì 2 dicembre e fino al 9 in varie location della città, seguendo un filo preciso: quello della testimonianza e del confronto. Si apre lunedì la rassegna di incontri “La parola alla Siria. Voci creative di donne in esilio”, ideata e organizzata da UDIPalermo onlus e parte integrante della sezione “Parola” di BAM (Biennale Arcipelago Mediterraneo), il Festival internazionale di teatro, musica e arti visive dedicato alle culture e ai popoli che si affacciano sul Mare Nostrum e incentrato sulle tematiche dell’accoglienza e del dialogo.
A parlare della Siria e delle dinamiche che attraversano i paesi dell’area mediorientale saranno vari protagonisti, a partire da cinque donne di cultura accomunate da una condizione di esilio: la scrittrice e giornalista curdo-siriana Maha Hassan costretta per i temi che trattava a lasciare la Siria e trasferirsi in Francia, la poetessa siriana Maram Al-Masri, la designer siriana Sana Yazigi creatrice dell’archivio online The Creative Memory of the Syrian Revolution, l’architetta e scrittrice originaria di Damasco Suad Amiry, e Hoda Barakat, scrittrice, giornalista e traduttrice libanese, vincitrice quest’anno dell’International Prize for Arabic Fiction, il più importante premio per la letteratura araba.
Si parte lunedì alle 16,30 dal Centro Sperimentale di Cinematografia ai Cantieri Culturali alla Zisa con la scrittrice e giornalista curdo-siriana Maha Hassan e Martina Censi, ricercatrice di Lingua e letteratura araba all’Università di Bergamo. Presentano la rassegna: Mirella Cassarino, Mariella Pasinati, Maria Concetta Sala . Interviene: Adham Darawsha, Assessore alle Culture – Palermo.
“Siamo convinte – spiega Maria Concetta Sala ideatrice e curatrice del progetto per l’UDIPalermo onlus – che dare la parola ad artiste, scrittrici e intellettuali rappresentative dell’area mediterranea e mediorientale possa essere la chiave giusta per leggere gli accadimenti degli ultimi anni. Queste donne attraverso le loro opere hanno attuato e continuano ad attuare una forma di resistenza alla guerra e al brutale esercizio della forza, manifestando lucidità, coraggio e desiderio di futuro”.
“Abbiamo fortemente voluto questo ciclo di incontri – dice l’assessore alla Cultura, Adham Darawsha – perché crediamo che fare cultura e informazione sia l’unico modo per uscire dalla spirale di guerra e violenza che attraversa il Medioriente e dai populismi sul tema della migrazione delle persone. Un evento che conferma l’impegno di Palermo come città del dialogo e delle Culture”.
L’idea della rassegna nasce due anni fa, subito dopo la pubblicazione della “Lettera per tutti i bambini siriani” di Khaled Hosseini, scrittore e ambasciatore dell’UNHCR per sostenere i rifugiati. “Abbiamo presentato una prima volta il progetto nell’ambito delle iniziative di Palermo capitale italiana della Cultura 2018 ma non è stato possibile includerlo – spiega la presidente di UDIPalermo onlus, Mariella Pasinati – Così ci siamo rimboccate le maniche, abbiamo deciso di organizzare una campagna di crowdfunding e siamo tornate a riproporre quest’anno la rassegna al Comune di Palermo”.
L’idea iniziale è diventata sempre più un progetto condiviso ed ha visto l’apporto per l’organizzazione di Mirella Cassarino, docente di Lingua e Letteratura araba all’Università di Catania.
A prendere la parola, nel corso della settimana saranno cinque tra le personalità femminili più interessanti dell’area mediorientale alle quali si unirà il racconto dell’inviato di guerra del quotidiano La Stampa, Domenico Quirico e di Francesca Dall’Oglio, sorella di Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano scomparso sei anni fa in Siria, fondatore della comunità spirituale ecumenica mista al-Khalil (“L’amico di Dio”, in arabo). E i contributi di: Costanza Quatriglio, regista e direttrice artistica del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo; Francesca Traìna, studiosa di letteratura e poesia e vincitrice di vari premi; Letizia Battaglia, fotografa di fama internazionale; Stefania Bertonati, docente di Lingua Araba al dipartimento di Scienze Politiche e sociali dell’Università di Pavia, traduttrice e giornalista freelance; Giancarlo Gaeta, già docente di Storia del Cristianesimo antico all’Università di Firenze e curatore di numerose edizioni di opere di Simone Weil per Adelphi; e Samuela Pagani, docente di Lingua e letteratura araba all’Università del Salento e traduttrice italiana delle opere di Hoda Barakat.
Lunedì 2 dicembre | ore 16.30 | CSC Cantieri culturali alla Zisa
Incontro con MAHA HASSAN e MARTINA CENSI
Presentano la rassegna: Mirella Cassarino, Mariella Pasinati, Maria Concetta Sala
Interviene: Adham Darawsha, Assessore alle Culture – Palermo
Maha Hassan è una scrittrice e giornalista curdo-siriana. Dopo una formazione in campo giuridico, dagli anni Novanta ha iniziato a scrivere romanzi. Per gli argomenti affrontati – religione, sesso, politica – dal 2000 è stata oggetto di persecuzione da parte del regime siriano e, nel 2004, all’inasprirsi delle violenze contro i curdi, costretta a lasciare la Siria e trasferirsi in Francia. Nel 2004, ha contribuito al rapporto annuale sulla libertà di stampa per Writers Without Borders e nel 2005 ha ricevuto il premio Hellman/Hamme dell’American Human Rights Watch. In italiano è stato pubblicato “I tamburi dell’amore” (2018).
Martina Censi è ricercatrice di Lingua e letteratura araba all’Università degli Studi di Bergamo: si occupa della produzione narrativa in Siria e Libano, delle rappresentazioni letterarie del corpo, dei procedimenti di costruzione di mascolinità e femminilità e dei processi di costruzione identitaria degli individui e delle collettività nelle società arabe contemporanee. Tra le sue pubblicazioni Le Corps dans le roman des écrivaines syriennes contemporaines. Dire, écrire, inscrire la différence (2016).