Da questa settimana inizio una nuova avventura, ovvero mi voglio cimentare nella narrativa e voglio condividere con voi lettori questa mia esperienza.
In questi giorni di calura estiva, insopportabile direi, meno male che in casa oramai quasi tutti abbiamo i condizionatori, diversamente non saprei come resistere alle vampate di calore. Oramai ho una certa età e il troppo caldo non fa bene alle mie coronarie.
Dicevo, in questi giorni di calura estiva, mi chiedo: ma nella mia infanzia quando non c’erano i condizionatori come facevamo a difenderci dal caldo? Onestamente non lo ricordo, ricordo solamente che allora spuntarono nelle italiche case i primi ventilatori dal rumore assordante ma, almeno si aveva l’illusione che muovendosi l’area nella stanza si percepiva refrigerio. Diversamente, non rimaneva altro che agitare i cosiddetti muscalori (i moderni ventagli, il nome deriva dal fatto che principalmente venivano usati dai macellai e pescivendoli per allontanare le mosche che si posavano sulla loro mercanzia).
Qualche anno fa ho scritto, a tal proposito, questa breve lirica, intitolata, appunto “La frescura”. Buona lettura.
Soffiava un vento di tramontana leggero leggero, riusciva ad attutire la calura dei giorni prima, eravamo nei primi di settembre. Finalmente non c’era più quell’afa insopportabile di agosto. Le foglie degli alberi si muovevano ritmicamente, quasi a sottolineare che il caldo era finito. Il dolce cinguettio di qualche uccellino rendeva il tutto adorabile.
Seduto sulla sdraio sistemata ai bordi del prato, rigorosamente all’ombra, mi godevo questo dolce momento sorseggiando un tè al limone bello fresco in compagnia del mio setter ‘Naldo seduto accanto a me a prendersi le coccole. Lo accarezzavo sulla testa e lui a ogni contatto muoveva leggermente il suo corpo, quasi a sottolineare che la cosa fosse di suo gradimento e che anche lui condivideva questo momento particolare. Ma da lì a poco questa quiete sembrava essersi interrotta da un cane che in lontananza abbaiava in maniera ritmica, questo suo comportamento veniva seguito subito dopo da altri cani del vicinato. In quel momento pensai che stessero colloquiando tra di loro, avrei pagato non so che per sapere cosa si dicessero. Anche il mio cane a un certo punto prese parte alla discussione, ma subito dopo tornò a farsi fare le coccole. Forse non aveva gradito questa interferenza dei suoi amici a quattro zampe colpevoli di avere interrotto quel dolce momento.
Il cielo era limpido e ogni tanto si vedeva svolazzare qualche colomba, una di esse si era venuta a dissetare nella fontana e con il suo becco intriso di acqua si lavava le piume sotto le ali. Una scena bellissima. Però ‘Naldo non gradiva, infatti, con un salto si diresse verso la fontana e dopo una breve corsa cacciò la colomba ma ella aveva già finito le sue abluzioni e tornò subito a volteggiare in alto.
Anche questa volta il mio cane non aveva gradito questa intrusione e una volta compiuta la sua missione ritornò accanto a me a farsi fare le coccole.
L’imbrunire, che di lì a poco stava prendendo il sopravvento, ahimè, interruppe queste dolci sensazioni. Era arrivato il momento di rientrare in casa, ma le stanze erano ancora calde la frescura ancora non aveva apportato sollievo agli ambienti interni. Sparì così in un attimo quella sensazione di freschezza di qualche attimo prima.
Pazienza, mi dissi, aspetteremo altri momenti prima o dopo la frescura arriverà anche dentro casa.
Spero vi sia piaciuto. In tutti i casi grazie per averlo letto. Alla prossima.