È stata inaugurata, presso lo spazio espositivo “Nicola Scafidi” di a Villa Niscemi (via dei Quartieri, 2), a Palermo, la mostra personale di pittura di Bartolomeo Ciampaglia.
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Il vernissage si è tenuto alla presenza dell’autore Bartolomeo Ciampaglia, della relatrice e giornalista, Marianna La Barbera, e della curatrice delle pubbliche relazioni Daniela Martino. È, inoltre, Intervenuto l’artista e poeta, Pietro Mistretta, che ha scritto e recitato una poesia dedicata a Bartolomeo Ciampaglia.
L’esposizione, che rientra nelle iniziative legate a Palermo
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Capitale Italiana della Cultura 2018, è stata organizzata dal Comune di Palermo, in collaborazione con l’artista, ed è visitabile fino a giovedì 18 gennaio, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 durante i giorni feriali mentre la domenica, dalle 9 alle 12.
Con la produzione, che parte dal 2008, Bartolomeo Cimpaglia, artista d’origine pugliese trasferito, ormai da diversi anni, in Sicilia per lavoro, intende tracciare un
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percorso che lega e plasma l’uomo con la dimensione esterna: dimensione che assume forme geometriche in un contesto astratto e concettuale. «L’uomo cerca sempre di plasmare la materia – spiega Ciampaglia in esclusiva al GCPress – e, all’interno di essa, crea il suo spazio. Le forme geometriche – continua l’artista – sono rappresentazioni grafiche di concetti o eventi che si verificano nella vita dell’uomo, come ad esempio, un mal di testa o l’ambizione lavorativa, che egli stesso descrive con le frasi ‘ho un cerchio alla testa’, ‘voglio scalare la piramide della mia azienda’».
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Il punto centrale, però, che l’artista intende sottolineare, risiede nella trasformazione di questa materia ad opera dell’uomo e del suo ‘libero arbitrio’: «Quando si pensa allo spazio – spiega l’artista – si immagina qualcosa di vuoto, ma non è così. Lo spazio – continua Ciampaglia – è pieno ed è dal modo in cui vogliamo utilizzarlo che facciamo delle scelte: le scelte, assumono, quindi, la forma del nostro essere. Possiamo considerare le forme geometriche – conclude Ciampaglia – come metafora della vita, o di alcuni suoi aspetti, perché capitano momenti in cui diventiamo ‘ciclici e circolari’ oppure ‘ci incuneamo in alcune situazioni’ e compiamo scelte ‘formanti’ per rispondere a queste circostanze».
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La relatrice e giornalista, Marianna La Barbera, sottolineando l’importanza e il valore della cultura artistica palermitana, introduce la produzione di Bartolomeo Ciampaglia inserendola quale iniziativa di “Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018” e spiega: «Palermo, è per diritto naturale una capitale culturale grazie al suo patrimonio artistico e architettonico. Il titolo da solo non ha valore – continua la giornalista -, ma deve sostanziarsi nell’apporto di talenti, di ‘energie libere’ e nelle creatività degli artisti coinvolti. Qualcuno si interroga sul rapporto che esiste tra cultura ed economia: è la cultura che produce risorse economiche o il contrario? Penso che la cultura debba procedere e fornire un sistema virtuoso che, con impegno, sacrifici, energie e forza, contribuisca a rendere migliore questa città con percorsi e partecipazione della cittadinanza condivisi».
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«Considero l’apporto del siciliano d’adozione Bartolomeo Ciampaglia – conclude Marianna La Barbera – un ‘gesto d’amore’ nei confronti della nostra città, con le sue suggestioni cromatiche, ma soprattutto per il tema che, in un contesto storico-sociale individualista e solitario, ci invita a riflettere sulla nostra autoderminazione e sulla ricerca di una nostra forma all’interno del contesto-società».