Palermo 17.09.2016 – Un paio di occhiali da sole neri che lasciano intravedere lineamenti del viso raffinati, lunghi capelli fluenti e una piccola farfalla tatuata sull’avambraccio: dettagli intriganti che non passano inosservati quando conosciamo Francesca K. Matina, scrittrice alla sua prima pubblicazione con “La casa nel vento”.
“L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita”, la frase sul frontone del Teatro Massimo incornicia l’appuntamento con la talentuosa artista, una breve chiacchierata di fronte ad un caffè. L’avanzare deciso di Francesca è accompagnato da quello, altrettanto preciso e attento, di un amico. Una stretta di mano, qualche puntualizzazione più tecnica sul volume in uscita e conosciamo anche Roberto Di Peri, che con il suo modo di fare affabile e diplomatico ci appare come un “tessitore di relazioni”, una sorta di “Gianni Letta” della giovane scrittrice.
Originaria di Lampedusa, studentessa di filosofia all’Università di Palermo e appassionata di fotografia, Francesca K. Matina si è avvicinata all’arte della scrittura con naturalezza e spontaneità: la sua è una mente creativa, una fabbrica di idee e pensieri, che, dapprima sparsi e slegati, prendono forma e si concretizzano in un’opera unitaria. «Non ho un metodo compositivo rigido e programmato, mi lascio guidare dalle emozioni, dai dettagli che mi colpiscono, dai sentimenti e dagli stati d’animo, maturati dall’esperienza. Queste cose mi rimangano impresse nella mente, in un primo momento sono separate e distinte, poi riemergono incastrandosi perfettamente e si uniscono tra di loro come se fossero state percepite proprio per questo fine».
Come una brezza leggera, un lieve vento che accarezza piacevolmente la pelle, nasce il volume “La casa nel vento”, edito Thule. «Un libro che arriva per caso e la cui storia si sviluppa attorno a due realtà geografiche ben precise: l’isola di Lampedusa e la città di Palermo». – spiega l’autrice.
È il viaggio della vita, fatto di scelte, ambizioni, momenti di gioia, ma anche sacrifici e difficoltà: una storia che riporta sulla scena temi tanto diffusi, quanto attuali. «La doppia insularità, Sicilia e Lampedusa, un’isola dentro l’isola è uno degli elementi costanti, il filo conduttore del mio libro. Dal racconto risaltano diverse tematiche legate alla società odierna, quali l’istituzione universitaria e la famiglia e non mancano anche i riferimenti agli incontri e alle vicende che ti cambiamo il modo di vedere e di pensare. La filosofia – ha aggiunto la scrittrice – non può che essere presente, è una parte di me. Le pagine de “La casa nel vento”, infatti, racchiudono nella narrazione del vivere quotidiano riflessioni profonde ed interiori».
In copertina passato, presente e futuro, una triade temporale, che si materializza attraverso una finestra a due ante e una donna, in procinto di guardarsi allo specchio: l’immagine scelta, un’opera di Sergio Ceccotti, sembra già anticipare e racchiudere un romanzo tutto da scoprire e assaporare pagina dopo pagina. Francesca K. Matina con questa sua prima pubblicazione comunica la scelta di volere essere una scrittrice “reporter della vita”. «L’istruzione ci permette di guardare e conoscere prospettive diverse e ci insegna ad accettare e valutare le critiche costruttive. – ha sottolineato – Sono sempre stata contraria ai ringraziamenti alla fine di un libro, mi hanno dato sempre la sensazione che un testo venisse intaccato nella sua architettura. Invece, raggiunto questo mio traguardo, ho dovuto necessariamente inserirli: “La casa nel vento” ha preso qualcosa di ognuna di tutte quelle persone, che hanno avuto la capacità di farmi accostare alla scrittura, dandomi consigli costruttivi e incoraggiandomi».