Nel panorama del cinema indipendente siciliano nasce una nuova realtà, la casa di produzione Kàlama Film che esordisce con il lungometraggio dark fantasy “Vork and the beast“. A raccontare il percorso che ha portato un gruppo di amici a fondare una società è Fabrizio La Monica che, insieme a Ferdinando Gattuccio e Samuele Lindiner, ha voluto concretizzare il progetto spinto dalla sua grande passione per il cinema.
Tutto nasce da Calamaro Gigante pictures, un marchio con cui intorno al 2007 i giovani hanno iniziato a girare i primi cortometraggi. Ieri come oggi, tutto era autoprodotto e autofinanziato, ma ancora la squadra non aveva deciso di fare il salto verso la realizzazione di una vera e propria società.
Fabrizio, da dove nasce quindi il nome “Kàlama Film”?
«Ho iniziato facendo prodotti comici quindi all’inizio “Calamaro Gigante pictures” mi piaceva perché era molto divertente, anche un po’ strano. Insomma la gente rideva, funzionava. Poi quando abbiamo fatto il passo più importante sul campo professionale abbiamo deciso di cambiare. Kàlama è una parola hawaiana che vuol dire “torcia splendente”. Ci piaceva come suonava, il significato e il fatto di non tradire la nostra origine, perché si ricollega a quello che abbiamo fatto come Calamaro Gigante».
C’è stata la conferenza stampa della casa di produzione. Com’è andata?
«Per fortuna c’è stato un grande interessamento da parte della comunità mediatica palermitana, questo è importantissimo perché da soli non si può andare da nessuna parte. Uno può fare anche il film più bello del mondo ma se poi la gente non è interessata, crolla tutto lì».
Il vostro primo lavoro ufficiale come Kàlama Film è un lungometraggio dark fantasy che a breve sarà proiettato in anteprima internazionale.
«”Vork and the beast” è il titolo che vuole fare riferimento alla “Bella e la bestia”, però le affinità con la favola terminano qui. Il film è un dark fantasy, un genere che in Italia non viene fatto. Noi pensiamo di aver prodotto il primo dark fantasy indipendente siciliano nel senso che nessuno si è mai cimentato in questa impresa nel panorama del cinema indipendente siciliano. Perché dark fantasy? Perché è un fantasy molto buio, per adulti, non è come il “Signore degli anelli” ma più alla “Conan il barbaro”, più cupo e più violento.
Fondamentalmente mi sono occupato della maggior parte degli aspetti della produzione con l’aiuto di tante persone e grazie al supporto delle associazioni La Fianna e Ares eventi. Ho scritto la storia, la sceneggiatura, è un progetto che ho portato avanti per tre anni. Il film si è evoluto nel tempo: nasceva come cortometraggio, con la storia del mio personaggio. Ho deciso solo successivamente di creare una storia parallela e dopo tempo di aggiungerne una terza.
I personaggi protagonisti sono interpretati quindi da me, Fabrizio Lo Monica, Samuele Lindiner, Gloria Abbate, Mattia Cannizzaro, Ninni Motisi e Ferdinando Gattuccio.
La prima proiezione è prevista per il 18 gennaio al Politeama Multisala di Palermo in via Emerico Amari 160 alle 21; la seconda il 5 febbraio al Supercinema Multisala ed Excelsior Bagheria in via Carà 123 alle 21. Ovviamente ci teniamo ad essere presenti alle proiezioni».
Raccontaci un po’ la trama del film. Qualche anticipazione?
«”Vork and the beast” racconta tre storie che procedono parallelamente, hanno in comune il fatto di essere ambientate nello stesso luogo. Una contea attaccata da una creatura malefica che nessuno riesce a uccidere. Una delle tre storie è quella che mi vede protagonista, nelle vesti di un guerriero che sta dando la caccia al mostro. Mentre nelle altre due storie è l’opposto: ci sono gruppi di persone che stanno fuggendo dalle proprie case per allontanarsi definitivamente da questo mondo. C’è tanto dentro il film. Nel senso che la lotta contro il mostro è un elemento importante ma c’è molto altro, c’è magia, c’è mistero».
Essendo un film fantasy ci si aspetta che sia stato realizzato con molti effetti…
«C’è molto come effetti speciali ma non in digitale, cioè come si faceva negli anni ’80 e i primi degli anni ’90 con un uso sul set di costumi, materiali particolari. Io sono un amante del cinema degli anni Ottanta, preferisco sempre l’artigianato che purtroppo sta morendo nel cinema, ormai tutto è fatto al computer. Sono della vecchia scuola e comunque con il budget microscopico era impossibile fare di più.
Qual è il tuo film preferito? Ti sei ispirato a qualche film o regista per il tuo film?
«Mi hai messo in difficoltà, ma “Lo squalo” di Spielberg. Non ho preso ispirazione da niente, ma il fatto è un altro: io sono un cinefilo, da quando sono piccolo guardo film. Quindi a livello inconscio tutto quello che faccio prende “ispirazione” da questa passione. Ho un occhio differente, però a livello di sceneggiatura il film è completamente preso da sensazioni che provo, da sogni. Come genere che preferisco è l’horror, ma amo anche tantissimo i drammi familiari. Ho fatto dei corti molto realistici che sono piaciuti, sono molto poliedrico».
In attesa dell’uscita del film nelle sale, qual è la tua sensazione? Palermo come risponde?
«Palermo risponde bene perché le persone nemmeno immaginavano si potesse fare una cosa del genere. Nel senso che purtroppo a Palermo, nel circuito indipendente, fanno soltanto lavori sulla mafia. Anche il cinema professionale quando c’è la Sicilia, nove volte su dieci, si parla di mafia. Io invece ho fatto un fantasy dove la mafia non c’è. Ho visto persone interessate perché è come se gli avessimo aperto un mondo: si può fare altro a Palermo. Nulla da ridire sui film di mafia, l’ha fatto pure Martin Scorsese con “Quei bravi ragazzi”. Ma se lo fanno tutti non va bene: io passo per strano ma almeno ho creatività».