L’Ismett, Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione di Palermo taglia il traguardo delle mille resezioni epatiche. La procedura numero mille è stata eseguita per salvare la vita ad un giovane immigrato, arrivato a Palermo con un barcone ed affetto da un tumore primitivo del fegato di dimensioni giganti. Il ragazzo di 28 anni ora sta bene ed è pronto a iniziare la riabilitazione.
La resezione epatica, consiste nell’asportazione chirurgica di una porzione dell’organo per il trattamento dei tumori del fegato (epatocarcinoma, colangiocarcinoma), delle malattie delle vie biliari, e per la donazione di una parte del fegato da vivente ad un soggetto che deve essere trapiantato.
L’alto livello di qualità raggiunto dal centro trapianti palermitano è stato certificato anche da Agenas, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. Secondo gli ultimi dati dell’ente certificatore, infatti, l’indicatore relativo alla mortalità a 30 giorni dopo un intervento per tumore del fegato è pari a zero.
“Questi risultati sono stati possibili grazie alla grande esperienza del team chirurgico che collabora strettamente con esperti epatologi e radiologi interventisti e con fisioterapisti della riabilitazione, oltre alla disponibilità di una terapia intensiva tecnologicamente avanzata, unica in Italia per la sua multidisciplinarietà – spiega Angelo Luca, direttore di Ismett -. Grande importanza ha avuto anche l’applicazione di protocolli sviluppati presso l’Università di Pittsburgh (fast track surgery) che consentono la rapida dimissione ospedaliera e la precoce ripresa delle normali attività della vita quotidiana. L’applicazione di questi protocolli richiede un addestramento continuo del personale e si avvale di procedure e percorsi appositamente studiati. Ismett è diventato ormai un importante punto di riferimento sia per i pazienti che per gli altri professionisti medici che lavorano presso le altre strutture ospedaliere siciliane e di altre regioni”.
Nell’ambito di queste 1.000 resezioni epatiche eseguite in Ismett il 35% è stato realizzato per la cura di tumori insorti originariamente nel fegato e pertanto definiti “tumori primitivi”, nel 34% dei casi per l’asportazione di tumori secondari o metastatici del fegato e nel rimanente 31% per ottenere parti di fegato da trapiantare.
“In particolare vengono riferite a Ismett – sottolinea Salvo Gruttadauria, responsabile della Chirurgia addominale e dei Trapianti addominali dell’Istituto Mediterraneo – le resezioni più complesse quali quelle che richiedono l’asportazione di un’ampia porzione di fegato che può raggiungere l’ 80% dell’organo, o la realizzazione di un intervento. In questi casi l’intervento è effettuato con una tecnica in due tempi. Nel primo tempo si realizza una procedura chirurgica o radiologica volta a fare crescere la parte sana del fegato che necessaria a consentire l’asportazione completa del tumore. Successivamente dopo circa tre settimane ottenuta la crescita del fegato sano si realizza l’asportazione del tumore”.