Eseguiti per la prima volta presso l’Ismett – Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione di Palermo due trapianti di fegato con organi di donatori anziani, ricondizionati. E’ la quarta volta in Italia ad essere utilizzata una tecnologia che consente il “ringiovanimento” del fegato del donatore, la prima volta in un centro del Meridione.
Il ricondizionamento del fegato da destinare a trapianto è possibile utilizzando apparecchiature molto complesse e costose, in grado di migliorare le condizioni degli organi espiantati. A tal fine, l’organo espiantato viene perfuso alcune ore prima del trapianto così da migliorare le sue condizioni.
“Fino ad oggi, il problema dell’impiego dei fegati da donatori anziani è stata l’alta incidenza di insufficienza d’organo nell’immediato periodo postoperatorio – sottolinea Salvo Gruttadauria, Responsabile della Chirurgia addominale e dei Trapianti addominali di Ismett -. L’utilizzo dei sistemi di perfusione ed il ricondizionamento del fegato, permette, di utilizzare organi altrimenti non trapiantabili”.
I due organi utilizzati all’Ismett, sono stati trattati in un caso con una perfusione subnormotermica (a bassa temperatura) nell’altro con una perfusione normotermica, una procedura molto più complessa. I due pazienti trapiantati sono in buone condizioni generali ed uno di questi, quello che ha ricevuto il fegato trattato in normotermia, è già stato dimesso dall’Ospedale.
“La carenza di organi – spiega Angelo Luca, direttore di Ismett – causa ogni anno la morte di molti pazienti in lista di attesa ma comporta anche costi rilevanti per il Servizio Sanitario regionale poiché i pazienti con malattia terminale di organo richiedono ricoveri ripetuti e terapie molto costose. La carenza di organi è un problema nazionale, ma in Sicilia il problema è più grave visto che ancora oggi oltre il 50% degli organi trapiantati proviene da donatori di fuori regione, e si tratta quasi sempre di organi cosiddetti marginali. Ismett, in quanto centro di eccellenza, investe nella ricerca e nella implementazione delle nuove tecnologie per aumentare la disponibilità degli organi da trapiantare, ridurre i tempi in lista di attesa, migliorare la qualità di vita dei pazienti ed utilizzare con efficienza le risorse del Ssr”. “Nel 2015 – continua Angelo Luca – per la prima volta in Europa abbiamo utilizzato la tecnologia Xvivo Perfusion System per migliorare la qualità e la funzione dei polmoni prima di trapiantarli, adesso stiamo implementando le nuove tecnologie disponibili per il ricondizionamento del fegato”.
In Italia, l’utilizzo di queste tecniche di ricondizionamento per trapianto è regolamentato dal Centro Nazionale Trapianti e, grazie all’utilizzo di queste metodiche, è atteso un incremento del 10 % dei trapianti.
(ITALPRESS).