Ha estasiato con la sua dolcezza nei modi e con la sua arte in perfetta armonia con la musica tutti i presenti al Real Teatro Santa Cecilia. Lei è Katie Thiroux, che sorridente e genuina, si racconta al Giornale Cittadino Press. Vasto il programma della sua perfomance che ha registrato ben due sold out.
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La giovane talentuosa ha spaziato come in una giostra di racconti su diverse canzoni con un sound proprio e curato in ogni dettaglio grazie anche alla sintonia con la sua band. Thiraux oltre a cantare ha suonato con disilvoltura e maestria il contrabasso accompagnata da Martin Schack al pianoforte e Matt Witek alla batteria. I tre musicisti hanno dipinto di note jazz il palco dello storico teatro spaziando da brani come “If I were a bell” di Miles Davis a “I want to be happy” di Ella Fitzgerald ed ancora musiche tratte dall’album di Thiroux “This girl is it!“, che da il nome alla sua performance.
“Artisti genuini come Katie Thiroux non vengono fuori ogni giorno, sicché prendetene buona nota” questo è ciò che viene scritto sulla nota testata giornalistica All About Jazz per rappresentare il talento di Thiroux, in esclusiva nazionale per la Fondazione the Brass Group. Il Brass è orgoglioso di ospitare la tappa conclusiva del tour europeo di Katie Thiroux.
This girl is it! è il lapidario ma enfatico commento con cui il grande Quincy Jones ha espresso la propria convinta ammirazione per il talento di Katie Thiroux e le sue autorevoli parole hanno consacrato la giovane cantante e contrabbassista di Los Angeles a nuova stella del firmamento jazzistico internazionale. Un tempo riguardante quasi esclusivamente il canto, la presenza femminile nel jazz si è sempre più ampliata e consolidata anche in campo strumentale ed oggi non è infrequente ascoltare provette jazziste alle prese con tromba, sassofono, trombone, batteria, chitarra ed altro.
Seppure con ritardo e in misura forse ancora un po’ più ridotta, anche il contrabbasso sta beneficiando di questa apertura all’universo femminile e, specie in questo primo scorcio di secolo, sono sempre più numerose nel mondo ed anche in Italia (in tal senso la scuola del Brass Group svolge da tempo un lavoro seminale) le musiciste che si dedicano all’ingombrante strumento, una volta appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Oltre al virtuosismo strumentale, nel quale i critici più attenti riconoscono come modello stilistico quello eccelso rappresentato dal grande Ray Brown, Katie Thiroux sa sfoggiare altrettanta bravura nel canto, collocandosi così nel ristretto drappello dei contrabbassisti-cantanti, tra i quali vale la pena ricordare un paio di esempi: quello storico di Slam Stewart e quello attuale di Esperanza Spalding.
Al multiforme talento innato di Thiroux (che già a 4 anni studiava violino) devono avere certo contribuito gli illustri insegnanti che ne hanno forgiato la formazione iniziale: la celebre vocalist Tierney Sutton e l’altrettanto famoso contrabbassista John Clayton. L’immanente senso dello swing e la squisita musicalità che ne pervadono sia il canto che la cavata hanno presto imposto Katie Thiroux tra le novità più interessanti del jazz di quest’ultimo decennio, come confermano le prestigiose collaborazioni maturate nel frattempo con big del calibro di Patti Austin, Ken Peplowski, Geri Allen, Bill Cunliffe, Terrell Stafford, Charles McPherson, Lewis Nash, Terry Lyne Carrington e molti altri.
Foto di Rosannna Minafò