Palermo – Continuano a ritmo intenso le iniziative inserite all’interno della rassegna culturale Ballarò d’autunno per volontà dell’associazionismo palermitano di concerto con il Comune di Palermo. Il progetto assume particolare importanza, alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno interessato lo storico e centrale quartiere Ballarò, che sta tentando faticosamente di puntare la prua verso l’affermazione della legalità e dell’integrazione.
Palermo in tutte le lingue è stato uno degli ultimi temi affrontati all’interno della Sala delle Lapidi, presenti, tra gli altri il dottor Adham Darawsha presidente della consulta delle culture del Comune di Palermo, che svolge un ruolo molto importante nel processo di integrazione di cittadini, culture, usi e costumi variegati nella nostra città. Cogliamo l’occasione per porgergli alcune domande.
La settimana scorsa si è svolta a Palazzo delle Aquile la conferenza stampa di presentazione di Palermo in tutte le lingue. Un altro tassello importante del processo di integrazione e condivisione di diritti e doveri nella città di Palermo, sempre più multietnica. Ci descriva, dal suo punto di vista come vanno le cose?
“Palermo è una città con una piccola comunità di immigrati regolarmente residenti, quasi 30 mila. La cultura e le tradizioni che queste persone portano alla nostra città potrebbero fare da volano culturale ed economico. Sia il Comune che il mondo dell’ associazionismo lo hanno compreso. Ed è da anni che assistiamo ad una florida crescita delle attività culturali, legati anche al mondo dell’immigrazione, che sempre di più si integra nel tessuto sociale e culturale della città. E’ un ottimo inizio per un processo di integrazione che potrà arricchire tantissimo la città ed i cittadini.“
Negli scorsi mesi, in particolare, l’Europa è stata interessata da un numero molto significativo di persone che hanno chiesto soccorso e la possibilità di una nuova e migliore vita, perché in fuga da una realtà di guerre e sofferenza. Cosa si sente di dire al lettore, che vive con apprensione e paura, spesso per scarsa conoscenza, l’evolversi dei fatti?
“Il lettore dovrebbe iniziare a prendere coscienza del fatto che viviamo tutti in un mondo globale. Le crisi le guerre e i disastri in una parte del mondo, hanno sempre delle ripercussioni su tutto il globo,compresa l’Europa. Dobbiamo cominciare a comprendere che se i nostri rappresentanti, influenzati dall’opinione pubblica, portano avanti politiche estere scellerate, allora ci saranno delle conseguenze negative per tutti. L’accoglienza di chi fugge dalla fame o dalla guerra, spesso causati dai paesi ricchi, è un dovere morale ed umano. Ma lo è ancora di più lo sforzo che dobbiamo fare tutti per portare avanti politiche e politici, che sostengano la pace e la giustizia. Cose che ultimamente purtroppo nonsono avvenute”.
Palermo città aperta ed accogliente abituata a convivere con l’interculturalità che si integra nel territorio. Questa è l’impressione del cronista. La sua?
” Palermo è una città aperta ed accogliente. È una città che ama e non discrimina tranne
che per alcuni episodi che sono stati condannati in primo luogo dai palermitani. Palermo è una città non particolarmente ricca e con tanti problemi sociali ed economici.L’accoglienza risulta condizionata da questi aspetti. Ma certamente la società, le associazioni e le persone possono contribuire e lo fanno già. Soprattutto dobbiamo capire che gli immigrati portano risorse culturali, sociali ed economiche, che potrebbero sollevare questa città. Palermo è una città che ha avuto tante ferite nel passato. Comprende il dolore e sa cosa vuol dire. E questo il motivo per cui riesce ad esprimere un grande senso di umanità e pochissimi episodi d’intolleranza”.