mercoledì, 12 Marzo 2025
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Ingresso ufficiale di Claudio S.Gnoffo nel mondo degli autori letterari.

WP_20160116_17_41_27_ProPalermo – Sabato 16 gennaio 2016 si è svolta presso la Sala delle Carrozze adi Villa Niscemi, la prima Presentazione de “Le Straordinarie Vite di Angela” di Claudio S. Gnoffo.

L’evento patrocinato dal Comune di Palermo, molto partecipato, ha riunito un folto numero di lettori e ammiratori del giovanissimo scrittore emergente, che per l’occasione ha preferito auto produrre il suo libro. Il relatore e moderatore dell’incontro è stato il prof. Luigi Gianfranco Consiglio, già docente di comunicazione ed editore che la nostro taccuino ha detto:

“Una gremitissima Sala delle Carrozze, a Villa Niscemi, ha legittimato, l’ingresso ufficiale di Claudio S.Gnoffo nel mondo degli autori letterari.WP_20160116_17_42_24_Pro
Il felice evento organizzato minuziosamente dal gruppo LaLapa.it di Palermo ha richiamato amici e curiosi e si è svolto secondo un ben coordinato canovaccio.
Si presentava il romanzo “Le straordinarie vite di Angela” un libro composito dove i generi horror, il fantasy e il triller, coi quali esso è composto – come ha dichiarato l’autore nella propria presentazione – hanno rappresentato per lui una scommessa, una sorta di performance.”

Per conoscere meglio l’autore e le sue opere riportiamo alcune domande che gli abbiamo posto alla fine dell’incontro con il pubblico.

Cosa ti ha spinto a scrivere Le straordinarie Vite di Angela?

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Il Prof. Luigi Gianfranco Consiglio,

“Il tema degli alter ego, delle maschere pirandelliane. E anche il fascino che esercitano su di me le trame composte di storie diverse che s’incontrano e s’intrecciano. Ho unito le due cose, mostrando un personaggio, Angela, che grazie alle proprie maschere può vivere vite diverse che all’apparenza sono distinte ma in realtà s’incontrano, quando la tragedia irrompe. La realtà è davvero più imprevedibile della fantasia e la condiziona pesantemente, come nel romanzo si vedrà.”

Mi parli della sua amicizia con il Prof. Consiglio.

“Ormai 5 anni or sono, Don Angelo Mannina, il mio parroco, mi indirizzò a Renzo Mazzone, editore della ILA Palma, per farmi fare un po’ di esperienza. Lui a sua volta mi fece conoscere il Prof. Felice Cammarata, che a sua volta mi ha fatto conoscere Consiglio, che era stato, guarda i casi della vita, sotto l’ala di Mazzone pure lui. Quando si dice che la vita è fatta di incontri, si dice il vero!”

Lei è un un giovane plurilaureato, quindi una persona che sa applicarsi negli studi. Come si vede, come si proietta o meglio come si immagina fra vent’anni?

“Bella domanda! Onestamente non lo so. Sicuramente so cosa voglio essere: un autore affermato. Di conseguenza, credo che tra vent’anni mi vedrei comunque nel campo dell’editoria, come addetto ai lavori se non proprio come autore, sempre però con lo scopo di affermarmi. Rimanere dentro questo mondo insomma, per emergere da esso.”

Perché consiglia la lettura del suo libro? Quale messaggio fortemente si fissa nel lettore alla fine del libro?WP_20160116_17_41_49_Pro

“Lo consiglio perché immerge in vicende intense, profonde, drammatiche, che scorrono veloci ma lasciano un messaggio fortissimo: dietro l’apparenza c’è sempre di più. C’è sempre di più, dietro ciò che l’occhio vede. Vale tanto per le persone che ci circondano quanto per le vicende che vivono. Come accade a questa ragazza, che potrebbe realmente essere nostra amica, nostra sorella, nostra figlia, una di noi.
Angela è una di noi. Un’adolescente capace di fissare, nella mente del lettore, il messaggio che ognuno di noi, dentro, vive. Travagli invisibili all’occhio dell’altro.
Vale tanto per le persone che ci circondano quanto per le vicende che vivono. Come accade a questa ragazza che, ripeto, può realmente essere nostra amica, nostra sorella, nostra figlia, una di noi.
Le sue vite straordinarie sono modi fantastici che Angela ha di dialogare con sé stessa su ciò che vive e la fa soffrire. Proprio perché la narrativa, da sempre, ci consente di aprire, attraverso quella porta che dà ad altri mondi, uno spiraglio dentro noi stessi. Per scorgere abissi nascosti in noi che altrimenti non vedremmo, per conoscerci meglio e vivere con pienezza, sia con gli altri che con noi stessi.”

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