Lei è Giuseppina Di Paola e lo scorso 31 maggio è stato ufficialmente il suo ultimo giorno di lavoro tra le fila del Corpo della Polizia Municipale di Palermo, segnando un profondo cambiamento per la nostra città, poiché, nel dicembre 1982 fu la prima donna entrata a far parte dei Vigili Urbani.
“Al concorso del 1982 furono diverse le donne che parteciparono – racconta al GCPress Giuseppina Di Paola – ma solo in due riuscimmo a passare tutte le prove, comprese quelle mediche, e così entrammo nel Corpo dei Vigili Urbani“. Oltre le varie prove, ai tempi vi era il rigido step dell’altezza da superare, ed essendo loro le prime donne in campo, nulla era stato disposto sulle nuove misure, pertanto il limite fu equiparato a quello maschile, e così molte donne non ce la fecero perché più basse del previsto.
“Noi abbiamo fatto da apripista – commenta la Di Paola – e questa esperienza mi ha cambiato profondamente, anche nei pensieri. Per noi donne, è stata ancora più dura, poiché, a differenza degli uomini che nella maggior parte avevano svolto il servizio militare, si sono trovati più avvantaggiati ad entrare nell’ottica di certi meccanismi militarizzati. Infatti, proprio all’inizio ho lavorato col Colonnello Parisi che veniva dall’Arma dei Carabinieri“. Dopo solo tre anni dell’immissione in servizio, la collega decise di lasciare il Corpo.
In questi anni è cambiata la città di Palermo, nella forma e nelle abitudini, ed è cambiato anche il Corpo che da Vigili Urbani diviene Polizia Municipale a cui vengono attribuiti una serie di nuove mansioni che si aggiungono alla gestione della viabilità cittadina. Compiti che oggi diventano ancora più numerosi e delicati, se solo pensiamo alla recentissima normativa anti Covid 19. Ed in questi giorni ne abbiamo visti tanti di agenti P.M. in campo nel controllo del rispetto di queste misure.
Come è cambiata nel frattempo Palermo?
“Da quando sono entrata in servizio, noto che la città ha subito un profondo cambiamento, e purtroppo sembrerebbe in peggio. Eppure non ci vorrebbe molto per cambiare direzione: se tanti atteggiamenti rispettosi, come vengono spontanei a noi, lo fossero per tutti, le cose si sistemerebbero spontaneamente da sole. Basterebbe che ognuno facesse la sua parte. Purtroppo per certe azioni non basterebbero neanche tutte le forze dell’ordine in campo, considerando poi che, ognuna, è sotto organico, e si fa quel che si può. Si dovrebbe pensare alla città come se fosse la propria casa, ed è un peccato perché le potenzialità di Palermo e della Sicilia, sono davvero uniche al mondo“.
Come è stato l’avvio di questa esperienza a Palermo?
“E’ stata sicuramente un’esperienza forte, ed in città eravamo oggetto di curiosità. Inizialmente facevamo servizio nelle zone centrali, tra queste piazza Castelnuovo, ed i pensionati di allora si posizionavano proprio di fronte a noi, e ci stavano ad osservare per tutto il tempo non perdendosi alcun movimento. Si passava dalla viabilità al semaforo, dalle informazioni ai cittadini alle vetture che venivano fermate; certo che i colleghi uomini entrati con noi, non suscitavano tutta questa curiosità. All’inizio ad affiancarci c’era sempre un Vigile “anziano”, e questi tempi li ricordo con molta nostalgia“.
Poi, arriva l’estate e il nuovo servizio a Mondello…
“Il sindaco di allora era Nello Martellucci e fu proprio lui a volere questo cambiamento, ovvero portare proprio noi donne a far servizio d’estate a Mondello, ed anche questa fu un’esperienza indimenticabile“.
La viabilità, è cambiata anch’essa negli anni?
“Alcune cose sicuramente sono migliorate, come ad esempio l’istituzione delle corsie preferenziali che sembra funzionino. Altre cose, invece, sono restie, soprattutto alcune cattive abitudini quale, quella odierna, dell’uso del telefono cellulare alla guida, e persiste sempre il vecchio problema delle doppie file. Purtroppo, spesso, si fa quel che si vuole, e magari se si fa notare qualcosa si rischia persino di ricevere pure una brutta risposta“.
Giuseppina Di Paola ha lavorato da sempre anche prima che vincesse il concorso per i Vigili Urbani, ha sposato questo servizio a 360 gradi dedicandosi alla tutela del cittadino e al controllo del territorio, sia per strada che in ufficio, è stata anche al Palazzo di Città, si è occupata oltre che di viabilità, di “servizio motorizzata”, di “polizia amministrativa” e, negli ultimi anni, di pubblicità. Ed una vita così intensa sicuramente le mancherà.
“Negli ultimi giorni – conclude Giuseppina Di Paola – ho ricevuto davvero tante dimostrazioni d’affetto da parte dei colleghi, sia quelli “storici” sia quelli conosciuti più recentemente. Alcuni di essi mi hanno commossa e sorpresa, regalandomi parole sentite che mi hanno fatta sentire ripagata di tante cose, anche delle delusioni che fanno parte della vita di tutti noi. Questo vuol dire che qualcosa di te è rimasta, ed è bello poter lasciare qualcosa di positivo; anche piccoli segnali, in questi casi, hanno la loro importanza. A causa delle misure anti covid, non è stato possibile poter organizzare una festa di pensionamento coi colleghi, e questo mi è dispiaciuto, ma quando potremmo farla, naturalmente ci sarà. Sono contenta di aver portato a termine questo percorso, di aver fatto il mio dovere, e di aver lasciato un segno”.
Ringraziamo per le foto storiche l’Associazione Culturale Polizia Municipale ed in particolare Sergio Quartana.