Sarà un viaggio in nome dell’acqua e per l’acqua quello proposto dall’artista Domenico Pellegrino che venerdì 19 luglio dalle ore 19.00 ripercorrerà il Canal Grande da Palazzo Zenobio per giungere al Castello Donà dalle Rose ospiti dei Francesco e Chiara Donà dalle Rose, presidente del World Internationa Sicilian Heritage e direttrice di BIAS, la Biennale Internazionale di Arte Sacra, una delle più antiche famiglie nobiliari, che ha dato anche tre Dogi a Venezia, sostenitrice di progetti culturali e innovativi legati all’arte contemporanea.
Si svolgerà a Venezia la cerimonia laica, un corteo di imbarcazioni che scorta la “regina”, la barca di luce. Tutto inizia da “I’m The Island”, l’installazione di Domenico Pellegrino, ospitata nel Padiglione del Bangladesh alla 58a Biennale d’arte di Venezia. Un’installazione-barca che rappresenta un viaggio, un percorso, una ricerca di conoscenza, la voglia di vita. Un omaggio al mare, la barca di luce condurrà da Palazzo Zenobio, sede del Padiglione, a Ca’ Donà dalle Rose, dove è in programma la presentazione del libro d’arte sull’opera di Domenico Pellegrino. La barca al suo interno traghetta la cultura di un popolo vivo (simboleggiato dalla luce) e protetto dalla stessa barca, come due mani trattengono la cosa più importante al mondo. Le luminarie ridisegnano alcuni decori del Bangladesh, elementi presi a prestito dalla natura, riscritti e ridisegnati attraverso la cultura siciliana.
La performance inizierà come un corteo di natanti lungo le Fondamenta antiche: un Pupparino a remi (storica imbarcazione, tipica delle calli veneziane) guidato da Patrizi Veneziani – trascinerà “I’m The Island”, da Palazzo Zenobio, lungo le Fondamenta Priati, Rio Ca’ Foscari, taglierà il Canal Grande, poi imboccherà Rio Santi Apostoli, il canale dei Gesuiti per giungere nella Cavana (darsena coperta) di Palazzo Donà dalle Rose. E visto che ogni cerimonia deve avere la sua colonna sonora, il corteo di barche sarà accompagnato dal violino tradizionale (un J.B.Vuillaume del 1855 e un archetto J.F.Schmitt appartenuto al violinista Franco Gulli) del giovane Nicola Di Benedetto.
Quando il corteo di barche arriverà a Palazzo Donà dalle Rose, è in programma la presentazione del volume fotografico “Cosmogonia Mediterranea” (Serradifalco edizioni), che riporta la storia dell’intero progetto di Domenico Pellegrino: un’installazione luminosa a forma di Sicilia che ha viaggiato per il Mediterraneo, toccando musei e luoghi d’arte; e si è fermata sul fondo del mare dinanzi a Lampedusa, nello stesso luogo dove continuano ad approdare le barche dei disperati che cercano una vita migliore. Luminarie antiche, tradizioni di una volta: tante piccole stelle luminose sono scivolate apposta nell’acqua e lì sono rimaste, a formare una costellazione che ha i contorni colorati dell’isola.
“Cosmogonia Mediterranea” è dedicata a Sebastiano Tusa, l’archeologo che sostenne sin dall’inizio il progetto dell’artista e che è scomparso nel disastro aereo in Etiopia. Il libro si apre proprio con la prefazione di Sebastiano Tusa. L’installazione originale proposta alla Biennale di Venezia, racconta il viaggio dell’opera: la scultura è stata ripescata dall’acqua e, dopo un’inevitabile manutenzione che ha cercato di salvaguardarne la memoria “sommersa”, è stata portata a Venezia.