Il presidente della Fondazione e sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, e il sovrintendente e direttore artistico Marco Betta con il direttore musicale Omer Meir Wellber e il direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau, hanno presentato il programma della stagione 2023-2024 del Teatro Massimo di Palermo.
La stagione di opere e balletti sarà inaugurata il 22 novembre, quella di concerti già il 15 novembre.
Una stagione all’insegna di due grandi storie d’amore e morte, strettamente legate l’una all’altra: Romeo e Giulietta e Tristano e Isotta. Due storie che affondano le radici nel Medioevo ma che sono ancora oggi attualissime; due vicende di conflitto tra le scelte degli individui e le pressioni della società e che si concludono con la morte degli amanti; due compositori legati alla Sicilia e l’uno all’altro, perché Wagner, pur disprezzando l’opera italiana, professò sempre grande ammirazione per l’autore di Norma. Amore e morte che caratterizzano anche Turandot e Madama Butterfly, le due opere scelte per rendere omaggio a Giacomo Puccini nell’anno del centenario della morte, e Rigoletto di Giuseppe Verdi che torna con la regia di John Turturro e un cast di grandissimi interpreti.
Intorno a questi titoli, un variegato mosaico che spazia dall’America alla Francia, con titoli poco noti che tornano a Palermo dopo mezzo secolo: è il caso di Elisabetta regina d’Inghilterra, opera seria di Rossini di cui fu protagonista nel 1971 Leyla Gencer, pietra miliare della Rossini Renaissance, e de Les pêcheurs de perles (assenti dal 1966), mentre non era mai stato eseguito Lady, be good di George Gershwin. Completano la stagione ben tre titoli di balletto, tutti ispirati a personaggi fiabeschi (Biancaneve, la Cenerentola di Prokofiev, un nuovo Peter Pan).
Ad inaugurare il programma il 22 novembre 2023 sarà il nuovo e visionario allestimento de I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini, diretto da Omer Meir Wellber con la regia del coreografo e regista israeliano Idan Cohen che impegnerà l’Orchestra, il Coro e il Corpo di ballo del Teatro.
“È un connubio di musica e danza reso possibile dalla direzione musicale di Omer Meir Wellber”, dice il regista. “Ho immaginato di ambientare l’opera in un museo tassidermico distopico disegnato magistralmente dalle scene di Riccardo Massironi e dai costumi di Edoardo Russo. Durante lo svolgimento dell’opera il museo, con le sue teche e le sue immagini riflesse, subisce un’affascinante trasformazione. La sabbia che scorre nelle grandi clessidre che occupano la scena infrange il vetro e invade il palcoscenico. Quanto accade serve non solo a offrire una metafora del modo in cui interagiamo con la natura e la cultura, ma anche ad analizzare la manipolazione dei giovani amanti in una società che idealizza e feticizza la giovinezza, e in particolare il corpo delle donne”.
La coppia dei protagonisti, Romeo e Giulietta, come previsto da Bellini è affidata a due voci femminili, con Romeo en travesti. Cohen, sposando e accentuando le indicazioni della partitura, fa dei due personaggi di Romeo e Giulietta due donne che si amano e “che rappresentano diversi punti di vista della femminilità, attraverso una moltitudine di prospettive e obiettivi culturali”. Ad interpretarle sono il mezzosoprano russo Maria Kataeva (Romeo) al debutto nel ruolo, che si alterna con Anna Pennisi, giovane artista siciliana che invece ha già una buona esperienza internazionale come Romeo; debutta come Giulietta anche Marina Monzó, di ritorno a Palermo dopo Don Pasquale, che si alterna nelle repliche con Francesca Pia Vitale, fresca vincitrice del Concorso internazionale “Toti Dal Monte” proprio per il ruolo di Giulietta; il rivale Tebaldo è Ioan Hotea, anche lui di ritorno a Palermo dopo il successo in Don Pasquale, in alternanza con Mert Süngü, tenore turco che sarà protagonista anche del concerto di inaugurazione della stagione concertistica insieme a Omer Meir Wellber; Capellio è interpretato da Marco Spotti; Lorenzo è Gabriele Sagona. Le scene sono di Riccardo Massironi, i costumi di Edoardo Russo, il costumista che insieme a Carlo Poggioli ha firmato i sontuosi costumi della serie Netflix su Il Gattopardo girata in questi mesi in Sicilia. Le luci sono disegnate dal light designer Bambi. Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro Massimo. Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau.