Il 12 maggio del 1997, dopo 23 anni di incredibile e ingiustificabile chiusura e in coincidenza con il centenario dell’inaugurazione, il Teatro Massimo veniva riaperto al pubblico con un doppio concerto: il primo, nel pomeriggio, diretto da Franco Mannino con il Coro e l’Orchestra del Teatro; il secondo, la sera, diretto da Claudio Abbado con l’orchestra dei Berliner Philharmoniker. La mattina del 12 maggio poi, la prova di Claudio Abbado con i Berliner era stata aperta al pubblico degli studenti; ed era stata una grandissima emozione per un pubblico composto quasi interamente da ragazzi e ragazze nati dopo la chiusura del Teatro Massimo.
Per ricordare questa ricorrenza il Teatro Massimo ha invitato un direttore tra i più affermati come Michele Mariotti, direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro con un concerto celebrativo che vuole confermare la vitalità e la presenza del Teatro Massimo nel tessuto sociale e culturale della città. E ha aperto ai giovani degli istituti scolastici cittadini la prova aperta che ha preceduto l’odierno concerto.
“Il 12 maggio 1997 è un giorno che è storia della nostra città ma che è patrimonio quotidiano di tutti – dichiara il presidente della Fondazione Teatro Massimo e sindaco di Palermo Leoluca Orlando -. Ricordo proprio quel giorno quando un cittadino mi fermò e, pur non essendo solito frequentare il mondo del teatro, espresse il suo orgoglio di essere palermitano. “Il Massimo sarà una bandiera della Città” aggiunse. E così è stato. Oggi il Teatro Massimo è parte integrante della nostra città, modello riconosciuto a livello internazionale di un patrimonio valoriale che esprime il cambiamento culturale di Palermo. Oggi, a distanza di venticinque anni, non celebriamo soltanto un anniversario ma la rinascita di un’intera città”.
“La riapertura del Teatro Massimo – aggiunge il Sovrintendente Marco Betta – fu un segno di rinascita e di grande partecipazione della comunità cittadina. L’arte e la musica non smettono mai di rappresentare i valori più profondi della civiltà, celebriamo questo anniversario con questa consapevolezza e la gioia ed il senso di essere ritornati al mondo”.
Il programma del concerto di oggi, giovedì 12 maggio 2022, alle 20:30, vede una successione di grandi composizioni: si comincia infatti con i Vier letzte Lieder di Richard Strauss, I quattro ultimi canti, che sono il messaggio di congedo dal mondo del compositore bavarese. Strauss aveva già ottantaquattro anni quando li scrisse nel 1948, e furono eseguiti solo dopo la sua morte, nel 1950. Dal primo Frühling (Primavera) fino all’ultimo, Im Abendrot (Al tramonto), che si conclude con la domanda “è questa forse la morte?”, un senso di grande serenità pervade questi Lieder, su testi di Hermann Hesse per i primi tre e di Joseph von Eichendorff per l’ultimo, il più significativo. Ad eseguirli con l’Orchestra del Teatro Massimo sarà il soprano Christiane Karg. A seguire Schicksalslied (Canto del destino) di Johannes Brahms su testo del poeta romantico Friedrich Hölderlin. Anche Brahms, come Strauss, si interroga sul destino dell’uomo. Ma se la dimensione di Richard Strauss era individuale, le domande di Brahms hanno una portata collettiva: il testo di Hölderlin quindi non è affidato a una voce solista, ma al Coro diretto da Ciro Visco.
Chiude il concerto la Sinfonia n. 9 “Dal nuovo mondo”, tra le più famose e trascinanti sinfonie di AntonínDvořák. Fu scritta nel 1893 durante il soggiorno americano del compositore ceco che, al culmine della sua fama, era stato invitato a dirigere il conservatorio di New York. In questa sinfonia Dvořák infonde la curiosità e il fascino di questo “nuovo mondo” che gli si apriva nelle sale da concerto ma anche nelle strade: fu lui a spingere i giovani musicisti incontrati in America ad abbandonare i modelli europei per scrivere una musica che rispecchiasse la loro esperienza, così come anche lui aveva portato le melodie tradizionali nelle sue opere. Le melodie e i ritmi della sinfonia risentono così tanto della suggestione delle scoperte americane che della nostalgia della patria.
Biglietti: da 30 a 12 euro
Programma
12 maggio ore 20.30
in occasione dei 25 anni dalla riapertura del Teatro Massimo
Direttore Michele Mariotti
Soprano Christiane Karg
Richard StraussVier letzte Lieder op. 150
Johannes BrahmsSchicksalslied op. 54
Antonín Dvořák Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal nuovo mondo”
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Maestro del Coro Ciro Visco
Durata: un’ora e quarantacinque minuti circa.
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Debutta al Teatro Massimo di Palermo, venerdì 13 maggio, “CENERE” di Gery Palazzotto, una tragica storia italiana
“Cenere” è il capitolo finale di una trilogia di teatro d’inchiesta, prodotta dal Teatro Massimo di Palermo, scritta e diretta da Gery Palazzotto, iniziata cinque anni fa con “Le parole rubate” (2017) e portata avanti con “I traditori” (2019). L’opera che sarà in scena al Teatro Massimo in Sala Grande, venerdì 13 maggio alle 18:30 e sabato 14 alle 20:00, ricostruisce e analizza i passaggi fondamentali dei misteri delle stragi del 1992 in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle scorte Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
“Sono passati trent’anni – spiega Gery Palazzotto – e la cenere è quel che resta, una sorta di nemesi, dopo una incredibile sequela di indagini, processi, vicissitudini giudiziarie, anomalie, colpe mai espiate, e “parole non dette” del più clamoroso depistaggio dell’Italia repubblicana”.
In scena, a tessere il filo del racconto, l’attore Gigi Borruso, che si sdoppia in due personaggi contrapposti: “un faccia a faccia tra due visioni opposte – prosegue Palazzotto – quella del protagonista delle precedenti opere, che ha fiducia nella giustizia pur essendo lacerato da mille dubbi, e quella di un alter ego negativo, il siciliano convinto che la mafia dia lavoro e che le teorie del complotto siano tutte stupidaggini. Nel racconto dei misteri delle stragi che nel 1992 cambiarono la storia di questo Paese, il bene e il male, il bianco e il nero, si dividono la scena, ognuno con la sua rivelazione, ognuno col suo carico di dolore, ognuno con una tesi inconfessabile. “Cenere” è la celebrazione della verità del dubbio “.
L’opera si avvale di musiche originali che incrociano diversi universi sonori, composte da Marco Betta, nel duplice ruolo di sovrintendente e compositore, dal bassista e chitarrista Fabio Lannino e dal pianista e compositore jazz Diego Spitaleri. “La cosa più bella – dice Marco Betta – è stato il nostro lavorare insieme, ascoltandoci l’un l’altro, contro ogni individualismo e nel segno della massima condivisione”.
In scena insieme a loro Antonino Saladino, al violoncello, e un intervento della Massimo Youth Orchestra, diretta dal maestro Michele De Luca. A legare il filo di una narrazione artistica globale, l’artista visivo Francesco De Grandi Artworks con le elaborazioni grafiche di Azzurra Messina e le coreografie ideate ed eseguite da Yuriko Nishihara e Alessandro Cascioli, solisti del Corpo di ballo del Teatro Massimo che rappresentano le schegge delle drammatiche esplosioni dei due attentati. Videomaking di Antonio Di Giovanni e Davide Vallone.
Biglietti: da 30 a 12 euro
Durata spettacolo: 75 minuti
Nel pomeriggio di sabato 14 maggio, alle 18:30 in Sala Onu, per le presentazioni delle opere in scena a cura dell’Associazione Amici del Teatro Massimo, gli autori Marco Betta, Fabio Lannino, Diego Spitaleri e Gery Palazzotto incontreranno il pubblico per presentare “Cenere”.
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Lunedì 16 maggio un concerto delle formazioni giovanili dirette dal Maestro Michele De Luca
Il 16 maggio 1897 con Falstaff di Giuseppe Verdi si inaugurava con grande sfarzo il Teatro Massimo di Palermo, il nuovo, imponente teatro, per dimensioni il terzo d’Europa, che si ergeva nella piazza principale della città di cui divenne il cuore dell’attività culturale.
Lunedì 16 maggio alle 20:30, a 125 anni di distanza, il Teatro Massimo celebra questa ricorrenza, con un concerto affidato alle formazioni giovanili del Teatro: la Massimo Youth Orchestra e la Massimo Kids Orchestra dirette dal Maestro Michele De Luca.
La prima parte del concerto è affidata alla Massimo Youth Orchestra, la più recente tra le formazioni giovanili del Teatro, composta da giovani tra i 16 e i 23 anni. Il programma prende le mosse da Das Liebesverbot oder die Novize von Palermo (Il divieto d’amare o la novizia di Palermo) che Wagner, autore anche del libretto, trae da Misura per misura di Shakespeare, ma ambienta l’azione, anziché a Vienna, a Palermo: un segno che sembra profeticamente unire il destino del compositore a quello della città che ancora non conosceva ma alla quale sarebbe rimasto legato. Si prosegue con L’Intermezzo da Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, uno dei brani più famosi dell’opera e con una suite sinfonica di celebri temi tratti da La bohème, l’opera che aveva concluso la prima stagione del Teatro Massimo, che chiude la prima parte del programma.
La seconda parte del concerto è affidata invece alla Massimo Kids Orchestra, l’orchestra che accoglie bambini e ragazzi a partire dagli otto anni con un programma che apre con le maestose e famosissime note dell’inno alla Fortuna dai Carmina Burana di Carl Orff. A seguire la vivace Sinfonia dei giocattoli, attribuita a Leopold Mozart, e a volte anche all’uno o all’altro dei fratelli Haydn, primo esempio conosciuto di una composizione scritta per strumenti giocattolo, un genere che avrà poi nuova fioritura dalla seconda metà del Novecento. Seguono le note della Sinfonia dal Nuovo Mondo di Antonín Dvořák, in un arrangiamento di Dizzy Stratford, e la leggerezza del Sandpaper Ballet di Leroy Anderson. Si torna poi ad omaggiare quelle opere che furono frequentissime al Teatro Massimo fin dalle prime stagioni e fino a oggi. A partire da una suite che raccoglie temi famosi da Carmen di Bizet, e poi l’Aida di Verdi, della quale si esegue il brano più noto, la Marcia trionfale del secondo atto, per chiudere il concerto, oggi come allora, in quel 16 maggio 1897, con un arrangiamento orchestrale del Finale di Falstaff .
Biglietti: da 25 a 10 euro.