Una serata all’insegna del divertimento e della solidarietà quella che si è svolta ieri pomeriggio nello storico Museo internazionale delle Marionette “Antonio Pasqualino” di Palermo che ha visto protagonisti i paladini dell’Opera dei Pupi in uno spettacolo a sostegno del Centro diurno “Come A Casa” per il progetto “Autonomia Autismo Accoglienza” rivolto a giovani adulti con autismo.
L’evento benefico è stato promosso dall’Associazione di promozione sociale 5atuttotondo, lo studio di terapia cognitivo-comportamentale FacciamoABA e il Museo internazionale delle Marionette per sostenere le attività di carattere riabilitativo e ludico-ricreativo (laboratorio artistico, di musica, sport, orto e giardinaggio) che il Centro svolge dal 2017.
Le gesta eroiche di Orlando e Rinaldo per conquistare la bella Angelica, le battaglie accese e senza esclusione di colpi, ma anche quel sottile velo di ironia nei dialoghi tra i protagonisti della scena, hanno reso lo spettacolo un concentrato di divertimento ed emozioni che hanno tenuto tutti i presenti letteralmente incollati alle poltrone.
Tra il pubblico, molti ragazzi con sindrome dello spettro autistico insieme alle loro famiglie che hanno assistito allo spettacolo con grande attenzione e hanno avuto modo di scoprire come si riesce a dar vita ai paladini (che hanno ognuno un peso di 10 kg) attraverso i movimenti decisi e sapienti dei marionettisti.
Una sinergia decennale importante quella tra il Museo internazionale delle Marionette e le associazioni che si occupano di persone con autismo: sinergia che ha dato luogo a numerose attività volte, principalmente, all’integrazione dei ragazzi all’interno delle realtà culturali e allo sviluppo delle loro capacità di relazione e autonomia.
Il teatro come possibile forma di terapia ha già trovato a Palermo, in Francia, ma anche in Emilia Romagna, terreno fertile per la realizzazione di progetti di teatro-terapia: ma quali sono i risultati tangibili di questa attività? Rosario Perricone, direttore del Museo internazionale delle Marionette, ci ha così risposto: «Un primo risultato si può constatare nella capacità di relazione ed integrazione dei ragazzi, manifestata dagli stessi nel periodo in cui hanno frequentato le attività e i laboratori organizzati dal teatro».
«Questo spazio – ha concluso Perricone – è sempre aperto a tutti, per cui i ragazzi si sono trovati a relazionarsi continuamente con altre persone vivendo quella quotidianità che vorremmo diventasse normalità costante e non sporadica».
E come bisogna relazionarsi con ragazzi e bambini con sindrome dello spettro autistico per superare le difficoltà? Ce lo ha spiegato Cristina Maria Russotto, psicologa-psicoterapeuta e coordinatrice del Centro diurno: «Bisogna cercare di creare un ambiente il più possibile adeguato alle loro esigenze, siano essi bambini o giovani da accompagnare verso l’età adulta. A questo, si deve necessariamente aggiungere – ha concluso la Russotto – un intervento riabilitativo effettuato da professionisti specializzati in autismo».
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