Dopo sette mesi di chiusura, il Teatro Biondo di Palermo riapre il sipario per una stagione estiva che prenderà il via il 4 giugno a Palazzo Chiaramonte Steri.
Una stagione “Eroica”, che la direttrice del Biondo Pamela Villoresi dedica alla città, ai lavoratori dello spettacolo e al pubblico, a chi ha saputo resistere in questi difficili mesi di sospensione: «Eroici siamo tutti noi che abbiamo coltivato la vita sotto la lastra di ghiaccio del sipario chiuso – spiega la Villoresi –, tutte le nostre produzioni sono andate in prova, mentre i numerosi lavori in streaming sono stati forieri di prossimi debutti; abbiamo dato vita a un teatro di ascolto e abbiamo dato voce alle parole che altrimenti sarebbero rimaste a rimbalzare nel silenzio delle stanze chiuse, soprattutto quelle dei nostri più giovani concittadini, esiliati dai loro istituti scolastici. Ma eroici siete soprattutto voi, il pubblico, che vi siete incaponiti – dopo averci regalato l’ultima parte dell’abbonamento del primo lockdown – e, fiduciosi, ne avete acquistato uno nuovo a inizio stagione. Vi siete aggrappati ai proclami governativi e regionali e ci avete mandato e-mail e messaggi, ci avete telefonato, ponendo sempre lo stesso interrogativo: “Quando riaprite? Ci mancate”».
Grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo, con l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e con l’Assessorato alle Culture del Comune, la rassegna estiva del Biondo avrà luogo in tre spazi suggestivi ed evocativi, che interagiranno con le drammaturgie dei sei spettacoli in programma: Palazzo Chiaramonte Steri, sede del Rettorato universitario; Palazzo Belmonte Riso, sede del Museo regionale d’arte contemporanea; e l’Atrio della Biblioteca Comunale di Casa Professa.
«Il ritorno all’attività di spettacolo in presenza, alla vigilia dell’estate – afferma il Presidente del Biondo Giovanni Puglisi – ci offre una straordinaria opportunità, quella di poter realizzare un teatro diffuso nel territorio. Se in questo momento gli spettatori hanno difficoltà ad andare a teatro, il teatro va dagli spettatori, nel cuore di Palermo, in tre luoghi istituzionali di grande suggestione come lo Steri, il Palazzo Belmonte Riso e l’Atrio della Biblioteca Comunale di Casa Professa. In tal modo si valorizza anche la dimensione teatrale dei luoghi, intesi come spazi di condivisione e come serbatoio di storie che si riattivano nella pratica scenica: penso, ad esempio, allo spettacolo su Le menzogne della notte di Bufalino, la cui drammaturgia è stata pensata proprio per gli ambienti dello Steri. È questo il modo migliore per ricostruire il rapporto con il pubblico e con la città dopo un anno così difficile per tutti».
La stagione Eroica prenderà il via il 4 giugno allo Steri con la prima nazionale di A noi due, ovvero Le menzogne della notte di Gesualdo Bufalino, con la drammaturgia e la regia di Giulia Randazzo; in scena Vincenzo Pirrotta, Paolo Briguglia, Matteo Francomano, Mauro Lamantia, Giuseppe Lino e il musicista Alessandro Librio, autore di una partitura musicale e sonora che il pubblico ascolterà in cuffia. A noi due, infatti, è un’esperienza teatrale innovativa, nella quale lo spettatore è posto al centro di un processo immersivo ispirato al romanzo di Bufalino, un percorso esperienziale pensato per gli spazi dello Steri. L’ex sede dell’Inquisizione diviene metafora di una biblioteca della memoria, dove lo spettatore è invitato a entrare in contatto con la parte più intima del pensiero dello scrittore siciliano. Tra labirintici riferimenti biografici e bibliografici, affiorano frammenti sospesi tra realtà e finzione, che si condensano e, infine, prendono vita in una riflessione sulla morte, o meglio, sugli istanti che la precedono.
Il senso di reclusione e di controllo vissuto dai personaggi plasma lo spazio fisico: nel cortile esterno dello Steri viene ricreata la sensazione di uno spazio interno grazie a un gioco di posizioni tra palcoscenico e pubblico. L’impianto scenico si ispira al carcere panottico ideato nel 1791 da Jeremy Bentham e presente anche nell’isola bufaliniana (identificato come il penitenziario sull’isola di Santo Stefano nell’arcipelago delle isole ponziane, anche se l’autore non lo nomina mai) ma ne inverte le prospettive. Gli spettatori ascolteranno in cuffia il suono dello spettacolo, appositamente realizzato dal musicista Alessandro Librio con la tecnica binaurale, che dà la sensazione di essere immersi in un ambiente tridimensionale. Lo spettacolo replicherà fino al 13 giugno.
A seguire, dal 15 al 20 giugno, il cortile dello Steri ospiterà Il misantropo di Molière nella messa in scena di Fabrizio Falco, reduce dalla prima nazionale di Trieste del 26 maggio. A partire da un classico della letteratura teatrale barocca, che nel corso della storia si è proposto come un’inesauribile fonte di chiavi di lettura, aprendo a un numero infinito di interpretazioni, Fabrizio Falco, con una compagnia di giovanissimi attori siciliani – Costantino Buttitta, Alice Canzonieri, Luca Carbone, Doriana Costanzo, Davide Cirri, Rita Debora Iannotta, Claudio Pellegrini, Cristiano Russo e lo stesso regista – mira ad utilizzare il gioco di specchi proposto da Molière per invitare a riflettere sul senso e sul valore estetico e morale di cui la società odierna si trova vittima e artefice. Cos’è la verità, cos’è la menzogna, come si fa a fingere?
Il 29 e 30 giugno il palcoscenico del Biondo si sposterà a Palazzo Belmonte Riso, sede del Museo regionale d’arte contemporanea, dove Pamela Villoresi e Mario Incudine interpreteranno La Sicilia come metafora, omaggio a Leonardo Sciascia e agli autori siciliani, con la partecipazione dei musicisti Michele Piccione e Antonio Vasta. A trent’anni dalla scomparsa del grande autore siciliano, il Biondo gli rende omaggio attraverso un viaggio antologico, letterario e teatrale. Lo spettacolo, che riprende quello realizzato per la Fondazione Federico II, dà voce al “coro”, talvolta rimasto inascoltato, di innumerevoli siciliani che cercano quotidianamente il superamento di quella sicilitudine analizzata da Sciascia anche nella sua accezione negativa: un eccesso di identità astratta, inconcludente, parolaia e selvatica, da ribaltare in positivo. In questo “viaggio antologico” il “coro” è guidato idealmente dallo scrittore di Racalmuto, accompagnato da poeti siciliani come Pirandello, Vittorini, Quasimodo, Buttitta, Bufalino e Consolo.
Sempre nel cortile di Palazzo Riso, dal 3 all’11 luglio, andrà in scena la prima italiana di Bengala a Palermo, un grande affresco di teatro, musica e danza incentrato sulle storie della vasta comunità indiana di Palermo. L’autrice Daniela Morelli e il regista Marco Carniti hanno raccolto ed elaborato i racconti della comunità, in particolare di una famiglia bengalese, ed hanno realizzato una drammaturgia polifonica che sarà interpretata da Lucia Sardo, Mario Incudine, Erika Urban, Luigi Tabita, Aurora Cimino, Priyanka Datta, Bandjougou Diawara, Alexsia Edman, Jean-Mathieu Marie, Salvatore Lupo, David Marzi, Giuseppe Provinzano. Mario Incudine ha realizzato le musiche, che eseguirà dal vivo insieme a Lavinia Mancusi e Giovanni Vasta.
Al centro della vicenda è la storia d’amore tra una giovane bengalese e un ragazzo palermitano, una specie di Romeo e Giulietta ai tempi del Covid. Ma è anche un atto d’amore per le tradizioni e i rituali di culture che si confrontano. L’autrice e il regista hanno immaginato una storia corale con diversi personaggi: una famiglia di commercianti bengalesi (Kalua e Ara, padre e madre; la figlia Deeti di ventidue anni; il figlio Basant di venti e Shaila, quattordicenne nata a Palermo); Donna Bibì, un’anziana nobildonna dalla vita movimentata; il giovane puparo Vito; un venditore ambulante africano; un’atletica ragazza siciliana. La danza e la musica, che fin dall’ingresso in platea accolgono il pubblico, fanno da collante dei quadri e delle storie.
La stagione estiva del Biondo proseguirà nell’Atrio della Biblioteca Comunale di Casa Professa, dal 15 al 20 luglio, con la ripresa di Viva la vida, lo spettacolo di Gigi Di Luca basato sull’omonimo romanzo di Pino Cacucci che racconta la vita e l’arte di Frida Kahlo, le cui recite erano state interrotte a causa della pandemia. In scena, nel ruolo dell’artista messicana, è Pamela Villoresi, mentre la body painter Veronica Bottogliero le dipinge sul corpo i segni dell’arte di Frida e la cantante Lavinia Mancusi dà voce a Chavela Vargas, ultima amante della pittrice. Viva la vida è uno spettacolo innovativo, che racconta una Frida Kahlo intima e contemporanea.
La stagione si concluderà, dal 23 al 25 luglio nell’Atrio della Biblioteca Comunale, con Squarci d’autore, una messa in scena basata sui testi degli studenti delle scuole medie superiori di Palermo e Provincia, raccolti dal Biondo nei mesi del lockdown ed elaborati dagli allievi registi, drammaturghi e attori della “Scuola di recitazione e professioni della scena”.
In un momento difficile come quello che stiamo ancora vivendo, il Biondo ha pensato di coinvolgere gli studenti delle scuole superiori nella ricerca o nella creazione di testi (poesie, racconti, dialoghi, musiche e altri componimenti artistici) che trasmettano la loro “visione” dell’attualità, legandola alle opere letterarie o alle opere d’arte siciliane. I pensieri, che incrociano anche il vissuto personale di questi difficili mesi, sono stati elaborati, interpretati e messi in scena dagli allevi della scuola di teatro con il coordinamento di Antonio Silvia.
Non è previsto servizio di vendita dei biglietti nei luoghi degli spettacoli; le prevendite su vivaticket.it e al botteghino del Teatro Biondo cominceranno il 18 maggio. Gli abbonati che hanno rinunciato al rimborso o che sono in possesso dei voucher della stagione 2019-2020, hanno la priorità nella scelta degli spettacoli fino al 27 maggio e fino ad esaurimento dei posti disponibili.
I possessori della card “Quasi Eroi” possono convertire la stessa in voucher. Informazioni e prenotazioni al Botteghino e all’Ufficio promozione.
PROGRAMMA E SCHEDA TECNICA DEGLI SPETTACOLI
dal 4 al 13 giugno – Palazzo Chiaramonte – Steri, Palermo (prima nazionale)
A noi due
ovvero Le menzogne della notte di Gesualdo Bufalino
drammaturgia e regia Giulia Randazzo
scene e costumi Giulia Bellé
musiche originali e sound design Alessandro Librio
con Paolo Briguglia, Vincenzo Pirrotta
e con Matteo Francomano, Mauro Lamantia, Giuseppe Lino
produzione Teatro Biondo Palermo
A noi due è un’esperienza teatrale innovativa, nella quale lo spettatore è posto al centro di un processo immersivo ispirato al romanzo Le menzogne della notte di Bufalino, un percorso esperienziale pensato per gli spazi dello Steri Chiaramonte di Palermo. L’ex sede dell’inquisizione diviene metafora di una biblioteca della memoria, dove lo spettatore è invitato a entrare in contatto con la parte più intima del pensiero dello scrittore siciliano. Tra labirintici riferimenti biografici e bibliografici, affiorano frammenti sospesi tra realtà e finzione, che si condensano e, infine, prendono vita in una riflessione sulla morte, o meglio, sugli istanti che la precedono.
L’azione si svolge da un tramonto all’alba successiva. Quattro condannati a morte, accusati di sedizione e attentato alla monarchia, attendono l’esecuzione. Il governatore dell’isola concede loro di trascorrere una notte confortevole, durante la quale, se uno di loro svelerà il nome del capofila dei rivoluzionari, nell’anonimato di una confessione scritta, tutti saranno salvi. Un tempo sospeso, da dividere con le verità di ogni prigioniero, fra equivoche confessioni e angosce.
Il senso di reclusione e di controllo vissuto dai personaggi plasma lo spazio fisico: nel cortile esterno dello Steri viene ricreata la sensazione di uno spazio interno grazie a un gioco di posizioni tra palcoscenico e pubblico. L’impianto scenico si ispira al carcere panottico ideato nel 1791 da Jeremy Bentham e presente anche nell’isola bufaliniana (identificato come il penitenziario sull’isola di Santo Stefano nell’arcipelago delle isole ponziane, anche se l’autore non lo nomina mai) ma ne inverte le prospettive. Gli spettatori ascolteranno in cuffia il suono dello spettacolo, appositamente realizzato dal musicista Alessandro Librio con la tecnica binaurale, che dà la sensazione di essere immersi in un ambiente tridimensionale.
dal 15 al 20 giugno – Palazzo Chiaramonte – Steri, Palermo
Il misantropo
di Molière
traduzione Cesare Garboli
regia Fabrizio Falco
regista assistente Davide Cirri
assistente alla regia Francesca Melluso
scene Luca Mannino
costumi Gabriella Magrì
musica Angelo Vitaliano
con Costantino Buttitta, Alice Canzonieri, Luca Carbone, Doriana Costanzo, Davide Cirri, Fabrizio Falco, Rita Debora Iannotta, Claudio Pellegrini, Cristiano Russo
produzione Teatro Biondo Palermo
A partire da un classico della letteratura teatrale barocca, che nel corso della storia si è proposto come un’inesauribile fonte di chiavi di lettura, aprendo a un numero infinito di interpretazioni, Fabrizio Falco, con una compagnia di giovanissimi attori siciliani, mira ad utilizzare il gioco di specchi proposto da Molière per invitare a riflettere sul senso e sul valore estetico e morale di cui la società odierna si trova vittima e artefice. Cos’è la verità, cos’è la menzogna, come si fa a fingere? Cechov affermava che si può fingere dovunque tranne che nell’arte. Forse siamo chiamati proprio a questo, a non mettere più maschere, a fare i conti definitivi.
«In un’epoca di fake news – spiega Fabrizio falco – credo che anche nel nostro mondo ci sia bisogno di verità. Una verità che deriva dalla profondità di sé, dei sentimenti, dei rapporti tra le persone per riscoprirsi individui fino in fondo e comunità fino in fondo. Un’esigenza etica di onestà intellettuale e buona fede per toccare il fondo dei cuori. Tutto questo si contrappone alla retorica del falso, della menzogna, dell’artificio, insomma della maschera. Con questo spettacolo abbiamo cercato di abbattere le maschere per provare a toccare il fondo dei cuori tra noi attori e toccare il fondo dei cuori degli spettatori».
29 e 30 giugno – Palazzo Belmonte Riso, Palermo (prima nazionale)
La Sicilia come metafora
Omaggio a Leonardo Sciascia e agli autori siciliani
Viaggio antologico teatrale a cura di Michele Di Martino
con Pamela Villoresi, Mario Incudine
e i musicisti Michele Piccione e Antonio Vasta
musiche di Mario Incudine
produzione Teatro Biondo Palermo
in collaborazione con Fondazione Federico II
A trent’anni dalla sua scomparsa, il Biondo propone un omaggio a Leonardo Sciascia attraverso un viaggio antologico, letterario e teatrale. Lo spettacolo, che riprende quello realizzato per la Fondazione Federico II, dà voce al “coro”, talvolta rimasto inascoltato, di innumerevoli siciliani che cercano quotidianamente il superamento di quella sicilitudine analizzata da Sciascia anche nella sua accezione negativa: un eccesso di identità astratta, inconcludente, parolaia e selvatica, da ribaltare in positivo. In questo “viaggio antologico” il “coro” è guidato idealmente dallo scrittore di Racalmuto, accompagnato da poeti siciliani come Pirandello, Vittorini, Quasimodo, Buttitta, Bufalino e Consolo.
dal 3 all’11 luglio – Palazzo Belmonte Riso, Palermo (prima nazionale)
Bengala a Palermo
di Daniela Morelli
regia Marco Carniti
con Lucia Sardo, Mario Incudine, Erika Urban, Luigi Tabita
e con Aurora Cimino, Priyanka Datta, Bandjougou Diawara, Alexsia Edman, Jean-Mathieu Marie, Salvatore Lupo, David Marzi, Giuseppe Provinzano
musiche Mario Incudine
eseguite dal vivo da Mario Incudine, Lavinia Mancusi, Giovanni Vasta
scene Marco Carniti
realizzate dagli allievi dell’Accademia belle arti di Palermo coordinati da Valentina Console
costumi Ottavio Anania
aiuti regia Fred Santambrogio, Giuseppe Provinzano
assistente ai costumi Noemi Mazzocchi
produzione Teatro Biondo Palermo
in collaborazione con Progetto Amunì / Babel
Palermo ospita una delle più vaste comunità indiane d’Italia. Le storie, i mestieri, i costumi e i saperi che la comunità esprime sono un patrimonio per la città, da sempre impegnata ad elaborare l’immaginario delle culture che accoglie. Bengala a Palermo è un progetto articolato, che nasce dagli incontri dell’autrice, del regista e degli attori con i rappresentanti della comunità indiana. La drammaturgia si basa sulle loro storie, sulla loro cultura, i riti, le danze, le musiche, le tradizioni in dialogo con la città di Palermo.
Lo spettacolo racconta la storia di una famiglia indiana e della sua integrazione nella città di Palermo. Al centro della vicenda è la storia d’amore tra una giovane bengalese e un ragazzo palermitano, una specie di Romeo e Giulietta ai tempi del Covid. Ma è anche un atto d’amore per le tradizioni e i rituali di culture che si confrontano. L’autrice Daniela Morelli e il regista Marco Carniti hanno immaginato una storia corale con diversi personaggi: una famiglia di commercianti bengalesi (Kalua e Ara, padre e madre; la figlia Deeti di ventidue anni; il figlio Basant di venti e Shaila, quattordicenne nata a Palermo); Donna Bibì, una nobildonna centenaria dalla vita movimentata; il giovane puparo Vito; un venditore ambulante africano; un’atletica ragazza siciliana. La danza e la musica, che fin dall’ingresso in platea accolgono il pubblico, fanno da collante dei quadri e delle storie.
dal 15 al 20 luglio – Atrio della Biblioteca Comunale di Casa Professa, Palermo
Viva la vida
liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Pino Cacucci
progetto, adattamento e regia Gigi Di Luca
con Pamela Villoresi (Frida Kahlo)
e con Lavinia Mancusi (Chavela Vargas, musiche di scena)
e Veronica Bottigliero (La Pelona, body painter)
scene Maria Teresa D’Alessio
costumi Roberta Di Capua, Rosario Martone
luci Nino Annaloro
assistente alla regia Valentina Enea
produzione Teatro Biondo di Palermo
Uno spettacolo innovativo, che racconta una Frida Kahlo intima e contemporanea. In scena Pamela Villoresi nel ruolo dell’artista messicana, Veronica Bottigliero, la body painter che le dipinge sul corpo nudo i segni della sua arte, e Lavinia Mancusi che interpreta la cantante Chavela Vargas. «Viva la vida – spiega il regista Gigi Di Luca – è un urlo di dolore che porta alla luce l’aspetto più propriamente femminile di Frida Kahlo, attraverso simbolismi che richiamano la sua radice multiculturale ed etnica, andando oltre la narrazione biografica e facendo emergere l’anima di Frida donna, messicana, pittrice e rivoluzionaria. Animata dal fuoco dell’amore per Diego, per le donne, per l’arte, per le radici della propria terra, per la sua stessa vita, vissuta voracemente nonostante la fragilità della sua condizione fisica. Frida si mette a nudo, ripercorre l’esistenza travagliata, trascorsa in bilico tra vita e morte. Ormai stanca ed annientata dalla sofferenza, si prepara ad affrontare il suo ultimo viaggio, lasciandosi trasportare in un’atmosfera onirica, nella quale proietta immagini e ricordi».
dal 23 al 25 luglio – Atrio della Biblioteca Comunale di Casa Professa, Palermo
Squarci d’autore
dai testi degli studenti delle scuole medie superiori di Palermo e Provincia
drammaturgia, regia e interpretazione degli allievi
della “Scuola di recitazione e professioni della scena” del Teatro Biondo di Palermo
coordinamento Antonio Silvia
produzione Teatro Biondo Palermo
In un momento difficile come quello che stiamo ancora vivendo, il Teatro Biondo ha pensato di coinvolgere gli studenti delle scuole superiori di Palermo e provincia nella ricerca o nella creazione di testi (poesie, racconti, dialoghi, musiche e altri componimenti artistici) che trasmettano la loro “visione” dell’attualità, legandola alle opere letterarie o alle opere d’arte siciliane. I pensieri, che incrociano anche il vissuto personale di questi difficili mesi, sono stati elaborati, interpretati e messi in scena dagli allevi della scuola di teatro del Biondo, con il coordinamento di Antonio Silvia.
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L’orario di inizio degli spettacoli dipenderà dalle disposizioni sul coprifuoco.
Costo biglietti: intero 15 euro – ridotto 12 euro.