Un nuovo e visionario allestimento de “I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, inaugura, mercoledì 22 novembre alle 20:00 la stagione 2023-2024 di opere e balletti del Teatro Massimo di Palermo che lo produce. A dirigerloil direttore musicale Omer Meir Wellber checon l’Orchestra, il Coro, il Corpo di ballo del Teatro e la regia di Idan Cohen porta in scena con il capolavoro di Bellini il mito degli amanti veronesi.
Nel nuovo allestimento prodotto dal Teatro Massimo ad interpretare i protagonisti sono il mezzosoprano russo Maria Kataeva al debutto nel ruolo di Romeo, e nel cast alternativo Anna Pennisi, giovane artista siciliana che invece ne ha già una buona esperienza internazionale; debutta come Giulietta anche il soprano spagnolo Marina Monzó, di ritorno a Palermo dopo Don Pasquale,che si alterna nelle repliche con Francesca Pia Vitale,fresca vincitrice del Concorso internazionale “Toti Dal Monte” proprio per il ruolo di Giulietta; il rivale Tebaldo è Ioan Hotea, anche lui di ritorno a Palermo dopo il successo in Don Pasquale, in alternanza con il tenore turco Mert Süngü che si è recentemente fatto apprezzare nel concerto inaugurale della stagione concertistica; Capellio è interpretato dal basso Marco Spotti; Lorenzo èGabriele Sagona. I costumi sono di Edoardo Russo, il costumista che insieme a Carlo Poggioli ha firmato i sontuosi costumi della serie Netflix su Il Gattopardo girata in questi mesi in Sicilia mentre le luci sono disegnate dal light designer Bambi. Drammaturgia e assistente alla regia Raïna von Waldenburg. Assistente alla regia Antonella Cozzolino. Assistente alla coreografia Ted Littlemore. Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro Massimo, Maestro del Coro Salvatore Punturo, Direttore del Corpo di ballo Jean-Sébastien Colau.
“Inauguriamo la stagione con un capolavoro “siciliano” come I Capuleti e i Montecchi, l’opera di Bellini a me più cara – dice il direttore musicale Omer Meir Wellber – con un connubio di musica e danza concepito insieme al regista e coregrafo Idan Cohen che ha ambientato la vicenda in un museo tassidermico distopico disegnato dallo scenografo Riccardo Massironi. La coppia dei protagonisti, Romeoe Giulietta, come previsto dalla partitura di Bellini è affidata a due voci femminili, con Romeo en travesti. Una scelta stilistica legata alla consuetudine dell’epoca, che oggi ha anche una valenza politica nel mostrare quanto siano simili le persone dei due schieramenti in conflitto, sia a livello vocale che umano”. “I Capuleti e i Montecchi sono un capolavoro senza tempo, che ha ispirato alcuni dei più grandi compositori dal tardo Ottocento fino ad ora – aggiunge il regista e coreografo Idan Cohen. In questo allestimento contemporaneo dell’opera ho deciso di concentrarmi su un elemento affascinante dell’interpretazione data da Bellini e Romani dell’eterno racconto di Romeo e Giulietta: il modo in cui giocano con l’elemento musicale e drammaturgico del tempo. Gli amanti eternamente giovani… Romeo e Giulietta rimangono giovani per sempre. La nostra società idealizza in modo feticistico la giovinezza, in modo speciale per le donne, che sono incoraggiate a perseguire l’obiettivo di rimanere e sembrare eternamente giovani. Perciò il nostro allestimento pone uno specchio di fronte a queste pressioni della società, mettendo in mostra l’oggettificazione e la conservazione di Romeo e Giulietta come personaggi giovani. Facendo ciò presento e metto in discussione i metodi e le giustificazioni con i quali la cultura occidentale crea i suoi martiri. Questo allestimento de I Capuleti e i Montecchi – conclude il regista – vi invita a riconsiderare la storia eterna di Romeo e Giulietta nel contesto di sfide e aspirazioni contemporanee. Ogni generazione ha i propri Romeo e Giulietta. E spero che trovi degli echi su molti piani, lasciandovi con una comprensione più profonda del persistente potere dell’arte di entrare in contatto con il mondo intorno a noi, anche in momenti in cui speranza, ingenuità e amore sembrano concetti lontani e l’umanità dispiega tutta la sua crudeltà e violenza”.
“Inauguriamo la nuova stagione 2023-2024 con “I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini, – dice il sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo, Marco Betta, una grande storia d’amore e morte che racconta in modo emblematico l’eterno conflitto tra le scelte degli individui ed i conflitti della società che condanna per sempre i due amanti all’infelicità. Con questo inestimabile capolavoro diamo il via alla nuova stagione di opere e balletti confortati dai dati che registrano il ritorno a teatro del grande pubblico, come nelle stagioni pre-pandemia, una sfida difficile che ci conferma quanto il patrimonio musicale e artistico dei teatri italiani possa essere un centro di crescita civile e sociale”.
L’opera fu rappresentata per la prima volta al Teatro La Fenice di Venezia l’11 marzo 1830. Venne accolta da un successo trionfale diventando una delle opere più rappresentate dell’Ottocento, nonostante Bellini e Romani avessero avuto a disposizione pochissimo tempo per scriverla, tanto da attingere l’uno a un testo scritto cinque anni prima sullo stesso soggetto e l’altro al materiale melodico di Zaira, una precedente opera di Bellini, che non aveva avuto fortuna. Romani riscrive il mito di Romeo e Giulietta servendosi dei testi più diversi e discostandosi dalla tragedia shakespeariana. Elimina il personaggio della madre di Giulietta e riduce le due parti maschili di Capellio e Lorenzo, concentrando l’attenzione sulla tragedia d’amore e sull’infelicità inevitabile a cui i due amanti sono condannati dalla società in cui nascono. Al centro del dramma è il triangolo amoroso composto da Giulietta (soprano), Romeo (mezzosoprano) e Tebaldo (tenore). Un triangolo assente in Shakespeare, dove Tebaldo è il cugino di Giulietta mentre il suo promesso sposo è Paride. Bellini da par suo, compone una partitura che è una successione di melodie memorabili fino a uno dei punti più alti di tutta la sua produzione, l’aria di addio a Giulietta che Romeo intona nel finale, prima che un tragico equivoco consegni il suo corpo morente al risveglio dell’amata.
Dopo il debutto “I Capuleti e i Montecchi” sarà in scena giovedì 23 novembre (Turno F, ore 20:00), venerdì 24 novembre (Turno B, ore 18:30) sabato 25 novembre (Turno Opera, ore 18:30), domenica 26 novembre (Turno D) e martedì 28 novembre (Turno C, ore 18:30).
Biglietti: da 20 a 145 euro.
Domenica 26 novembre l’opera sarà trasmessa in diretta streaming sulla WebTv del Teatro Massimo a partire dalle 17:15.
COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
La Fials Cisal di Palermo in seguito alla direttiva unitaria nazionale di lotta sindacale, per rivendicare il rinnovo del CCNL, ha deciso di indire lo stato di sciopero in concomitanza della prima rappresentazione dei “Capuleti e Montecchi” di Vincenzo Bellini, in programma per il 22 novembre al Teatro Massimo di Palermo. I lavoratori del Teatro Massimo di Palermo hanno deciso di aderire allo sciopero nazionale perché “il contratto nazionale di categoria è fermo, nella parte economica, dal 2003 – spiega Antonio Barbagallo, segretario della Fials di Palermo – e non ha avuto nessuna forma di adeguamento rispetto alla crescente inflazione (calcolata intorno al 37%) adeguamenti che invece molte altre categorie hanno ottenuto in sede di rinnovo di contratto da parte del governo. Non abbiamo riscontrato passi in avanti rispetto a quanto chiesto. A fronte di reiterate proposte economiche irricevibili della controparte rispetto al CCNL”.
Anche in altre città d’Italia i lavoratori e le lavoratrici del sindacato hanno scioperato in concomitanza con le prime rappresentazioni delle opere in calendario. E’ infatti al Maggio Musicale Fiorentino, al Carlo Felice di Genova, al Regio di Torino a Verona e in diversi altri teatri italiani.