«Papà che significa borgo medievale?» – chiede con curiosità un piccolo turista al suo babbo – «pensa ad un luogo dove passeggiano re e principesse» – gli risponde il padre.
Che Gangi, antico borgo siciliano situato sul Monte Marone a 1.011 metri sul livello del mare, presenti un’atmosfera regale e d’incanto, si percepisce già prima di arrivare. Quando il viaggio sembra ancora lungo, ecco che, girata una curva, la vedi comparire improvvisamente davanti, quasi una magia, con la sua singolare struttura: sovrasta dall’alto un mantello compatto di costruzioni ed edifici. Da qualsiasi prospettiva si osservi, la natura sembra essersi sposata con l’operosità umana.
Una volta arrivati, tra il profumo di lavanda e ciclamini, siamo accolti dalle numerose facciate in pietra e dai visibili balconi della case, in scuro ferro battuto, da dove si intravedono coloratissimi gerani. Si intravedono innumerevoli chiese con alti campanili, palazzi signorili, scalinate in pietra e piazzette a poligoni irregolari.
Gangi, prima di tutto, è un luogo ricco di storia. Il suo nome, infatti, probabilmente si collega alla mitica città di fondazione cretese Engymon, citata da Diodoro Siculo e nota, in passato, per il rito delle Dee Madri. Conosce la dominazione greca, romana, araba e normanna, ma è con la famiglia dei Ventimiglia che raggiunge nel Medioevo la sua massima potenza. Cultura e splendore arrivano nel Settecento, grazie all’attività di illustri mecenati e alle iniziative dell’Accademia Arcadica degli Industriosi. C’è chi, richiamando alla memoria eventi storici non così lontani, la ricorda per il “Prefetto di Ferro” Cesare Mori, che, nel 1926, attuò una durissima e violenta repressione contro la mafia.
La storia dell’antico borgo si sviluppa di pari passo alle sue ricchezze artistiche. Tanti sono gli edifici religiosi e, tra i più noti, figurano la Chiesa di San Paolo, costruita tra il XV e il XVI secolo e la Chiesa della Baida, edificata nel XVII secolo, sulle strutture di un preesistente oratorio benedettino, con all’interno gli affreschi di Giovanni Crestadoro del 1796. Abbiamo, poi, la Chiesa del SS. Salvatore (XVII), dal caratteristico campanile a guglia moresca, il Santuario dello Spirito Santo, realizzato nel XVI secolo e la Chiesa di San Cataldo. Queste strutture, di estimabile valore e fascino, sono caratterizzate da una duplice atmosfera: l’ambiente interno, religioso e tranquillo, esorta alla preghiera e alla riflessione spirituale, invece, esternamente, le costruzioni sembrano legarsi perfettamente a tutto ciò che le circonda. Si respira e non si esaurisce mai quell’ aria di incanto e stupore. Passeggiando, non si può non rimanere colpiti da quelle strettissime stradine con tante piante colorate. Ci chiamano, ci spingono ad avvicinarci ed è così che, quasi come in un sogno, ci offrono scorci panoramici mozzafiato, immersi nel verde della natura. Raggiungere Piazza del Popolo? Come essere catapultati in una favola. Lì, un animale di pietra sbuca da una grotta, incorniciata dalle foglie di un albero: è un leone che si è fermato per dissetarsi dalla fonte (Fontana del leone del 1931).
Nella stessa piazza, un portico laterale, da dove si innalza la possente e quadrata Torre dei Ventimiglia, accompagna i visitatori alla Chiesa Madre San Nicolò di Bari (sec. XIV – XVIII), all’interno della quale primeggiano le decorazioni dello scultore gangitano Filippo Quatrocchi e l’imponente tela del 1629, opera dello Zoppo di Gangi (Giuseppe Salerno), “Giudizio Universale”. La chiesa, sempre al suo interno, ospita la curiosa “fossa dei parrini” (una cripta contenete circa 80 mummie di sacerdoti con i rispettivi abiti e parametri sacri). Accanto alle innumerevoli costruzioni religiose, tra le tante piazzette dove sostare a chiacchierare e gli ariosi luoghi elevati, da cui godere delle suggestive viste panoramiche, imperdibile è la visita del Palazzo Bongiorno (XVIII). Oggi sede del Comune di Gangi, un tempo sede dell’Accademia degli Industriosi, l’edificio presenta raffinate volte affrescate, realizzate da Gaspare Fumagalli. Impreziosiscono l’excursus turistico Palazzo Sgadari, che attualmente ospita la ricca collezione di opere del pittore Gianbecchini e il Castello Ventimiglia del XIV secolo.
Se arte e storia già bastano a far amare il bel borgo medievale, non finisce qua. Gangi, infatti, è anche luogo di tradizioni, divertimento, buon cibo e artigianato. Nel corso dell’anno numerosi concorsi, feste religiose e sacre coinvolgono abitanti e visitatori. A parlarne è il Sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello, che abbiamo trovato intento ad accogliere nel Comune i tanti turisti. «La nostra cultura è il turismo» – ha detto e, tra i tanti eventi, ha ricordato la “Domenica delle palme”, la tanto attesa “Sagra della Spiga”, che si svolgerà dal 1 al 9 Agosto (nove giorni all’insegna della cultura, del folklore e della tradizione), “Vivere in Assisi” (ultima settimana di settembre), il “Festival dei Borghi” (dal 3 al 6 settembre) e molte altre manifestazioni da non lasciarsi sfuggire. Il Sindaco ha sottolineato l’importanza di valorizzare la terra siciliana e le bellezze che essa offre. «Valorizzare significa anche rispettare» e non a caso, aspetto questo che anche noi abbiamo potuto constare con i nostri occhi, l’impegno e i propositi del primo cittadino sembrano già concretizzarsi nei fatti: a Gangi, pulizia, ordine, decoro urbano e amore per la natura sono, infatti, all’ordine del giorno. Parlare di Gangi significa riferirsi al “Borgo più bello d’Italia”, al “Gioiello d’Italia 2012”, al “Borgo dei Borghi 2014” e a “Les plus beaux villages de la terre”.
Lungo le caratteristiche vie tortuose o in salita, si affacciano piccoli negozietti d’artigianato locale: oggettistica in legno e in pietra, manufatti in vimini intrecciati e colorati, preziosi ricami e merletti. E che dire del cibo?? Impossibile resistere: genuino e fresco, rispecchia il clima di montagna e l’aria limpida e incontaminata del territorio. Gustosi formaggi tra le vetrine del borgo, dolci con mandorle e pane tipico, carni di qualità e il vino dei vigneti locali. Un autentico tesoro di sapori e buona cucina.
Ma se qualcuno dovesse chiedere “chi sono questi re e principesse che passeggiano per il luogo?”, la risposta ora appare semplice: siamo proprio noi visitatori. Diventano tutti quelli che raggiungiamo uno dei borghi più belli d’Italia. È questa la magia di Gangi.