C’era una volta il mondo degli uomini, la loro vita e nella maggior parte dei casi scorreva tranquilla e felice. Tutto andava bene, tutto era bello e armonioso, la natura era benigna e l’uomo si prodigava per far si che si vivesse in equilibrio con gli altri uomini e con la stessa natura.
Ma era realmente così, o la mia è una semplice fantasteria? (mi piace questo termine, so che si dice fantasticheria, ma a me mi piace assai, ma assai assai).
Magari fosse stato così. Proprio in questi ultimi periodi mi sembra che vada tutto all’incontrario. Mi sembra di vivere non in un pianeta dalla forma rotondeggiante, dove in qualsiasi posto mi trovi del pianeta sto sempre con la testa all’insù. Ho la sensazione invece di vivere, e qua do ragione ai terrapiattisti, dall’altra parte del pianeta e quindi con la testa all’ingiù.
Bedda matri, ca tiesta o cuntrario? Un ci viu chiù. Tuttu u sangu in testa macchianò! Tradotto per i non siculi: “mamma mia, con la testa all’ingiù? Non ci vedo più. Tutto il sangue mi è salito in testa”.
Perché, cari lettori, mi sembra di stare con la testa all’ingiu? E’ presto spiegato, non ci capisco più niente dell’attuale situazione che coinvolge buona parte della popolazione mondiale, sembra che una parte consistente di essa, se non tutta, sia impazzita per colpa di questo maledetto virus che ci ha fatto sclerare.
Prima il lockdown (confinamento), poi il distanziamento, le mascherine, i vaccini, i terrapieni, i supportini, i cadreghini, poi le impostazioni primordiali antesignane, poi ancora i depauperati e insostenibili distorti emblemi del moderatismo transumante (beddamatri un sacciu mancu io chiddu ca staiu scrivennu, sballavu puru io? – sempre per i non siculi “Mamma mia, non so neanche quello che sto scrivendo, sono sballato pure io?”.
Una minoranza contro una maggioranza silenziosa, che si ribella a quello che dovrebbe essere la normalità, un comportamento da parte di tutti responsabile per la salvaguardia della propria persona e nel rispetto degli altri. “Non fare agli altri ciò che non ti piacerebbe fosse fatto a te” (vedi Confucio) questo è quello che l’etica della reciprocità, o regola d’oro, ci suggerisce di applicare.
Sinceramente non riesco a comprendere il perché, alcune persone non si vogliono convincere che con il loro comportamento mettono a rischio la loro sicurezza e quella delle altre persone. Giustifico solamente quella parte esigua della popolazione che non può compiere questo passo, perché le proprie patologie metterebbero in pericolo la loro stessa vita.
Picciotti mia agliutto, un ci possu stari chiù ca testa suttasupra mi stancavu e staiu mali, un sacciu quantu resisterò na sta posizioni (ragazzi miei, aiuto, non ci posso stare più con la testa all’ingiù, mi sono stancato e sto male non so quanto resisterò in questa posizione).
Concludendo, non so cosa augurare al genere umano, so solo che ci meritiamo quello che abbiamo per scelte scellerate, ognuno di noi pensa a se stesso e non al bene comune, basterebbe poco per andare tutto bene, meno egoismo e più altruismo. Speriamo bene perché la vedo dura, non so quanto staremo in questo limbo e se mai ne usciremo. Incrocio le dita.