domenica, 22 Dicembre 2024
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Il Genio di Palermo… tra visite e passeggiate a tema per tre weekend, dal 21 aprile al 7 maggio

Il Genio di Palermo, testimonial del talento: ritorna per il 2° anno il festival dedicato tra visite, esperienze e passeggiate tematiche. 14 luoghi 14 esperienze e 21 passeggiate d’autore. A Palermo nei giorni: 21 / 23 - 28 / 30 aprile e 5 / 7 maggio

Per i palermitani, il Genio è una presenza. Impalpabile, leggero, lo si ritrova su arazzi sbiaditi, fontane dimenticate, costoni sconnessi. E’ il nume laico della città, molto più antico della Santuzza, ma non per questo meno amato: meno trionfale e più quotidiano, è il protettore degli artisti, dei narratori, dei sognatori, dei geni, appunto, di tutti coloro che hanno lasciato traccia nella vita.

Ed ecco quindi che IL GENIO DI PALERMO – organizzato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori e dall’ Università di Palermo con partner SiMuA, Comune di Palermo, Soprintendenza regionale ai Beni culturali, Città metropolitana e Amap, e i tanti privati che partecipano al progetto – diventa una caccia al tesoro nel segno della creatività e dell’intraprendenza. Si è trovato il Genio in antiche residenze nobiliari, nelle icone votive, scolpito nelle “vare” o, da protagonista barocco, eccolo che guarda placido i giardini. Genio come figura identitaria della città ma anche, in senso esteso, come parola che indica talento, capacità di intuizione e di innovazione di cui l’Università vuole essere incubatore. E stringendo ancor più il rapporto con il progetto Ho scelto il Sud: chi ha scelto di restare o tornare in Sicilia sarà raccontato in tre scuole della città.

I tre weekend, da venerdì 21 aprile fino a domenica 7 maggio

Il festival del GENIO DI PALERMO è giunto così alla sua seconda edizione, e mai come in questo periodo in cui la città è piena di turisti, è interessante aprire al pubblico e far parlare – la formula è sempre quella delle Vie dei Tesori: palazzi nobiliari, giardini, laboratori artigianali, archivi, sorgenti; ma anche organizzare esperienze; ascoltare professori universitari, storici, giornalisti che approfondiscono temi creativi, spunti inediti, mostrando un ulteriore punto di vista.

La nostra comunità accademica è fortemente coinvolta in questa seconda edizione del Genio di Palermo – interviene il rettore Massimo Midiri – : città e università si integrano nella conoscenza di luoghi e ambienti, sviluppando quello che si intende come Terza Missione. Inoltre l’università sta ampliando il suo Sistema museale e su questo coinvolgeremo il Genio. Tra i progetti c’è quello di ridare vita ai magazzini di via Lincoln”.

Tra i partner del Genio, anche il Comune di Palermo. “Un’iniziativa che mette in risalto la genialità in tutta le sue forme – spiega l’assessore alla Rigenerazione urbana, Maurizio Carta – : ma mi piace anche pensare che il Genius Loci, da divinità ctonia, quindi sotterranea, con questo festival esce allo scoperto, si trasforma, diventa solare”. 

Creatività e ingegno: per la prima volta in assoluto si entrerà nella casa museo degli Incorpora, la dinastia di fotografi della Palermo Felicissima. Il fortuito ritrovamento di un baule scampato ai bombardamenti del ’43 ha riportato alla luce fotografie, apparecchi fotografici, lastre, oggetti quotidiani. Il racconto di un’epoca elegante e sontuosa. “Luoghi ispirati alla figura del Genio, ma anche siti che esprimono talento, creatività, innovazione – dice Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori -: quattordici luoghi, altrettante esperienze e ventuno passeggiate in cui saranno tanti i professori universitari che scendono in strada seminando conoscenza, dal centro alle periferie”.

Si scoprirà il piccolo e prezioso Museo della subacquea, voluto da Sebastiano Tusa e tenuto in vita da un gruppo di appassionati sub: un vero tesoro di apparecchiature ingegnose utilizzate sin dagli anni Trenta per scendere sott’acqua. Si cercheranno le tracce degli artisti geniali: primo fra tutti Ernesto Basile, protagonista di alcune passeggiate, ma anche di visite al sontuoso Palazzo Francavilla, affacciato sul Teatro Massimo, al Villino Florio, rinato dopo l’incendio che lo distrusse; e della dinastia dei Serpotta, a iniziare dal giovanissimo Giacomo e dalla sua prima “palestra” creativa, l’Oratorio di San Mercurio.

Disseminato per la città, il GENIO è un vecchio austero che ha ai piedi un cane simbolo di fedeltà e, avvinghiato al braccio, un serpente emblema di continua rinascita, sorride sornione alla patrona Rosalia e traccia un filo rosso che attraversa palazzi, fontane, piazze. Lo ritroveremo nell’arazzo settecentesco di Palazzo Comitini, nel cuore disseminato di simboli di Villa Giulia e, in linea retta perfetta, in versione pop nella serra tropicale dell’Orto Botanico (firmato da Domenico Pellegrino che aprirà anche il suo studio d’artista); tra i ritratti di personaggi illustri nel Famedio di Casa Professa – e lo storico Salvatore Savoia racconterà qui un genio che non credeva di esserlo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, mostrando documenti inediti -, nei marchingegni ingegnosi dell’Archivio comunale o quelli ideati dai re Borbone alla Casina Cinese, vero esempio di genialità al servizio della privacy ante litteram; e ancora, la precisione ingegneristica delle canalizzazioni dell’acqua potabile (i serbatoi di San Ciro o le sorgenti del Gabriele).

Si potranno contare le mattonelle di Stanze al Genio, entrare al tramonto all’Orto Botanico; scoprire pianete, tele, antiche icone – persino un Genio nascosto – al Museo Diocesano guidati dal curatore Pierfrancesco Palazzotto; analizzare la rivolta dei Vespri partendo da una tela di Eroli alla GAM, con Carl Alexander Auf derHeyde; parlare di reperti e scavi con un’appassionata come l’archeologa Caterina Greco, direttrice del Museo Salinas, e di antichi pirriaturi e geniali scultori con Cristina Costanzo a Villa Zito. Oppure ancora, entrare nel tempio anglicano voluto dai Whitaker e dagli Ingham, nella chiesa Holy Cross.

LE PASSEGGIATE

Le passeggiate guidate da professori universitari ed esperti condurranno tra meraviglie botaniche, tesori d’arte, collezioni scientifiche, sulle tracce del Basile o del Grand Tour, tra spazi pubblici e luoghi privati, aree verdi e borghi art nouveau. Si cercherà il cuore stratificato della cattedrale con Giovanni Travagliato, il genio di Carlo Scarpa con Santo Giunta, le infinite declinazioni del Liberty con Danilo Maniscalco, le variabili architettoniche con Maria Sofia Di Fede. Si parlerà di speculazioni urbane con Daniele Ronsisvalle, di uno Zen inedito con il geografo Marco Picone, di Ballarò alla ricerca della sua identità con Renzo Lecardane; di poveri vicoli e grandi affabulatori, geni e truffatori con Mario Pintagro. Sia Sergio Intorre che Palermo Aperta a Tutti condurranno in giro per la città sulle tracce dei geni, Astrid Natura cercherà l’anima green vicina a Palermo. Tutte le passeggiate su www.leviedeitesori.it

HO SCELTO IL SUD

Restare o tornare al Sud è una scelta meno raccontata di quella di chi se ne va, ma ci sono tante storie di chi in Sicilia ha costruito opportunità e occupazione, spesso dopo avere studiato o lavorato fuori. Professionisti che decidono di rimettersi in gioco nella propria terra, per costruire, recuperare, condividere, facendo tesoro dell’esperienza acquisita altrove. La scorsa edizione del Genio di Palermo alcuni protagonisti si sono raccontati al pubblico allo Steri, ora invece la platea sarà quella degli studenti, quindi gli artisti, professori, imprenditori, artigiani, politici di domani, per tre incontri cui parteciperanno il rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri; il presidente delle Vie dei Tesori, Laura Anello; i reporter Gero Tedesco e Michele Ruvolo che hanno realizzato 50 video di altrettanti protagonisti dei ritorni.

Info ticket

Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite; un coupon da 10 euro per 4 visite, un coupon da 3 euro per un singolo ingresso. Agli ingressi dei luoghi sono disponibili solo coupon da 3 euro. I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più persone, anche simultaneamente in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Consigliata la prenotazione su www.leviedeitesori.com. Chi non si prenota può presentarsi sui luoghi, ma potrà entrare solo se ci sono ancora posti disponibili. A tutti coloro che acquisteranno un coupon, verrà inviato per mail il coupon acquistato, dotato di un codice QR. A chi non prenota la visita basta esibire quel coupon agli ingressi. Chi prenota, invece, riceverà per mail un altro coupon che indica luogo/data/orario scelto per le visite e dovrà presentarlo agli ingressi.

PASSEGGIATE/ESPERIENZE. Un coupon da 8 euro è valido per una passeggiata (previa prenotazione on line su www.leviedeitesori.com o con ingresso sul luogo). Le esperienze prevedono contributi differenti e vanno prenotate on line su www.leviedeitesori.com. Se ci sono posti liberi nei turni, si può entrare andando sul posto.

Il programma del Genio di Palermo, schede e approfondimenti sono sul sito con tutte le info necessarie per partecipare a visite, passeggiate, esperienze.

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IL PROGRAMMA DEL GENIO – primo weekend

Sabato 22 aprile alle 10.30 parte dal chiosco Vicari (piazza Verdi) il percorso condotto dall’architetto e storico Danilo Maniscalco sulle tracce di Ernesto Basile; che lo stesso Maniscalco rintraccerà anche tra le architetture liberty di Mondello, domenica dalle 16 con partenza da piazza Valdesi. Sabato, poi, dall’Abatellis alle 10.30 parte la passeggiata condotta dal professore di Architettura, Santo Giunta alla scoperta dei luoghi in cui è ancora vivo il genio complesso e straordinario di Carlo Scarpa. Alle 15 parte dal Velodromo un tragitto articolato in cui il geografo Marco Picone proverà a proporre un nuovo punto di vista sullo Zen; alle 21 infine ci si ritroverà alle Mura delle Cattive per seguire Igor Gelarda verso i tredici luoghi in cui ebbero luogo altrettanti accoltellamenti misteriosi avvenuti tutti nella stessa notte a Palermo: fu Leonardo Sciascia a raccontare la vicenda. E Gelarda condurrà anche il percorso di domenica (partenza alle 10,30 da Villa Giulia) alla scoperta di ben 16 Geni rappresentati in giro per la città.

Tranne la collezione di Anatomia umana (per la quale bisognerà attendere il terzo weekend del Genio) il luoghi saranno tutti disponibili: per la prima volta si entrerà nella casa museo degli Incorpora, la dinastia di fotografi della Palermo Felicissima, e si scoprirà il piccolo e prezioso Museo della subacquea, voluto da Sebastiano Tusa e tenuto in vita da un gruppo di appassionati sub; si potrà entrare al Villino Florio, rinato dopo l’incendio che lo distrusse; cercare i Serpotta all’ Oratorio di San Mercurio; ritrovare il Genio sull’arazzo settecentesco di Palazzo Comitini, nel cuore disseminato di simboli di Villa Giulia e, in linea retta perfetta, nella versione pop nella serra tropicale dell’Orto Botanico (firmato da Domenico Pellegrino che il prossimo weekend aprirà il suo studio d’artista); tra i ritratti di personaggi illustri nel Famedio di Casa Professa, nei marchingegni ingegnosi dell’Archivio comunale o quelli ideati dai re Borbone alla Casina Cinese; e ancora, la precisione ingegneristica delle canalizzazioni dell’acqua potabile (i serbatoi di San Ciro o le sorgenti del Gabriele). Si potrà sorvolare la città dal Piper; contare le 5000 mattonelle di Stanze al Genio, entrare al tramonto all’Orto Botanico; domenica anche assaporare un aperitivo a Palazzo Asmundo. Oppure ancora, entrare nel tempio anglicano voluto dai Whitaker e dagli Ingham, nella chiesa Holy Cross, osservare le meraviglie disegnate dal Basile e realizzate dai Ducrot a Palazzo Francavilla, affacciato sul Teatro Massimo; e rivivere al MuniPa la storia dell’Ateneo e dei suoi dipartimenti, con particolari del tutto inattesi. 

IL PROGRAMMA DEL GENIO – secondo weekend

Dal 28 al 30 aprile aprono le porte tredici luoghi, sono in programma molte esperienze e passeggiate condotte da professori universitari ed esperti del territorio. Già venerdì e sabato (alle 10, alle 16 e alle 18), si entrerà in stretto contatto con gli artisti-artigiani del vetro dell’Opificio delle Arti per visitare il laboratorio, scoprire le tecniche, ma anche una collezione inattesa di opere in vetro disegnate da artisti e realizzate in più di trent’anni; si potrà realizzare e dipingere, con l’assistenza degli artigiani, un piccolo oggetto in vetro, e porlo direttamente nel forno (per poi ritirarlo nei giorni successivi). Soltanto sabato alle 11, dinanzi al Famedio di Casa Professa – che è comunque visitabile venerdì dalle 10 alle 12.30, sabato e domenica dalle 10 alle 16,30 -, lo storico Salvatore Savoia racconterà un Giuseppe Tomasi di Lampedusa silenzioso, lontano dalla noblesse del suo ceto: l’autore del Gattopardo, del tutto inconsapevole della sua “genialità”, rivivrà attraverso documenti inediti che saranno una vera sorpresa anche per gli appassionati. Allo stesso orario alla GAM, Carl Alexander Auf der Heyde, professore tedesco di Storia della critica d’arte, racconterà la rivolta dei Vespri siciliani, anche in questo caso attingendo a materiali poco conosciuti, e prendendo spunto dalla monumentale tela di Erulo Eroli, nata sulla scia della fascinazione ottocentesca per gli ideali di ribellione democratica e patriottica. Sabato e domenica, dalle 17 alle 20, si potranno ammirare due pannelli maiolicati di fine ‘800 che arricchiscono la già enorme collezione della casa-museo Stanze al Genio; e riproducono il tema del mosaico, dedicato al trionfo e all’eternità del teatro, ritrovato nel 1831 durante gli scavi archeologici nella casa del Fauno di Pompei. Sempre sabato (alle 18 e alle 19 con il giornalista Mario Pintagro), due occasioni per visitare l’Orto Botanico al tramonto, scoprendo il Genio pop di Domenico Pellegrino nella serra tropicale, esattamente all’opposto del Genio che il Marabitti scolpì nel 1778 a Villa Giulia. Anche questo weekend si potrà volare i voli sui piper dall’aeroporto di Boccadifalco – sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17 -,  riaprirà il particolare museo della Subacquea voluto dall’archeologo Sebastiano Tusa (sabato alle 11) e si potrà nuovamente gustare l’aperitivo con vista dai saloni di Palazzo Asmundo (domenica alle 12). I LUOGHI. Già venerdì si entra nel tempio anglicano voluto dai Whitaker e dagli Ingham, nella chiesa Holy Cross che è un Bignami di stili, da gotico del Nord Europa ai mosaici di ispirazione bizantina; al Villino Florio, rinato dopo l’incendio che lo distrusse; cercare i Serpotta all’Oratorio di San Mercurio; cercare il genio nel cuore disseminato di simboli di Villa Giulia; nei marchingegni ingegnosi dell’Archivio comunale o quelli ideati dai re Borbone alla Casina Cinese, o rivivere al MuniPa la storia dell’Ateneo e dei suoi dipartimenti, con particolari del tutto inattesi. Da sabato si aggiungono gli altri luoghi: si potrà ritrovare il genio sull’arazzo settecentesco di Palazzo Comitini, nell’inedita casa museo degli Incorpora, dove l’ultimo erede racconterà la dinastia di fotografi della Palermo Felicissima che seppero fermare nel tempo un secolo. Senza dimenticare la precisione ingegneristica delle canalizzazioni dell’acqua potabile dei serbatoi di San Ciro o delle sorgenti del Gabriele. Per le PASSEGGIATE, sabato si potrà attraversare Ballarò seguendo il filo di una lettura inedita ed esperienziale (con Renzo Lecardane, alle 16); si conoscerà la storia di Peppe Schiera con Mario Pintagro alle 10.30. Un salto indietro nel tempo all’Olivuzza prima delle speculazioni edilizie (con Daniele Ronsivalle dalle 9,30) o raccogliere il segno geniale del Basile sulle tombe nobiliari di Santa Maria del Gesù (con Danilo Maniscalco alle 11). O seguire un immaginario percorso in notturna tra le macerie dei bombardamenti arricchito da foto d’epoca (sabato alle 21 con Igor Gelarda). Domenica invece si salirà al santuario di Santa Rosalia seguendo il percorso della tradizionale “acchianata” autunnale (alle 10.30 con Palermo aperta a tutti); si scoprirà una Favorita inedita a partire dall’ulivo millenario nascosto nel cuore del parco (alle 10 con la guida ambientale Lorenzo Gulizia). Tra lo Steri e l’Abatellis si annoda il filo delle innovazioni di Carlo Scarpa (domenica alle 10.30 con Santo Giunta). Si chiude domenica pomeriggio, alle 15,30 di nuovo con Danilo Maniscalco lungo un itinerario liberty in cui ammirare i capolavori dello stile floreale di Ernesto Basile: dal villino Ida alla palazzina Gregorietti, fino al chiosco Ribaudo e al Kursaal Biondo.

IL PROGRAMMA DEL GENIO – terzo weekend

Da venerdì a domenica apriranno quattordici luoghi, sono in programma molte esperienze e passeggiate condotte da professori universitari ed esperti del territorio, tra questi, il professor Ettore Sessa condurrà sabato alle 10.30 alla mostra “Palermo e la peste dell’insonnia” in corso alla Galleria delle collezioni (edificio 8 della Città universitaria), vero affresco su archistar come Ernesto Basile o Caronia Roberti, tra progetti, plastici (c’è quello di Montecitorio), albumine sulle Officine Ducrot e tanti mobili d’epoca. Tra le visite: sabato alle 10 Pierfrancesco Palazzotto, curatore scientifico del Museo Diocesano condurrà attraverso 300 opere e 27 sale, paramenti, tele, tesori, ostensori, e Madonne; con la direttrice Caterina Greco domenica alle 11, ci si muoverà tra i reperti del Museo archeologico Salinas, dalle gronde leonine di Himera alla Pietra di Palermo, il più antico annale regale dell’Egitto faraonico. Sarà invece la curatrice Cristina Costanzo a condurre domenica alle 16.30, la visita alla mostra sullo scultore Nino Geraci, a Palazzo Branciforte, scoprendo materiali inediti donati dagli eredi. E ritorna una passeggiata che lo storico Giovanni Travagliato conduce alla scoperta del Genio della Cattedrale (sempre sabato, alle 10). Domenico Pellegrino è lo scultore che ha realizzato il Genio pop dell’Orto Botanico, per i visitatori del festival aprirà le porte del suo studio dove nascono le sue sculture. Poi, c’è la visita all’Orto Botanico al tramonto con Mario Pintagro, sabato alle 18 e alle 19. Venerdì e sabato alle 10, alle 16 e alle 18, si entrerà in stretto contatto con gli artisti-artigiani del vetro dell’Opificio delle Arti: si potrà visitare il laboratorio creato da Calogero Zuppardo, architetto e artigiano del vetro dal 1985, tra recupero di antiche tecniche e nuove sperimentazioni; si potrà visitare il sontuoso Palazzo Francavilla affacciato sul Teatro Massimo, (venerdì 11-12 e 17-19; domenica 10-13 e 16-19), residenza dei duchi di Sperlinga, affrescata dal Velasco, ma resa uno scrigno prezioso dal Basile che disegnò mobili, vetrine e arredi. Sabato e domenica, dalle 17 alle 20, si potranno ammirare i due pannelli maiolicati di fine ‘800 che arricchiscono la già enorme collezione della casa-museo Stanze al Genio; riaprirà il museo della Subacquea voluto dall’archeologo Sebastiano Tusa (sabato alle 11).

Sabato e domenica dalle 9 alle 16 si potrà visitare l’affascinante collezione di Anatomia umana del Policlinico universitario, tra antichi volumi, cere anatomiche, modellini di sviluppo fetale, gli organi riprodotti per gli esperimenti: qui si sono formate generazioni di medici. Da venerdì si entra anche nel tempio anglicano voluto dai Whitaker e dagli Ingham, nella chiesa Holy Cross che è un Bignami di stili, da gotico del Nord Europa ai mosaici di ispirazione bizantina; al Villino Florio, rinato dopo l’incendio che lo distrusse; cercare i Serpotta all’Oratorio di San Mercurio; cercare il genio nel cuore disseminato di simboli di Villa Giulia; nei marchingegni ingegnosi dell’Archivio comunale o quelli ideati dai re Borbone alla Casina Cinese, o rivivere al MuniPa la storia dell’Ateneo e dei suoi dipartimenti. Da sabato, si potrà ritrovare il genio sull’arazzo settecentesco di Palazzo Comitini, nell’inedita casa museo degli Incorpora, dove l’ultimo erede racconterà la dinastia di fotografi della Palermo Felicissima che seppero fermare nel tempo un secolo. Senza dimenticare  la precisione ingegneristica delle canalizzazioni dell’acqua potabile dei serbatoi di San Ciro o delle sorgenti del Gabriele.

Le sette passeggiate guidate da professori universitari ed esperti questo ultimo weekend condurranno dalle piazze storiche del Cassaro alle viuzze di Cagliostro, dalla Palermo del Grand Tour al liberty del Basile. Sabato Maria Sofia Di Fede guiderà un percorso affascinante da Porta Nuova a piazzetta Garraffo dove si trova l’edicola marmorea del Genio di Palermo; tra i vicoli dell’Albergheria, invece, il giornalista Mario Pintagro cercherà il mago Cagliostro, geniale a suo modo; e alle 16 sarà il ricercatore Sergio Intorre a lanciarsi sui luoghi del Grand Tour armato dei diari dei viaggiatori che, tra ‘700 e ‘800, visitarono la Sicilia. Poi, c’è anche il percorso che alle 16.30 da Villa Giulia alla Cattedrale svelerà i 16 Geni della città. E da piazza Croce dei Vespri, alle 16, l’architetto Danilo Maniscalco condurrà sui luoghi di Ernesto Basile, intercettando il Piccolo Montecitorio, ovvero l’ex Cassa di Risparmio di piazza Borsa. Poi si scoprirà la piccola scala dimensionale dell’ex-negozio Ferrari sul Cassaro per terminare oltre piazza Tredici Vittime, davanti a quel che resta di un esempio di edilizia popolare di gusto decisamente viennese. Tutte le passeggiate su www.leviedeitesori.it

La Casa museo Incorpora dedicata alla dinastia di grandi fotografi palermitani

Era il 1907 e a Palermo sbarcava Auguste Lumière che con il fratello Louis aveva brevettato 12 anni prima il cinématographe: Auguste era già da tempo in contatto con Giuseppe Incorpora, con cui discuteva per iscritto delle possibilità dell’autochrome da poco messo in commercio, il primo procedimento di fotografia a colori che rimase in auge fino al primo rullino a colori Kodachrome. Auguste Lumière arrivò quindi in via Cavour dove aveva sede la Real Fotografia Cav. Giuseppe Incorpora: le foto di questa storica visita, scattate dal figlio di Giuseppe Incorpora, Francesco, e alcune prove del nuovo procedimento a colori, sono ancora in perfetto stato e formano uno dei tanti cuori del percorso della Casa museo della fotografia “Matilde Incorpora” (via Garibaldi 84) che per la prima volta ha aperto le porte al pubblico sabato scorso per Il Genio di Palermo. In questi weekend sarà possibile scoprire gli Incorpora, quattro generazioni di geniali fotografi attivi a Palermo tra il 1860 e il 1941.
Tutto nasce dalla caparbietà di Matilde Incorpora e del figlio Raffaele La Franca che hanno ricostruito la storia di famiglia, a partire dal  fortuito ritrovamento nel 1973 di un baule che conteneva ciò che si era salvato dalla distruzione della “loggia” Incorpora sotto le bombe alleate del 9 maggio 1943. Matilde, anch’essa fotografa di quinta generazione, sulla base di immagini, documenti e cimeli scampati al bombardamento, studia la storia dei quattro Incorpora, Giuseppe, Francesco, Giovanni e Giuseppe jr, suo nonno. Il risultato è questa casa museo intitolata a Matilde – scomparsa a novembre scorso – che Raffaele ha completato con l’aiuto di Achille Roberto Porcasi e Michele Di Dio. E’ un racconto fuori dal tempo di una dinastia di professionisti all’avanguardia, dalla cui “loggia” passarono i bei nomi della Palermo Felicissima, e non solo. Tra i pezzi più rari, appunto, l’Autochrome dei Lumière e di Giuseppe Incorpora con la moglie Rosina Pagano. Che è già un personaggio: sorella del patriota Salvatore Pagano, era talmente elegante che quando Luchino Visconti girò il Gattopardo nel 1964, i costumisti si recarono dal nipote Giuseppe jr per chiedere le foto dei suoi abiti.

E ancora, sono esposti nella Casa museo, apparecchi fotografici, banchi ottici, alambicchi, dagherrotipi su lastra placcata in argento, albumine, i ritratti in studio su fondali dipinti a mano, alcuni ritoccati a colori; e i famosi taccuini su cui gli Incorpora annotavano procedimenti, incontri, curiosità, persino ricette – il capostipite Giuseppe Incorpora era un appassionato di cucina e, vergata a mano, ecco la ricetta originale della caponata e quella di una sorta di polpetta schiacciata che altro non è che il bisnonno dell’hamburger

Poi la città che cambia tra i due secoli, il Teatro Massimo elegante e solitario tra le carrozze di fine ‘800, il Castello a Mare con l’intero isolato che si allargava sulla baia, e i ritratti, primo fra tutti quello autografato di Giuseppe Garibaldi (1860): fu il patriota Salvatore Pagano ad accreditare il cognato Giuseppe Incorpora che così fu ricevuto nell’appartamento del generale a Porta Nuova, e scattò la foto. Ecco anche Francesco Crispi (1898), il grande fotografo francese Eugène Sevaistre (1885), i Reali d’Inghilterra, Edoardo VII e Alessandra di Danimarca (1907); persino la prima foto ufficiale dell’Anglo-Palermitan Athletic and Foot-Ball Club (1900), rinominato poi, nel 1907, Palermo Foot-Ball Club, che sarebbe poi diventato il Palermo Calcio.

La Casa museo della Fotografia “Matilde Incorpora” si trova in via Giuseppe Garibaldi 84.

Prossime visite: sabato 29 e domenica 30 aprile – sabato 6 e domenica 7 maggio. Orari: dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.30.

Le liti ereditarie dei Tomasi, le lettere e i beni sfumati

SABATO 29 aprile alle 11 gli inediti ritrovati dallo storico Salvatore Savoia

Una lite legale durata 65 anni, dal 1885 al 1950, una risoluzione giunta quando delle ricchezze della famiglia non esisteva più nulla e lo scrittore Giuseppe Tomasi si ritrovò povero, senza neanche i soldi per comprare un soprabito e partire con il cugino, il poeta Lucio Piccolo, alla volta di San Pellegrino Terme: fu così che il principe di Lampedusa, futuro autore del “Gattopardo” sbarcò in agosto in Lombardia con un cappottone pesante. Un genio inconsapevole, Tomasi, per anni soffocato dalla madre, donna Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò che lo chiamava con nomi femminili e minò parecchio la sua sicurezza. E quando si ritrovò povero in canna dopo le liti giudiziarie sull’eredità del bisnonno, Giulio Tomasi – che altri non era se non don Fabrizio del Gattopardo -, il futuro scrittore dovette accettare per campare un incarico di presidente della Croce Rossa.

I documenti legali con l’elenco dei (pochissimi e miseri) possedimenti che giunsero a Tomasi sono il cuore dell’incontro di sabato (29 aprile) alle 11 sotto il Famedio di Casa Professa, per il Genio di Palermo: sarà lo storico e appassionato raccoglitore di storie Salvatore Savoia a raccontare questi documenti del tutto inediti, insieme ad altre lettere, fascicoli, biglietti, persino la ricevuta per l’imbalsamazione di un enorme Terranova che è probabilmente lo spunto da cui nacque Bendicò, il cane che affiora dal Gattopardo. Savoia tratteggia così la figura di un “genio” inconsapevole del suo valore, un uomo silenzioso, ritirato, che ben poco possedeva dell’allure nobiliare e della ricchezza dei suoi avi.

Ed eccoci alla famosa eredità: tra i possedimenti finalmente sbloccati dall’eredità – oltre a palazzi, somme, persino le terre dove oggi sorge la discarica di Bellolampo, tutto nel frattempo venduto o cancellato – ai Tomasi giunse anche il castello di Montechiaro, nell’Agrigentino. Un rudere ma la moglie di Tomasi, Licy, l’energica baronessa lettone Alexandra von Wolff-Stomersee, si convinse che la coppia doveva trasferirsi anche per “fuggire” dalla misera pensione in piazza Politeama, sotto gli occhi di tutti i nobili cittadini, unico rifugio perché palazzo Lampedusa stava crollando dopo la distruzione delle bombe del ’43. Giuseppe Tomasi, per dissuadere la moglie dal progetto, inventò una finta corrispondenza con i carabinieri di Palma di Montechiaro che “sconsigliavano” il trasferimento, giudicato poco sicuro in tempi di rapimenti frequenti. Chi dovesse mai sequestrare due nobili in bolletta, non è dato sapere, ma la baronessa Licy per fortuna desistette dal progetto e la coppia rimase a Palermo.  

Due antiche maioliche napoletane che riproducono mosaici di Pompei, esposte per la prima volta alle Stanze al Genio a Palermo

Due pannelli inediti che da sabato 29 aprile saranno in mostra nell’antico appartamento di palazzo Torre Pirajno: si tratta infatti di testimonianze in maiolica di manifattura napoletana – uno dei famosi Giustiniani di inizio Ottocento, l’altro più tardo – per i quali i due diversi decoratori si sono ispirati alla Casa del fauno di Pompei e ne riproducono entrambi il tema del mosaico, dedicato al Trionfo e all’eternità del teatro. Al centro della scena è raffigurato il piccolo Dioniso, figura alata che regge una coppa, in sella ad un leone; attorno una cornice, formata da una ghirlanda di fiori e frutti attorcigliata ad un nastro rosso e arricchita da maschere teatrali. “Sono pannelli mai esposti al pubblico perché facevano parte di collezioni private inaccessibili – spiega il collezionista Pio Mellina –. Sono andati all’asta a pochi mesi l’uno dall’altro, e li ho potuti acquistare. I pezzi sono arrivati in buone condizioni, ma sono stati restaurati con la tecnica del “rigatino” in maniera che si possano distinguere le integrazioni”. 

E’ la storica dell’arte Maria Reginella a spiegare come “Nel 1831 la scoperta della Casa del Fauno fu tra le più importanti dell’epoca per la ricchezza delle opere ritrovate (a partire dal grande mosaico della Battaglia di Alessandro e Dario a Isso), oggi al MANN di Napoli. E proprio a queste opere si ispirarono le fabbriche napoletane del periodo per la decorazione di pavimenti e vasi. Nel 1832 Biagio Giustiniani, titolare della più antica dinastia di ceramisti a Napoli, espose una serie di pannelli che riproducevano i mosaici della Casa del Fauno tra cui anche questo di Dioniso, a cui si ispirarono in seguito anche altre fabbriche. Il primo pannello esposto nelle Stanze al Genio, dalla pittura accurata e con una sapiente composizione cromatica, è probabilmente quello prodotto nel 1832 dalla fabbrica Giustiniani, pubblicato dallo studioso Guido Donatone. Il secondo invece prodotto dalla fabbrica napoletana Amato, possiede una pittura più veloce e una cromia più sommaria.  I pezzi, uno accanto all’altro, permettono il confronto tra due stili e due fabbriche artigiane coeve. 

Il museo delle maioliche – Le Stanze al Genio in via Garibaldi 11 è visitabile durante la rassegna sabato e domenica dalle 17 alle 20.

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