“Don Corrado, ti rivolgo un benvenuto fraterno che per tanti di noi è anche filiale, un caloroso benvenuto nella città di Palermo, certo di interpretare i sentimenti di palermitane e palermitani come della comunità tutta dell’Arcidiocesi.
La città che ti accoglie è una città bellissima, che ogni giorno si pone in cammino per essere riferimento e casa di una comunità, che vorremmo fondata e dobbiamo volere fondata, sul rispetto di tutti e di ciascuno, sul rispetto dei diritti e dei doveri.
Palermo, città mediterranea in Europa è stata ed è una città migrante nelle sue storie, nelle sue strutture, nei suoi costumi, nei colori e suoni.
Palermo una città migrante rimasta senza migranti durante un tempo non lontano di soffocante egemonia integralista, intollerante, mafiosa.
Oggi siamo grati a tanti migranti che venendo e vivendo a Palermo hanno restituito armonia tra monumenti e persone, un’armonia che presuppone e sollecita una dimensione comunitaria senza egoismi, senza indifferenza, senza integralismi.
La mobilità umana internazionale, inarrestabile perché fondata sui diritti inalienabili quale la libertà e vita, la mobilità umana internazionale non è soltanto un diritto umano, ma è anche uno straordinario contributo di umanizzazione della globalizzazione, della globalizzazione della solidarietà, efficace alternativa e contrasto alla globalizzazione dell’indifferenza quale denunciata da Papa Francesco.
Tu, don Corrado giungi nella nostra città, in quella che è già nel tuo impegno pastorale la tua città, alla vigilia della festività dell’Immacolata, la cui devozione da secoli coinvolge a Palermo una dimensione di fede e istituzioni civili così come la devozione per la nostra Santa Patrona, Rosalia.
Armonia nella distinzione tra dimensione di fede e istituzioni civili, armonia di quanti si occupano dei fratelli e cominciare dai più poveri e si fanno essi stessi poveri; è l’armonia realizzata da Giorgio La Pira che trova in tanti di noi riferimento alto e ineguagliabile in Giuseppe Dossetti, il fondamento stabile nel Concilio Vaticano II e nel magistero di Papa Francesco.
Tu, don Corrado, giungi a Palermo, città che come altre comunità siciliane a te ben note vive nel quotidiano la cultura dell’accoglienza, da secoli; una città che si è affidata alla intercessione di San Benedetto il Moro, africano, figlio di schiavi giunti al porto di Palermo come quelle migliaia di migranti che oggi giungono nel nostro porto e sono accolti da palermitani e palermitane che, con la Carta di Palermo, non soltanto accolgono, ma si riconoscono e scelgono di essere essi stessi migranti.
Non soltanto attenzione a chi non ha, ma sentirsi e comportarsi come chi non ha.
Tu don Riccardo, giungi a Palermo, città che ha trovato nel martirio di don Pino Puglisi un riferimento alto, una conferma della incompatibilità tra cammino di fede (e, io aggiungo, fra parallelo cammino di civiltà e cittadinanza) e mafia, più volte denunciata con forza come struttura di peccato dal cardinale Salvatore Pappalardo, da Papa Giovanni Paolo II e già prima da papa Paolo VI.
Tu, don Corrado, giungi a Palermo alla vigilia dell’apertura della porta santa del Giubileo della Misericordia, il Giubileo dell’amore per chi non ha, il Giubileo per chi è povero e il Giubileo dei poveri, poveri perché privi di famiglia e casa, poveri perché privi di cibo e assistenza, poveri perché privi di lavoro e di scuola, poveri perché privi di futuro e di memoria del passato, poveri perché privi di amore e di diritti.
Tu, don Corrado, giungi da pastore a Palermo, in questa città che ha conosciuto la guida e la testimonianza del cardinale Paolo Romeo, che ha accolto la nostra gratitudine accettando il conferimento della cittadinanza onoraria il prossimo 17 dicembre.
Questa città – per mio povero e inadeguato tramite – affida al tuo impegno pastorale sofferenze e speranze, bisogni e diritti, certo che tu saprai essere, come annunciato nei segni distintivi scelti per la tua missione pastorale, di esempio alto per una Comunità ricca di tanti esempi positivi, quotidiani di umanità, ricca di pratiche di misericordia che non possono essere offuscate, trascurate.
Benvenuto. Un fraterno filiale caloroso benvenuto, don Corrado”
Il discorso di Orlando al nuovo Arcivescovo di Palermo Don Corrado Lorefice
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