Lunedì il Ddl Concorrenza approderà in Aula alla Camera senza incontrare eccessive resistenze. Secondo il testo esitato dalle commissioni Attività produttive e Finanze, chiunque, anche se non è un farmacista, potrà acquistare il 100% di una farmacia.
“Di fatto – spiega il presidente di Federfarma Palermo-Utifarma, Roberto Tobia – la norma spalancherà, soprattutto in Sicilia, le porte alle mafie, al riciclaggio e alle speculazioni. Nell’Isola questo ciclone rischia di travolgere decine e decine di farmacie in forte crisi finanziaria. Senza paletti giuridici e senza aiuti da parte delle istituzioni e del sistema creditizio, per la categoria sarà impossibile resistere ad una gigantesca Opa sulla rete farmaceutica che sarà di fatto autorizzata dallo Stato. L’ingresso del capitale nelle farmacie stravolgerà, nel giro di pochi anni, l’intero sistema. I rischi sono elevati soprattutto per i più deboli”.
“Inoltre – aggiunge Tobia – la possibile presenza nel sistema di soggetti diversi dai professionisti, potenzialmente avvezzi a disconoscere leggi e norme e a ricorrere a ‘furbizie’ ed altro, introdurrà nel mercato siciliano insostenibili forme di concorrenza sleale che comporteranno la chiusura di tantissime farmacie e il licenziamento di centinaia di dipendenti”.
“Chiedo – è l’appello di Roberto Tobia – alla Procura della Repubblica e alla Prefettura di stendere una rete di controlli capillari a protezione del sistema farmaceutico dalla voracità degli speculatori e dei capitali mafiosi o di provenienza illecita”.
“Non va sottaciuto poi – prosegue il presidente di Federfarma Palermo-Utifarma – il rischio derivante dal fatto che le catene della grande distribuzione potranno acquisire il 100% delle farmacie mettendo in ginocchio un sistema che finora ha garantito il diritto alla salute e la distribuzione del farmaco di qualità a tutti e ovunque. Non saranno da escludere metodi come l’applicazione di contratti di lavoro diversi, il demansionamento di farmacisti e lavoratori a commessi o cassieri, il ricorso a giovani leve sottopagate, oppure l’acquisto di grandi stock di prodotti per stravolgere il mercato”.
“Insomma – conclude Tobia – farmacie trasformate in centri commerciali dove l’abbaglio dell’offerta, ad esempio, dell’aspirina scontata potrà eventualmente nascondere anche politiche commerciali scorrette che privilegiano il ‘low cost’ rispetto alla qualità. A scapito delle farmacie tradizionali che saranno costrette a chiudere, dei lavoratori che perderanno il posto, della salute dei cittadini messa in gioco da chi punta solo al profitto senza garantire qualità, professionalità e trasparenza”.