Venerdì 22 marzo 2019, dalle 9 alle 17 la Sala Bianca del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, ospiterà un’intera giornata dedicata all’archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, in Toscana. Gli studenti del corso di regia del documentario avranno la possibilità questo importante patrimonio riconosciuto dal Codice dei beni culturali e costituito da 8000 scritti autobiografici, di cui più di 1.500 rivelano storie ambientate in Sicilia. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
La direttrice organizzativa della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale Natalia Cangi e il responsabile della progettazione Massimiliano Bruni presenteranno il museo di Pieve Santo Stefano, presidio a salvaguardia della memoria, divenuto fonte di ispirazione per il cinema, il teatro e altre forme d’arte come la musica o la fotografia.
L’archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano raccoglie scritti di gente comune in cui si riflette, in varie forme, la vita di tutti e la storia d’Italia; sono diari, epistolari, memorie autobiografiche, testi inediti che partecipano annualmente alla selezione del premio ispirato al fondatore Saverio Tutino.
C’è il lenzuolo matrimoniale che una contadina del mantovano ha usato come diario, affidando alle trame di cotone la storia della sua vita, dopo la morte del marito.
E ci sono anche le memorie del cantoniere ragusano Vincenzo Rabito a cui la regista e direttrice artistica della sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia Costanza Quatriglio ha dedicato il film “Terramatta”, vincitore del Nastro d’Argento nel 2013: migliaia di pagine dattiloscritte e sgrammaticate che, dopo aver vinto il Premio Pieve Saverio Tutino nel 2000, sono state pubblicate da Einaudi nel 2007 a cura della scrittrice Evelina Santangelo, anche lei tra gli ospiti della giornata.Oltre alle letture di brani tratti da diversi diari, sono previste le testimonianze di Castrenze Chimento, di Alia in provincia di Palermo, vincitore nel 2012 del Premio Pieve Saverio Tutino.
A 74 anni, iscrivendosi a un Centro Territoriale Permanente per l’Educazione degli Adulti di Palermo, Chimento ha trovato l’accoglienza e l’ascolto necessari per realizzare il desiderio di una vita: scrivere la propria storia.
Ci sarà anche Antonina Azoti, vincitrice nel 2004. Il 21 dicembre del 1946, a quattro anni, Antonina Azoti subisce il dramma dell’uccisione del padre, segretario della camera del lavoro di Baucina, per mano della mafia. Soltanto nel 1992, alla morte di Falcone, Antonina, con le sue memorie, riscatterà la storia di sua padre Nicolò, caduta nell’oblio per quasi mezzo secolo