giovedì, 21 Novembre 2024
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I Lumière di Sicilia, il libro di Sergio Ruffino

Si intitola “I Lumière di Sicilia” e come sottotitolo “ascesa e tramonto dei Pionieri del
Cinematografo Siciliano” il libro di esordio del regista e sceneggiatore palermitano Sergio Ruffino, autore di lavori e progetti aventi in comune il recupero e la valorizzazione della memoria storica, in particolare della Sicilia.
L’opera, edita dalla casa editrice palermitana “40due”, come appare evidente dallo stesso titolo, ripercorre in 168 pagine la “saga” di coloro che portarono il cinematografo in Sicilia, e – dopo una prima fase che riguardava la “visione” delle pellicole girate altrove – svilupparono il mezzo ed impiantarono le primordiali “Case di Produzione” sfornando documentari e film a soggetto.

Il libro inizia la narrazione proprio dall’arrivo dei primi apparecchi che anticiparono il
Cinematografo Lumière, e prosegue con il capitolo dedicato al primo regista e produttore
palermitano, ovvero Raffaello Lucarelli, per anni considerato toscano ma in realtà nativo di
Gualdo Tadino in Umbria, come si evince da alcuni documenti notarili riguardanti la fondazione di una società cinematografica a Palermo da parte del cineasta e la Famiglia Florio (documenti già citati dallo storico Orazio Cancila anni addietro nella sua opera “I Florio: storia di una dinastia imprenditoriale”).

Seguono la creazione di tante altre realtà isolane dove si sfornavano titoli a ritmo continuo.
L’apertura della prima Accademia per artisti Cinematografici a Palermo per opera del fiorentino Paolo Azzurri, che aveva fondato la Azzurri Film ed anche avviato la pubblicazione della rivista “L’arte del Silenzio”. E ancora la piccola Hollywood del Simeto “Etna Film” avviata dal Cavaliere Alfredo Alonzo, la Sicania, la Do-Re, la Katana, la Jonio e la Sicula Film, gli attori siciliani di punta del muto e le prime riviste cinematografiche; l’incredibile storia del messinese Giovanni Rappazzo che per primo inventò la “pellicola a impressione contemporanea di immagine e suoni”; il periodo fascista in Sicilia e due Conflitti Mondiali che segnano il definitivo passaggio al “sonoro” con successiva incuria per il precedente patrimonio del “cinema muto”.

Ed in particolare la perdita di quasi tutte le opere realizzate dalle case di produzione prima della seconda Guerra Mondiale: ed è la linea narrativa di “perdita di memoria” (e delle pellicole) che fa da denominatore comune in quasi tutti i capitoli, che raccontano appunto l’ascesa e poi la via del tramonto di questi protagonisti.

Il libro, uscito lo scorso settembre, include la prefazione di Nino Genovese ed una
conversazione con Daniele Ciprì (regista, tra gli altri film, de “Il ritorno di Cagliostro” assieme a Franco Maresco) dal titolo “Tra Primordi e Post Moderno”.

Ma “I Lumière di Sicilia” è anche il titolo di un progetto-contenitore più esteso che comprenderà – tra le altre cose – una collana editoriale. E soprattutto anticipa la costituzione di una Cineteca su base a Palermo comprendente un grande archivio di teche siciliane dal primo ‘900 fino agli anni recenti; materiale che Sergio Ruffino sta raccogliendo e salvando dalla perdita da quasi quindici anni.

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