sabato, 23 Novembre 2024
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Hacker attaccano le banche. Siamo tutti vulnerabili

Gli hacker che hanno violato i dati di 83 milioni di clienti di JPMorgan Chase, la più importante banca americana, hanno colpito anche nove banche. A subire l’attacco informatico dello stesso gruppo di hacker sono state importanti istituzioni finanziarie statunitensi, i cui nomi non sono stati resi noti. Lo rivela il New York Times, citando fonti a conoscenza dell’indagine. Si ritiene che i pirati informatici operino dalla Russia e siano in qualche modo in relazione con funzionari del governo russo.
L’attacco “potrebbe essere una risposta alle sanzioni” contro la Russia, afferma un alto funzionario Usa a conoscenza delle informazioni di intelligence sulla vicenda. Ma potrebbe trattarsi, aggiunge, anche di un “mix di ragioni”, quali il “furto” di denaro dai conti correnti o quello di “informazioni” da rivendere. Gli hacker sono riusciti a violare una falla nel sistema di sicurezza di JPMorgan, ottenendo accesso a informazioni sui nomi, gli indirizzi, i numeri telefonici e le email dei titolari dei conti correnti.
L’attacco, rilevato alla fine di luglio, ma bloccato completamente solo a metà agosto, non sarebbe invece riuscito a penetrare la barriera di sicurezza a protezione dei dati finanziari e personali più sensibili. JPMorgan ha contattato i suoi clienti e specificato che nessuna somma di denaro è stata prelevata dai loro conti. Al momento non vi sarebbero prove di un uso fraudolento delle informazioni carpite dagli hacker.
A sottolinearlo è Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che ritiene fondamentale l’implementazioni di migliori sistemi di sicurezza informatica e maggiore collaborazione tra le forze di polizia postale di tutto il mondo, stante l’indubbia transnazionalità del fenomeno dell’hacking.

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