giovedì, 19 Dicembre 2024
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HomesocialeGrido di Libera: "Rita vive!" e vicinanza al giornalista Salvo Palazzolo

Grido di Libera: “Rita vive!” e vicinanza al giornalista Salvo Palazzolo

È dalla  tomba di Rita Atria, a 25 anni dalla morte, che oggi si è alzato il grido di Libera attraverso la voce di don Luigi CiottiRita Vive!

Una pacifica invasione nel cimitero di Partanna, quella avvenuta in questo anniversario, che ha testimoniato anche la vicinanza al giornalista del quotidiano “La Repubblica”, Salvo Palazzolo in seguito a quanto pubblicato da Antonio Ciaravello, genero di Totò Riina, su Facebook. “Palazzolo aspetta e spera, tu e tutta la procura di Palermo che ti foraggia gli scoop prima che le cose accadono. E poi. Io non lancio tesi, io a differenza tua parlo per cose di cui sono certo e non come scrivi tu di ciò che i registi ti imboccano”. Poi l’attacco del familiare del boss corleonese ai magistrati  in merito al sequestro dei beni effettuato da Carabinieri alla famiglia “Avete sequestrato con ingiusta violenza la mia azienda, ma non potrete mai sequestrare il mio Sapere ed il mio Mestiere, e per questo risorgerò presto dalle mie ceneri come l’Araba Fenice più Grande e più Forte di prima – conclude Ciavarello – Per il resto arriverà il giudizio di Dio anche per voi che avete permesso ed autorizzato violenza verso gente innocente, per voi che avete eseguito e per voi che state ripetendo a pappagallo quello che la regia vi ha scritto.  Quel che avete fatto lo riceverete da Dio moltiplicato 9 volte, voi ed i vostri figli fino alla settima generazione. Gloria a Dio! Comunque la ditta sta ancora lavorando fino ad oggi, non è più mia ma i miei ragazzi sono a lavoro… Vi voglio Bene Ragazzi’.

«Sappiano questi signori – ha dichiarato il presidente di “LiberaAssociazioni, nomi e numeri contro le mafie”, don Luigi Ciotti, – i quali minacciano di risorgere come l’Araba Fenice per vendicare nove volte l’ “offesa” ricevuta. che esiste una Sicilia e un’Italia che s’impegnano per la libertà e la giustizia, e che di fronte alle minacce e alle menzogne non indietreggiano né tacciono».

 

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