L’abuso nei confronti delle persone anziane è una condotta molto diffusa, anche se spesso resta sottotraccia e non viene denunciata. Sedare gli anziani, colpirli, far mancare loro il necessario, insultarli, ignorarli, non prestare loro ascolto, sono comportamenti da condannare, in tutte le forme e sfumature. Oggi, più che mai, al fine di sviluppare un’aspettativa di fiducia e di speranza, è necessario attivare un percorso, volto alla prevenzione e ai controlli. Abbattere le barriere mentali e sociali, nei confronti degli anziani, è un dovere di tutti. Rita Levi-Montalcini, a proposito della terza età, scriveva: “ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”.
Mi piace prendere spunto dalla sottile riflessione della Montalcini, per raccontare gli anziani e lanciare un appello e una sfida che richiamano i valori della solidarietà, della parola e dell’ascolto.
Nella realtà sociale, scaturiscono interrogativi pressanti sulle cause e sulle possibili soluzioni, per pervenire ad un rinnovamento culturale, mirato a rimuovere la veemenza e l’abbandono degli anziani, dando loro il giusto spazio nella società.
Il pianeta degli anziani invoca l’impegno di tutti, singoli e istituzioni. Il messaggio è rivolto alle famiglie, agli operatori e ai volontari della varie comunità. Solitamente, vengono portati alla ribalta, gli episodi di violenza nei confronti degli anziani, tralasciando i casi in cui, taluni istituti, espandono speranza di vita.
«Trovarsi occasionalmente in visita nella moderna struttura per anziani – Linneo e Angelina Varese – ubicata nella città di Maglie, in provincia di Lecce – dichiara la giornalista siciliana Marina Brugnano -, dotata di massimo confort e di personale altamente qualificato, in grado di fornire assistenza medica, infermieristica e trattamenti riabilitativi, focalizzando l’attenzione al miglioramento dello stato di salute e del benessere degli ospiti, fa ben sperare in un cambiamento, reale e culturale, delle condizioni di vita degli stessi anziani. Visitare il centro – continua la Brugnano -, è stata un’esperienza esaltante ed unica che impone una positiva riflessione. Spero che la struttura – Linneo e Angelina Varese – possa diventare un modello anche per le tante strutture, dislocate nel nostro territorio siciliano”.
E’ bastata una breve ricerca e una chiacchierata interlocutoria con alcuni operatori del centro, che ha una ricettività di 72 posti letto, per rendersi conto che gli ospiti sono accolti in locali molto confortevoli, dove vengono svolte attività individuali e collettive, ludiche e di socializzazione, che offrono occasioni di vita comunitaria e sostegno nelle azioni quotidiane. Inoltre nella stessa struttura, educatori, psicologi ed operatori socio-assistenziali, assicurano attività di mantenimento e riattivazione.
Sul grado di soddisfazione e sulla qualità percepita del centro, Piero Melissano (giornalista, figlio di Rosaria Rizzo, ottantacinquenne, ospite dello stesso centro), asserisce: «ho voluto rendermi conto di persona, dell’efficienza e della qualità dei servizi erogati. Colgo l’occasione per ringraziare i responsabili, per l’aiuto e il sostegno ricevuto, in seguito ad un improvviso peggioramento della situazione di salute di mia madre, invalida e non autosufficiente. Senza il loro appoggio, non saremmo stati in grado di affrontare, con un risultato soddisfacente, le sue precarie condizioni di salute. Constatare che mia madre si trova in un luogo dove viene seguita, aiutata e dove può relazionarsi con altri ospiti, mi trasmette serenità. Ciò che mi ha particolarmente colpito – continua Melissano -, è la pratica della Pet therapy. E’ notoria e valevole, l’affermazione che “con i cani i sorrisi si riaccendono”. Indubbiamente, attraverso gli animali a quattro zampe, non si curano le patologie, ma si alleggeriscono. L’affetto incondizionato di un compagno animale, riesce a superare le barriere della noia e della sofferenza, per le emozioni positive che riesce a trasmettere».
«In questo centro – aggiunge Piero Corrado, genero della signora Rizzo -, la centralità dell’anziano ospite è l’elemento fondante. Le attività che gli operatori portano avanti, sono assolutamente meritorie e necessarie. Gli stessi infatti, si pongono come obiettivo quello di migliorare la qualità del servizio, tenendo in considerazione i bisogni degli ospiti e il valore etico delle prestazioni, nel loro complesso. Un ricordo resterà indelebile, – continua Piero Corrado -, l’evento del Natale al centro. E’ stata e sarà, un’occasione per ritrovarsi e sprigionare le proprie emozioni. Organizzare eventi, tenendo conto delle fragilità e dei limiti degli ospiti e al contempo coinvolgerli, anche se non autosufficienti, vuol dire rendere speciale il Natale, creare un ambiente familiare, farli sentire utili e portatori di tradizioni».
«E’ da circa due anni che mi trovo in questo posto, dove ho trovato lo stesso calore di casa – dichiara la nonnina Rosaria Rizzo -. In questo centro, mi sento accudita, protetta e rispettata. Gli operatori hanno per tutti noi una grande attenzione. Sono gentili ed educati. Voglio dirlo ancora una volta, mi sento a casa. Con gli altri ospiti conversiamo e parliamo dei ricordi e delle esperienze passate. – Leu ve vogliu ringraziare tutti per l’affettu, a professionalità e l’umanità – conclude la signora Rosaria, in dialetto leccese».
Come giornalista e come donna siciliana, non posso che esprimere il mio compiacimento, verso le attività portate avanti dalla struttura che, ho voluto raccontare. Diffondere il valore della solidarietà e del rispetto, regalare serenità, sostegno e cure, rappresenta un prezioso testamento per chi opera nel settore, sotto la guida attenta di un direttore.