La coppola per tanti, forse troppi, anni ha rappresentato per il mondo il simbolo della mafia anche se, invece, è un capo di origine anglosassone. Il merito di avere trasformato questo copricapo, da simbolo mafioso ad accessorio di moda, è dell’azienda “La Coppola Storta” di Guido Agnello, che da vent’anni nel negozio di via Bara all’Olivella a Palermo vende il copricapo divenuto, oramai, simbolo della Sicilia che cambia.
Sei anni fa la giovane Tindara Agnello, figlia di Guido e art director, prese in mano l’azienda creando una cooperativa di lavoro di sole donne, artigiane di altissimo livello, creando un nuovo stile per la coppola tanto da farla apprezzare in tutto il mondo.
Purtroppo, la vita della 35enne stilista siciliana è stata stroncata da un improvviso malore che ha reso vano l’intervento dei sanitari accorsi per prestare aiuto. A dare la notizia della scomparsa di Tindara è stato lo zio Manfredi con un post su Facebook: “Sei andata a disegnare le tue coppole lassù, tra gli angeli”.
Tanti i messaggi di cordoglio che arrivano alla famiglia da tutto il mondo che ha apprezzato lo stile di Tindara. Anche il mondo social non ha fatto mancare la vicinanza alla famiglia: “sono esterrefatto.. Il tuo esempio, la tua passione e l’impegno nel lavoro resteranno per sempre… Togliamoci la coppola e buon viaggio!” dice Alfio. Dario, scrive: “Ciao Tindara, simbolo della bellezza e del coraggio della Sicilia che vuole cambiare. Non ti dimenticheremo”.
Anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha espresso vicinanza alla famiglia anche a nome della Giunta e di tutta l’Amministrazione comunale: “E’ una notizia che ci riempie di tristezza; è un lutto che priva la città di una donna che con passione, visione e amore ha saputo coniugare la cultura e l’impresa, l’impresa e l’orgoglio della propria sicilianità”.
I funerali saranno lunedì alle 11.30 nella Chiesa Madre di Bagheria.