Per non dimenticare. Per non dimenticare l’orrore delle stragi. Per non dimenticare la sofferenza vissuta da milioni di esseri umani. Per non dimenticare la crudeltà dell’Olocausto. Per non dimenticare tutte le vittime del genocidio commesso dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d’Europa.
Sono passati 71 anni da quel giorno (27 gennaio 1945) in cui le truppe dell’Armata rossa buttarono giù i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz e mostrarono al mondo quel che era accaduto: l’orrore e lo sterminio del popolo ebraico, di zingari, di omosessuali, di oppositori politici e di prigionieri di guerra.
Lo sterminio ebreo non ha avuto una motivazione territoriale, non era determinato da ragioni espansionistiche o da una deviata strategia politica, fu deciso sulla base del fatto che il popolo ebraico non meritava di vivere. Era una forma di razzismo radicale che voleva l’estinzione di questo popolo dalla faccia della terra.
Proprio per ricordare la più grande tragedia della storia, il mondo celebra oggi, 27 gennaio, la Giornata della Memoria istituita il primo novembre 2005 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Anche se in Italia, la giornata commemorativa è stata invece designata per legge nel 2000.
Il significato della Giornata della Memoria, è quello di far luce sul passato perché non si compia mai più un simile scempio. Questa ricorrenza serve pure a ricordare il ruolo di coloro che si sono opposti al progetto di massacro e a rischio della propria incolumità hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
“Auschwitz, con tutto quel che racchiude e rappresenta, è un buco nero nella storia dell’umanità. Un buco nero che ha di colpo inghiottito, insieme a milioni di vittime innocenti, secolari conquiste nel campo del diritto, della scienza, del pensiero, dell’arte”, ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della celebrazione della Giornata della memoria, al Quirinale. “Auschwitz non ci abbandona. Al contrario ci interpella costantemente, ci costringe ogni volta a tornare sul ciglio dell’abisso e a guardarvi dentro con gli occhi e la mente piena di dolore e di rivolta morale”.
Commemorare oggi quella giornata, ci porta a ripensare con intensità ad avvenimenti lontani che molti non hanno vissuto direttamente, per coglierne un ammonimento: non gli ebrei, ma tutti noi, gli europei, tutti gli uomini, dobbiamo impegnarci per continuare a reagire, per evitare che un individuo, qualsiasi individuo, possa essere di nuovo perseguitato.
Ricordare è porsi domande senza fine e non pretendere che le risposte siano definitive, perché all’interrogativo “come è stato possibile?” non si può dare un responso convincente. Partendo dalla considerazione che “chi non conosce il passato è condannato a ripeterlo”, il ricordo della Shoah rappresenta un’esortazione per il presente ed il futuro.
Il “non dimenticare” deve partire dal cercare di capire l’inconcepibile, e agire prima che succeda, cosicché nessuno possa essere più vittima di questa atrocità.
Anche la scuola ha voluto ricordare questa giornata così particolare con spettacoli teatrali, letture e attività di cineforum, in modo che i giovani riflettano sugli effetti distruttivi dell’intolleranza e sulla responsabilità di ciascuno nel combatterla.
“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. Primo Levi.