Il 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, è sempre stata un’occasione per raccontare la violenza e trasmettere messaggi di speranza. Come giornalista, ho riempito pagine bianche, raccontando storie vere e dolorose, per riflettere, reagire, indignarsi e dire basta, ai soprusi e alle violenze che, agitano la nostra società. Oggi non parlerò di dolenza, di fatti di cronaca che hanno lasciato un segno di dolore profondo, oggi voglio raccontare di una giovane donna, della quale non c’è traccia nei fatti di cronaca, ma la cui energia va menzionata e ascoltata. Lei è Marina Brugnano, una giovane donna che ha fatto del sorriso la sua forza e della sua arguta battuta, il suo credo. «Per me essere donna è affascinante. È un’avventura, un viaggio attraverso un strada inesplorata in salita, che richiede coraggio ed energia. Una sfida continua che mi fa sentire viva. Sono una farfalla rossa ed ho imparato a volare», dichiara spesso Marina, come a voler dare forza ai suoi pensieri.
Lei è nata il 25 novembre, una data cucita nella sua pelle. Il coraggio di Marina di affrontare la vita, la sua forza di reagire, di cadere e di rialzarsi, trova in questa giornata, la sua profonda ratio.
Raccontare di lei con pochi tratti di penna, descrivere il suo sorriso, riuscire a riassumere le sue esperienze, le emozioni, i sogni, la capacità di reagire e vivere, nell’intento di capire da dove, nasce la speranza e dove finisce l’avvilimento, è come voler tratteggiare la sinossi di un romanzo a lieto fine. Definire Marina una giovane decisa e intraprendente, non vuole essere un modo per nascondere le sue debolezze e le sue ansie.
Di coraggio, nel tempo, Marina ne ha avuto tanto. Il suo coraggio nasce appunto, dalla debolezza e dall’ansia. Lei giovane solare, attorniata da amici, con tanta voglia di vivere, si ritrova in giovanissima età, vittima di una sottile e subdola veemenza che, ha distrutto lentamente la sua personalità rampante e svilita la sua autostima.
Il suo sorriso scemava, mentre lei priva di forza, cercava di muoversi nella zona buia della sua esistenza. Un amore sbagliato e un dolore non meritato. In nome dell’amore qualcuno massacra. In nome dell’amore, qualcuno ti offre una zattera per salvarti dal tormentato mare. Il mare ritorna sereno e la vita per Marina, riprende da dove era stata schermata. Marina ritrova serenità e audacia.
Dopo aver aperto la porta del suo cuore, intraprende un viaggio interiore, superando ostacoli e barriere insormontabili, dando credito solo alla ragione. Il sorriso comincia ad illuminare il suo viso. I suoi rigidi lineamenti si stendono, la sua vita ricomincia ad avere un senso. Il ricominciare a vivere, superando paura e scoramenti, denotano la sua forza e la sua oculata scelta.
Marina dopo aver esplorata l’immagine del suo volto, rimandata dallo specchio e stimato il reale aspetto della sua lesione morale, prende carta e penna e racconta le tappe più significative del suo vissuto, racchiudendole in un libro, dal titolo “Grazie a chi….Comincio da me”. Un racconto nel quale, ripercorrendo la strada dei ricordi, del dolore, del buio e della luce, si libera delle sue ansie e apre la porta d’accesso alla fiducia e al cambiamento. «Tra i miei sogni ne accarezzo uno, quello di occuparmi di informazione e di lavorare in una redazione. So che, per riuscirci. occorre essere capaci, testardi e anche un po’ fortunati e, soprattutto, non bisogna arrendersi mai» confessa Marina.
Per realizzare il sua sogno, inizia l’iter che la porterà ad iscriversi all’albo dei pubblicisti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Ottenuta l’iscrizione, inizia a collaborare con alcune tv locali e successivamente con la testata giornalistica online “Giornale Cittadino Press”, ricevendo il giusto stimolo. Nell’informazione mette impegno e caparbietà. Col passare del tempo, viene fuori la sua freschezza espressiva, la sua capacità di dialogare e di scavare nella notizia. Si lascia alle spalle un periodo che non le appartiene più e si tuffa nel “mare magnum” dell’informazione e dell’organizzazione di eventi, raccogliendo consensi e successo. «Sono nata il 25 novembre, forse non è un caso… – dichiara Marina -. Questa data me la sento cucita addosso. Sono caduta…, di batoste ne ho prese tante, tanti sogni andati al macero, però grazie alla mia famiglia, al ricordo dei miei nonni e a me stessa, oggi sono una donna realizzata e felice di esserci, con la giusta energia e la giusta grinta. Il bruco che era in me, è diventata una farfalla rossa e ha iniziato a volare».
Quelle di Marina sono parole di speranza, intessute di coraggio, quel coraggio recuperato e esternato, di non abbassare la testa di fronte alle intemperie della vita. Il suo vuole essere un testamento interiore, rivolto soprattutto alle giovani generazioni, con l’obiettivo di stimolare in loro, il senso critico di osservare il mondo circostante, di guardare e vedere oltre le apparenze, di fantasticare e di esprimere le proprie emozioni, di credere nei sogni, come un traguardo ambizioso, ma non impossibile.
Nella parte introduttiva della sua autobiografia, si legge: “Ho vissuto momenti oscuri e di grande incertezza che, hanno compromesso, in maniera forte, la mia stabilità emotiva. Ho amato e odiato profondamente, ho avuto la forza di ricominciare”. Vederla brillare di luce propria, registrare la lucentezza della sua felicità, è la più grande prova che una donna può dare a se stessa.
Auguriamo a Marina di continuare a condurre la macchina del suo tempo, di continuare a muoversi con la stessa destrezza e di continuare a guardare il futuro con gli occhi di chi, ha bisogno di vivere la propria vita, nella pienezza dei tempi, senza perdere neppure un attimo. Questo l’augurio della redazione di GCPress che, nel giorno del suo compleanno, ha voluto ricordare il suo vissuto, le sue ambizioni e la sua speranza.