venerdì, 27 Dicembre 2024
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Giarre. Botta e risporta tra ASP3 e il medico ospedaliero che ha lavorato 15 giorni in 9 anni

Quindici giorni di lavoro in 9 anni: sarebbe il ‘record’ di presenze di un medico del pronto soccorso dell’ospedale di Giarre che assunto nel 2005 sarebbe stato nel reparto del ‘Sant’Isidoro’ poco più di due settimane. L’episodio, secondo quanto rivela il quotidiano La Sicilia, sarebbe al centro di accertamenti interni avviati dall’Azienda sanitaria provinciale 3 di Catania dopo le segnalazioni giunte dall’ospedale.
La vicenda ha trovato conferme ai vertici dell’Azienda sanitaria provinciale, che sta ‘monitorando’ altri casi analoghi.

Il medico, che vive a Messina, sua città d’origine, secondo quanto ricostruito dal quotidiano, usufruisce di una borsa di studio dal 1 giugno del 2005 al 31 ottobre del 2008. Il giorno del rientro chiede un congedo parentale fino al 31 maggio. Dal 4 al 21 maggio presta servizio al pronto soccorso del Sant’Isidoro di Giarre. Poi dal 22 maggio al 22 luglio è assente per malattia. Successivamente ottiene un permesso fino al 30 giugno scorso per una borsa studio e attualmente è in aspettativa per un dottorato di ricerca che scadrà il 31 dicembre del 2016.

L’Asp ha inoltre avviato accertamenti sul sito web personale del medico, che svolgerebbe un’attività privata libero professionale nonostante anche on-line scriverebbe di essere un ospedaliero a tempo indeterminato con l’Asp di Catania.

Sono perplesso, ma non preoccupato: ho usufruito di permessi non retribuiti previsti dal contratto nazionale di lavoro per frequentare dei corsi di specializzazione”. ha detto il medico precisando di “avere rispettato la legge”. “Mi sono mantenuto – spiega – con borse di studio, inferiori allo stipendio, e ho dovuto pagare tasse e iscrizione di tasca mia. E durante le mie assenze sono stato sostituito da una collega”.

E’ vero la legge è stata rispettata, – ha detto il direttore sanitario dell’Asp3, Franco Luca – ma l’ultimo permesso è retribuito e noi non possiamo sforare il budget e sostituirlo. Questo ci crea problemi di organico nell’assistenza ai malati e quindi vedremo se ci sono le condizioni per revocare l’aspettativa. Monitoriamo la concessione di permessi dove manca personale, per darli solo se è necessario e indispensabile”.

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