Prosegue al Centro Buddhista Muni Gyana di Palermo (Via Grotte Partanna, 5) il ciclo di conferenze pubbliche aperte alla città. Il prossimo appuntamento è per venerdì 14 dicembre alle ore 18, con Geshe Thubten Sherab e la sua conferenza dal tema “Modernità e tradizione, il buddhismo oggi”.
Geshe Thubten Sherab è per la prima volta ospite al Muni Gyana. Nato in Nepal nel 1967 da genitori tibetani di tradizione Nyingma-Kagyu, ha ricevuto la formazione buddhista a Kopan, il primo centro spirituale della fondazione FPMT ( Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana). Ha poi completato i suoi studi nell’università monastica di Sera Je e nel collegio tantrico del Gyud Me, entrambi in India.
Ha poi lavorato per l’FPMTe insegnato la tradizione buddhista negli USA. E’ stato nominato direttore della scuola del monastero di Kopan, incarico che ha lasciato proprio di recente per girare il mondo e insegnare nei vari centri nei quali è ospite.
Al Muni Gyana di Palermo, la sua conferenza pubblica, verterà su temi cari al Geshe che insegna da tempo in occidente e cerca di riadattare la pratica buddhista anche ai giorni nostri, senza però tralasciare i fondamenti di questa filosofia e soprattutto nel rispetto delle altre tradizioni religiose.
“Dobbiamo pensare in modo più ampio ai modi in cui possiamo beneficiare più persone, che siano buddhiste o no. La mia opinione è che non importa se le persone seguono in modo tradizionale le pratiche buddhiste o se non sono buddhiste, ci sono tanti buoni aspetti di questa filosofia che possiamo condividere con loro – spiega Geshe Sherab – abbiamo sinceramente bisogno di rispettare tutte le altre tradizioni religiose, non solo con le nostre parole, ma direttamente con nostri cuori. Dobbiamo anche capire la cultura e la psicologia occidentali in modo che noi, come Geshe, possiamo essere più efficaci e portare più benefici”.
Quella sulla “Modernità e tradizione, il buddhismo oggi” è infatti una conferenza incentrata proprio sul modo in cui oggi viene vissuto il buddhismo in occidente.
“E’ in una società come quella di oggi, dove lo stress è la causa primaria di sofferenza, che si apprezza meglio la pacificante pratica della meditazione. Prima si pianta un seme, poi lo si annaffia e lo si nutre, e infine si otterrà il frutto. – spiega Lucia Geraci, direttrice del centro buddhista Muni Gyana – si usa un approccio molto sistematico. Il buddhismo è essenzialmente un metodo. Non si basa su ciò che qualcuno ha detto o su una fede; si basa sui fatti”.