Finanziate le opere di completamento del restauro della Villa romana del Casale di Piazza Armerina (EN) e gli interventi per la realizzazione delle nuove coperture. Si tratta di lavori fortemente voluti dall’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà nell’ottica di una maggiore valorizzazione dei luoghi della cultura nelle aree interne della Sicilia.
Il progetto, per un importo complessivo di € 6.340.908,66, grazie al finanziamento inserito nel “Piano di Sviluppo e Coesione”, sarà appaltato entro l’anno: il PSC, infatti, prevede che le opere finanziate vadano a gara entro la fine del 2022. Intanto, è in dirittura di arrivo un secondo progetto di poco più di tre milioni di euro che riguarderà, in particolare, le opere relative agli impianti musivi della Villa del Casale e che porta complessivamente l’investimento sul sito archeologico a oltre nove milioni di euro.
Il progetto prevede interventi strutturali sui manufatti e, soprattutto, la realizzazione di adeguate e moderne coperture per la salvaguardia e il mantenimento dei preziosi mosaici. Tra le opere previste, la revisione e razionalizzazione del sistema di raccolta delle acque con la realizzazione di opere che ne consentano il drenaggio e la canalizzazione e la pulitura dei canali romani di raccolta delle acque stesse. Inoltre, è prevista la pulitura e il restauro dei mosaici e degli elementi lapidei decorativi, pavimentali e fittili, il ripristino della fontana ubicata all’interno del peristilio del portico quadrangolare, costituita da tre vasche mosaicate con tessere litiche, il restauro delle superfici parietali con rimozione delle superfetazioni, la posa degli impianti necessari a protezione dell’area nonché la posa delle coperture coibentate, l’apposizione delle pannellature e l’individuazione e segnalazione dei percorsi interni.
Il progetto, in passato, era stato inserito tra quelli finanziabili con il PO-FESR 2014-2020, ma ad oggi, non aveva avuto assegnate le risorse necessarie alla realizzazione.
Con il successivo intervento di tre milioni di euro si opereranno, invece, lavori più approfonditi di ripulitura, sistemazione e protezione dei mosaici, noti in tutto il mondo per la loro originalità e bellezza.
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La comunità di Pettineo festeggia Sant’Oliva restaurata
Lo scorso sabato con una cerimonia nella Chiesa di S. Oliva di Pettineo (ME) è stato restituito alla comunità il simulacro di Santa Oliva, martire palermitana del V secolo e patrona di Pettineo.
Alla presentazione erano presenti: l’avv. Antonio Testa del Gabinetto in rappresentanza dell’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, che si è speso per il recupero dell’opera cara alla comunità, l’arciprete di Pettineo Don Giuseppe Salvo Capizzi, la soprintendente di Messina Mirella Vinci e i rappresentanti delle istituzioni locali.
La statua, che rientra tra i manufatti lignei di pregio diffusi nel territorio nebroideo in legno, è stata realizzata nel 1575 da Domenico Federico, intagliatore attivo a Petralia Sottana, e raffigura la santa, riccamente abbigliata con un ramoscello d’ulivo nella mano destra e un libro nella sinistra.
Alla Santa, che è oggetto di forte devozione, viene riservata un’originale pratica cultuale di antica tradizione che coinvolge tutta la popolazione locale.
Il restauro ha rimosso le lesioni, i numerosi strati pittorici e le disconnessioni della base che la rendevano pericolosa per l’incolumità pubblica durante la processione.
L’intervento di restauro della statua, dell’altezza di mt 1,40, è stato eseguito da Maria Scalisi di Gravina di Catania, su progetto della Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina che ha seguito le opere sotto la direzione della storica dell’arte Virginia Buda.
L’importo dei lavori, per 7.586,50 euro ha riguardato, oltre al consolidamento statico e al risanamento delle lesioni con materiali idonei, anche la pulitura e la rimozione dei numerosi strati di vernice sovrapposti che ha permesso di riportare in luce le originali dorature sui capelli e le smaglianti decorazioni della veste.
L’eliminazione delle superfetazioni sulla parte posteriore del manto della statua ha consentito, inoltre, di rimodellare la figura riproponendo la decorazione nel suo originario splendore.
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In esposizione alla Galleria Bellomo di Siracusa le figure del presepe ottocentesco re-interpretate dagli studenti del Liceo Artistico Gagini
Lo scorso venerdì nella Sala Eventi Temporanei della Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa, è stata inaugurata l’esposizione “Le figure del presepe, identità etnoantropologica nella collezione museale”con opere realizzate dagli studenti del Liceo Artistico “Antonello Gagini” di Siracusa nell’ambito di un progetto didattico formativo Scuola-Museo.
La mostra, visitabile fino all’8 maggio 2022 sarà illustrata dalla direttrice della Galleria Bellomo, Rita Insolia e della dirigente scolastica del Liceo Artistico “A.Gagini” di Siracusa, Giovanna Strano, che ha coinvolto nel progetto numerose classi del biennio del laboratorio di Discipline plastiche.
L’esposizione rappresenta il momento conclusivo di un articolato progetto che si è svolto tra gennaio ed aprile, nell’ambito delle iniziative di collegamento tra beni culturali e territorio fortemente volute dall’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà per sensibilizzare le giovani generazioni al rispetto dei beni culturali e, in particolare, alla conoscenza delle opere d’arte che sono intimamente legate con il territorio. In particolare il progetto, della durata di 70 ore con presenza all’interno del museo stesso, ha voluto mettere in luce il prezioso patrimonio etno-antropologico costituito dalle figure del presepe ottocentesco in cartapesta custodite all’interno del Museo attraverso la realizzazione, da parte degli studenti, di manufatti artistici in gesso che riproducono in chiave contemporanea l’alfabeto animale (cavalli, asini e cammelli) protagonista del presepe siciliano.
A coordinare il progetto la prof.ssa Carmela Santoro, docente di discipline plastiche collaborata dai tutor esperti, prof. Michele Romano, storico dell’arte che ha curato la catalogazione e analisi delle opere d’arte e da Toni Mazzarella, fotografo-artista per la realizzazione del tableau vivant che offre una lettura del dipinto seicentesco “Adorazione dei Magi” (copia da Filippo Paladini).
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