Palermo – Tutti i soggetti affetti da disabilità o non deambulanti a causa di una patologia cronica o grave, che non hanno nessuno che possa recarsi in farmacia per acquistare medicinali, possono telefonare al numero verde nazionale 800189521 dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18, per richiedere il nuovo servizio di consegna medicinali a domicilio senza costi, organizzato da Federfarma nazionale con il patrocinio del Ministero della Salute.
In provincia di Palermo hanno aderito quasi tutte le farmacie associate a Federfarma. L’operatore del call center, verificato che il soggetto rientri nei requisiti previsti dalla speciale iniziativa, lo metterà in contatto telefonico diretto con la farmacia più vicina all’abitazione.
Il farmacista concorderà le modalità di ritiro della ricetta in originale (se è previsto l’obbligo di prescrizione medica) e comunicherà i tempi di consegna dei prodotti, che saranno chiusi, assieme allo scontrino fiscale, in un contenitore “a prova di privacy”. La consegna gratuita non garantisce le urgenze.
“Anche con questa iniziativa – spiega Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo – vogliamo fare emergere l’importante ruolo sociale svolto dalla farmacia come presidio del Servizio sanitario nazionale sul territorio a favore del cittadino. Le farmacie vogliono così contribuire a garantire il diritto alla salute e alle cure, sancito dalla Costituzione, anche a chi per condizioni fisiche e familiari non può accedere alla dispensazione dei farmaci direttamente nelle nostre strutture. In questo particolare momento di caldo e di ferie estive – conclude Tobia – il nostro pensiero va soprattutto a quegli anziani, spesso malati gravi o cronici, che restano soli e devono affrontare particolari disagi”.
“Vogliamo difendere questo modello di farmacia – aggiunge Tobia – vicino alle esigenze dei cittadini, dei più deboli e dei meno fortunati. Modello che oggi più che mai viene messo in discussione dai provvedimenti contenuti nel disegno di legge ‘Concorrenza’ all’esame delle competenti Commissioni della Camera, che sposterebbero irrimediabilmente l’ago della bussola verso interessi diversi da quello della tutela della salute”.