Anche se con defezioni importanti, ad esempio assente la Dott.ssa Dania Ciaceri, in atto “proprietaria” quindi responsabile in prima persona del sito e strane partecipazioni, per esempio l’Amministrazione Comunale presente con un semplice funzionario, continua il lento passo, in IV Commissione all’ARS, delle audizioni per arrivare alla bonifica dell’area dell’ormai famoso ex Cotonificio Siciliano di Partanna Mondello. Prima della bonifica, però, si dovrà procedere con l’azione, importantissima di, quanto meno, rendere “inerte” e forse togliere da lì, tutto quel popò di amianto che per adesso sta nella “proprietà” della Regione Siciliana.
Le notizie di rilievo, avute nell’ultima riunione, a parere dell’Associazione Aiace, presente al tavolo con E. Marchiano, G. Badalamenti e G. Tagliareni, sono due: il reperimento di una cospicua somma per l’intervento (un milione e mezzo di euro) e il temporaneo dissequestro dell’area da parte della Procura.
Per il resto è prevalsa la sensazione, a chi scrive, che si stia “navigando a vista” anche se, per riuscire a farsi dissequestrare temporaneamente l’area, la D.ssa Ciaceri avrà dimostrato al Giudice di avere le idee chiare. Sarà che è il primo intervento di questo tipo che la Regione Siciliana sta affrontando, ma sicuramente, viste anche le proteste che nei giorni scorsi ci sono state nella Seconda Circoscrizione e che hanno visto il Presidente Antonio Tomaselli farsi portavoce della preoccupazione della popolazione di quel territorio, altri ne seguiranno anche se la proprietà dei sitirisulterà privata.
In tutte le foto, quello che sembrano dei fori non sono altro che dei rattoppi effettuati con materiale nero tipo asfalto a freddo o bitume
Ritornando all’audizione, sicuramente a giorni, come spiegava il Commissario Farina, della Polizia Municipale di Palermo, saranno provvisoriamente tolti i sigilli all’area e sarà permesso di entrare a coloro che “tecnicamente” devono intervenire affinché si arrivi a redigere il Piano Bonifica.
Piano che prevederà diverse fasi, ma la prima in assoluto, sarà quella di capire con che cosa si avrà a che fare, per “proteggere” i lavoratori che materialmente eseguiranno i lavori, ha spiegato il Dott. Luigi Librici direttore dell’ARPA. Dopo, dovrebbe seguire “l’opera” di smontaggio e smaltimento e infine, se ce ne sarà di bisogno, ma lo diranno gli esami conclusivi, la bonifica del Terreno, per arrivare alla “restituibilità ambientale”, risultato finale di tutta la procedura.
Sulla vicenda, il padrone di casa, On. Edy Tamajo, che si dichiara non un tecnico in materia, ma deciso ad “ammuttare” (spingere n.d.r.) per arrivare anch’egli alla risoluzione del grave problema che vive la cittadinanza locale, si scaglia contro lo scetticismo di qualche assessore e di qualche dirigente che merita essere “rottamato” (così ha dichiarato e ci piacerebbe sapere chi sono costoro da rottamare). Inoltre, si è reso conto che il Piano deve essere effettuato in base alla destinazione d’uso del sito.
Cosa questa già dichiarata dalla D.ssa Giuseppa Di Grigoli (notizia data il 24 Gennaio nel nostro giornale). Quindi, si può dedurre che in Commissione, si è presa l’ulteriore consapevolezza del fatto che non si può
rischiare di sperperare denaro pubblico, in un Piano Bonifica che non dovesse risultare adeguato rispetto alle tabelle di riferimento “finali”.Intanto, dobbiamo registrare che neanche in Commissione è stato datosapere l’esito degli esami, che ha effettuato l’ASP sui varicampionamenti, perché sono stati inviati agli inquirenti, ma la D.ssa Loredana Curcurù , direttrice dell’ASP 6, ha avvisato che nessuno può entrare nell’area se non adeguatamente protetto.