Nel contesto di un mondo segnato da conflitti e guerre, l’International Forum for Peace, Security and Prosperity ha inaugurato, ieri a Palazzo dei Normanni a Palermo, il suo quarto appuntamento mondiale. L’evento, che si svolgerà fino a mercoledì prossimo nel capoluogo siciliano, riunisce migliaia di studenti di scuole superiori, universitari, cadetti di accademie e collegi militari.
Il presidente dell’organizzazione, il canadese Steve Gregory, ha sottolineato l’importanza di promuovere la pace, la sicurezza e la prosperità in un mondo che affronta oltre 55 conflitti e numerose guerre. “Siamo cittadini impegnati a creare ponti tra eserciti, studenti delle accademie militari, università, diplomazia e i cittadini”, ha dichiarato Gregory.
L’obiettivo principale dell’evento è esplorare le dinamiche della cosiddetta “pace positiva”, un concetto filosofico teorizzato negli anni ’60 dal sociologo statunitense Johan Galtung. Questo approccio analizza le cause della guerra e i requisiti fondamentali per raggiungere la pace.
Gregory ha espresso la sua visione sulla guerra: “La guerra è come un immenso fuoco, non controllabile, ma ha bisogno di avere pompieri. Non può esserci pace senza sicurezza, e questa non può essere caricata solo sulle spalle dei nostri eserciti. Vogliamo insegnare ai più giovani il significato delle istituzioni e chi le difende, dando loro la speranza”.
I partecipanti avranno l’opportunità di immergersi in simulazioni coinvolgenti, giochi di ruolo e attività di “syndicate”; saranno “calati” in situazioni complesse, dove dovranno utilizzare il quadro degli otto pilastri della pace positiva (Pillars of Peace) per sviluppare soluzioni collaborative.
Questi pilastri includono aspetti come la giustizia, la sicurezza, la cooperazione e la sostenibilità. Un’esperienza che li porterà a confrontarsi con scenari di crisi, spingendoli a collaborare in team per individuare strategie adeguate.
Da Palermo, un appello per la pace nel mondo, un invito a riflettere e a costruire un futuro più armonioso e sicuro per le generazioni a venire.
