“Mentre sono in corso le iniziative per far trascorrere qualche ora “in spensieratezza” ai cittadini detenuti della Casa Circondariale Pagliarelli e della Casa di reclusione Ucciardone di Palermo, con l’organizzazione della VI edizione della manifestazione denominata “Nuovissimo Cinemssimo Paradisissimo“, i “soliti noti” decretano la fine dell’inserimento lavorativo di alcuni di loro. La notte tra il 27 e il 28 Luglio, ignoti sono entrati, scassinando la finestra e poi la porta della Pagoda Al Bab, rubando un decespugliatore, un tagliaerba ed un tagliasiepi.
Questi attrezzi erano necessari per il mantenimento e la fruizione di alcune zone dell’Area Archeologica del rione San Pietro, di proprietà del Comune di Palermo e della Regione Siciliana. Per questo e altri motivi chiuderemo la sede periferica del Centro Padre Nostro” – così comunica il Presidente del Centro Padre Nostro Maurizio Artale
“Da quasi un anno subiamo da parte dell’Amministrazione Comunale, nella fattispecie dall’Assessorato alle attività produttive , e della Regione Siciliana – Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali della Provincia di Palermo , l’effetto della loro paralisi amministrativa. Il mancato rilascio del loro nulla osta per l’utilizzo dell’area non ci ha permesso quest’anno di promuovere una rassegna estiva di eventi teatrali, musicali e culturali, occasione che avrebbe offerto un piccolo guadagno ad alcuni detenuti in esecuzione penale affidati dall’ Amministrazione Penitenziaria al Centro di Accoglienza Padre Nostro. – ha aggiunto – Per sollecitare ancora una volta il rilascio di questi nulla osta, la settimana scorsa abbiamo messo in mora i due Enti Locali, avvisandoli che ci saremmo rivolti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, ma neanche questo è servito. Silenzio. Nessuna risposta”.
“Ci addolora abbandonare questa sede del Centro, ma non siamo più nelle possibilità di continuare a ricorrere alla Magistratura perché ci siano riconosciuti dei diritti che darebbero un futuro diverso alle fasce sociali deboli che ogni giorno si rivolgono al Centro, e per evitare che i “soliti noti” continuino a fare scempio dell’opera del Beato Giuseppe Puglisi.
Abbiamo compreso che, nonostante le varie lettere di encomio, le dichiarazioni di intenti, gli accordi di programma e gli atti d’obbligo, né il Comune né la Regione vogliono restituire all’antico splendore questa porzione di città. – ha proseguito – Ci avviciniamo al XXIII anniversario del Martirio del nostro fondatore, che per questa città si è immolato.
Crediamo che quest’anno, se non ci saranno azioni concrete da parte delle Istituzioni (Comune e Regione), non daremo ai loro rappresentanti possibilità alcuna di fare memoria di facciata del Beato e del suo sacrificio: riteniamo sia, da parte nostra, un gesto dovuto nei confronti del nostro Fondatore”.