sabato, 16 Novembre 2024
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Ennesimo furto al Centro di Accoglienza Padre Nostro, chiude una delle sedi

“Mentre sono in corso le iniziative per far trascorrere qualche ora “in spensieratezza” ai cittadini detenuti della Casa Circondariale Pagliarelli e della Casa di reclusione Ucciardone di Palermo, con l’organizzazione della VI edizione della manifestazione denominata “Nuovissimo Cinemssimo Paradisissimo“, i “soliti noti” decretano la fine dell’inserimento lavorativo di alcuni di loro. La notte tra il 27 e il 28 Luglio, ignoti sono entrati, scassinando la finestra e poi la porta della Pagoda Al Bab, rubando un decespugliatore, un tagliaerba ed un tagliasiepi.
Questi attrezzi erano necessari per il mantenimento e la fruizione di alcune zone dell’Area Archeologica del rione San Pietro, di proprietà del Comune di Palermo e della Regione Siciliana. Per questo e altri motivi chiuderemo la sede periferica del Centro Padre Nostro” – così comunica il  Presidente del Centro Padre Nostro Maurizio Artale

“Da quasi un anno subiamo da parte dell’Amministrazione Comunale, nella fattispecie dall’Assessorato alle attività produttive , e della Regione Siciliana – Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali della Provincia di Palermo , l’effetto della loro paralisi amministrativa. Il mancato rilascio del loro nulla osta per l’utilizzo dell’area non ci ha permesso quest’anno di promuovere una rassegna estiva di eventi teatrali, musicali e culturali, occasione che avrebbe offerto un piccolo guadagno ad alcuni detenuti in esecuzione penale affidati dall’ Amministrazione Penitenziaria al Centro di Accoglienza Padre Nostro. – ha aggiunto – Per sollecitare ancora una volta il rilascio di questi nulla osta, la settimana scorsa abbiamo messo in mora i due Enti Locali, avvisandoli che ci saremmo rivolti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, ma neanche questo è servito. Silenzio. Nessuna risposta”.

“Ci addolora abbandonare questa sede del Centro, ma non siamo più nelle possibilità di continuare a ricorrere alla Magistratura perché ci siano riconosciuti dei diritti che darebbero un futuro diverso alle fasce sociali deboli che ogni giorno si rivolgono al Centro, e per evitare che i “soliti noti” continuino a fare scempio dell’opera del Beato Giuseppe Puglisi.
Abbiamo compreso che, nonostante le varie lettere di encomio, le dichiarazioni di intenti, gli accordi di programma e gli atti d’obbligo, né il Comune né la Regione vogliono restituire all’antico splendore questa porzione di città. – ha proseguito – Ci avviciniamo al XXIII anniversario del Martirio del nostro fondatore, che per questa città si è immolato.
Crediamo che quest’anno, se non ci saranno azioni concrete da parte delle Istituzioni (Comune e Regione), non daremo ai loro rappresentanti possibilità alcuna di fare memoria di facciata del Beato e del suo sacrificio: riteniamo sia, da parte nostra, un gesto dovuto nei confronti del nostro Fondatore”.

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