Domenica 3 marzo, alle ore 18,00, a Palermo, presso gli spazi di via Dante 25, avrà luogo la presentazione del catalogo della mostra collettiva Dopo l’umano a cura di Eliana Urbano Raimondi, con opere di Paolo Assenza, Francesco Balsamo, Nicola Bertellotti, Gianluca Capozzi, Pierluca Cetera, Tito Huang, Rossana Taormina, Nicola Vinci, William Marc Zanghi.
Il catalogo (stampato presso Fotograph) verrà presentato anche attraverso una visita guidata all’esposizione, che verrà coronata dalla lettura del racconto dello scrittore Gioacchino Lonobile ispirato alle foto di Nicola Bertellotti.Seguirà un momento suggestivo dedicato alla fruizione interattiva / performativa delle opere di Pierluca Cetera.
Al termine dell’evento è prevista una degustazione di vino gratuita, offerta dalla Cantina Terre di Giafar. Ingresso libero. Info: 350.0342262.
LA MOSTRA
La mostra, sostenuta dalle gallerie IAGA Contemporary Art e Sensi Arte, è visitabile su appuntamento fino al 15 marzo 2019.
Scopo del progetto è anche il suo ampliamento, volto a capillarizzare la riflessione sul tema, da sviluppare con nuove tappe espositive e non, da proporre a istituzioni e nuove realtà del panorama artistico-culturale nazionale.
TEMA
Nel 1992 Jeffrey Deitch riuniva un gruppo di artisti le cui poetiche erano state influenzate dal dilagare dell’artificialità nella vita umana, in specie mediante il sempre più frequente ricorso a biotecnologie, chirurgia estetica e robotica. Frutto delle associazioni del critico fu la mostra itinerante dal titolo Post Human ovvero “oltre l’umano”, letteralmente “dopo l’umano”.
Da qui, dall’intento di voler recuperare alla locuzione inglese il suo significato letterale, ha origine il seme germinale della mostra Dopo l’umano che, nel ripristino del valore di determinazione temporale, proprio dell’espressione, qualifica uno stato di fatto della realtà dopo il passaggio o l’intervento dell’uomo. Testimonianze concrete della sottintesa consecutio temporum sono dunque le immancabili tracce antropiche in luoghi reali, realistici o immaginari, comunque concretizzati nella rappresentazione foto-pittorica, figurativa o astratta che sia.
Se il movimento artistico degli anni Novanta era alimentato da una spontanea adozione di tematiche scottanti, quali la grottesca ma accattivante possibilità di mutare il proprio aspetto fisico e con esso l’identità, a circa trent’anni di distanza, con la normalizzazione nell’ordinario di quelle novità, troviamo un diverso rapporto con la cosmesi. Questa, non più al centro dell’attenzione quale tema, diviene forma, da alcuni artisti naturalmente adottata quale scelta estetica, da altri altrettanto naturalmente rifuggita, col risultato di un’estetica più “naturalistica”, meno artificiosa.
Proprio perché fisicamente assente nelle raffigurazioni – presente, al massimo, quale simulacro – l’uomo domina la scena delle opere selezionate con tutto il suo portato culturale-antropologico, descrittivo delle numerose sue sfaccettature, fornendo attraverso gli oggetti con cui ha interagito, negli ambienti (fisici o mentali) che lo hanno ospitato o che ne sono stati sopraffatti, indicazioni su ciò che ha fatto, su come ha agito, sulle sensazioni che ha vissuto.