Un luogo dove le donne tornano a essere persone e non più schiave. A San Giuseppe Jato, con la benedizione dell’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi, è stata inaugurata Donne di Benin City, una casa di accoglienza per ragazze nigeriane vittime della tratta delle schiave. I fondi dello spettacolo “Benin City-Palermo: la sfida del coraggio”, tenutosi nel mese di giugno al Teatro di Verdura a Palermo sono serviti a finanziare il progetto.
La struttura è stata fornita in comodato d’uso da privati, ed è stata nominata dalle stesse ragazze Iyobosa che, in uno dei dialetti della lingua nigeriana, significa “con l’aiuto di Dio”. Sarà destinata ad ospitare le ragazze che riescono a trovare la forza di ribellarsi, di denunciare, di sfuggire all’orrore di tale schiavitù e grazie all’aiuto dell’Associazione riescono a riscattarsi e reinserirsi nel tessuto sociale.
«Questa sarà la casa della libertà per molte donne uscite dalla violenza che hanno pagato l’assurdo riscatto imposto sulla loro vita – dice Osas Egbon, presidente dell’associazione Donne di Benin City -. Qui potranno avere uno spazio domestico e di vita, un luogo dove cominciare a pensare per la prima volta al futuro, il proprio e quello dei propri figli. Un altro passo avanti verso la nostra causa per i diritti delle donne nigeriane».
Un bel modo di festeggiare il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Secondo Action Aid, tra il 2014 e il 2016, le donne di nazionalità nigeriana sbarcate sulle coste italiane sono state circa 17.500, la maggior parte proviene da Benin City, una regione della Nigeria. L’80% di queste ragazze sono diventate potenziali vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Molte di queste sono finite proprio in Sicilia nella zona di Palermo, territorio dove la mafia nigeriana ha profonde radici e utilizza le donne per i propri interessi.