Palermo – I ripetuti allarmi rimbalzati sui mass media riguardo la carenza di sangue di questi giorni, mette ulteriormente in risalto, qualora fosse necessario, l’importanza di infondere nei cittadini la cultura della donazione di sangue.
Intanto occorre ricordare che il sangue raccolto, grazie alle donazioni, viene trasfuso a pazienti con tumori, leucemie, malattie croniche e genetiche, a politraumatizzati e nel corso di interventi chirurgici. La correzione della carenza di uno o più componenti del sangue consente in alcuni casi, la guarigione ed in altri casi la sopravvivenza di questi pazienti.
Per saperne di più ci siamo recati presso l’Associazione Donatori Volontari Sangue di Palermo che ha il suo punto di raccolta fisso a piazza Castelnuovo 35 e abbiamo incontrato Alessandro Di Marco, segretario organizzativo dell’associazione. A lui abbiamo chiesto il perché di questa emergenza sangue dei giorni scorsi e che ancora perdura.
“Il periodo estivo si caratterizza ogni anno per la difficoltà di reperire il sangue necessario, in quanto il caldo crea qualche disagio ai donatori e per il fatto che in questi mesi è facile essere fuori la propria residenza. Inoltre statisticamente abbiamo un aumento di incidenti con traumi, che necessitano di trasfusioni di sangue. Quest’anno si è aggiunto un motivo in più, un provvedimento amministrativo, nazionale e comunitario, che impedisce la raccolta temporanea senza l’uso dell’autoemoteca. Quindi non potremo più fare raccolte sangue in parrocchie o centri vari che per l’occasione ci ospitavano nei loro locali. Il provvedimento è arrivato nel momento peggiore, ovvero alle soglie dell’usuale criticità estiva ed ha determinato un calo repentino della quantità di sangue raccolto.”
Alla dottoressa Maria Cascio, responsabile sistema qualità dell’ADVS, raggiunta telefonicamente, abbiamo chiesto maggiori informazioni sulla donazione:
“La donazione avviene seguendo delle procedure che si basano sulla sicurezza del donatore, il quale con questo semplice atto può sentirsi bene da un punto di vista morale in quanto aiuta, chi ne ha bisogno, a continuare a vivere. Inoltre il donatore ha la possibilità di poter controllare costantemente la propria salute attraverso le visite sanitarie e gli accurati esami di laboratorio. Oggi alla tradizionale donazione di sangue si è aggiunta la plasmaferesi, un tipo di donazione moderna durante la quale si sottrae al donatore la parte liquida del sangue, plasma, restituendogli contemporaneamente la parte cellulare, globuli rossi, bianchi e piastrine. Dal plasma vengono ricavati i cosiddetti plasmaderivati che sono dei salvavita quali l’albumina, le immunoglobine e il fibrinogeno. E’ importante sottolineare che la plasmaferesi non sostituisce la donazione di sangue tradizionale ed anzi la si può effettuare con maggiore frequenza.”
Durante la conversazione con Di Marco, all’interno del centro di raccolta, abbiamo notato un via vai di volontari per la donazione. I donatori, dopo una regolare registrazione, passano per il medico che effettua le visite di rito e, se ci sono le condizioni, autorizza la donazione che avviene nel più completo relax e con l’assistenza continua di medici e paramedici. Vittoria Di Bartolo è la dottoressa di turno ed anche lei sottolinea l’importanza della donazione ed il momento di carenza che stenta ad essere un semplice ricordo del passato.
Le persone che hanno particolarmente bisogno di sangue sono i talassemici, per loro la trasfusione di sangue rappresenta un salvavita assolutamente necessario. Partendo da questo dato di fatto, pensiamo sia necessario quantomeno informarsi presso i centri di raccolta e poi donare, ricordando che per poterlo fare farlo bisogna avere compiuto i 18 anni di età.