lunedì, 23 Dicembre 2024
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Don Mazzi incontra i palermitani al Teatro Santa Cecilia: ‘Ascoltate i vostri figli’

Un incontro dal sapore tanto ironico quanto drammatico quello di ieri sera al Real Teatro Santa Cecilia con Don Antonio Mazzi, il presbitero impegnato nell’attività per il recupero di tossicodipendenti e fondatore della Comunità ‘Exodus‘, che ha voluto simbolicamente abbracciare tutti i presenti attraverso un confronto diretto ‘cuore a cuore’.

Presenti all’ncontro, aperto a tutti, ai laici e ai religiosi, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il consigliere comunale Giulio Cusumano e la giornalista Anna Cane.

La serata è stata aperta dal “Gloria” di Antonio Vivaldi, eseguito del coro Pontis Mariae diretto dal teologo Tony Caronna, seguita da un passo a due, un estratto dello spettacolo “Tra uomo e donna – No alla violenza sulle donne” con la direzione artistica del ballerino e coreografo Leon Cino.

Una lectio magistralis che lo stesso Don Mazzi, con la sua irriverente ironia ha voluto definire “chiacchierata”, incentrata sull’importanza del recupero dell’educazione e del senso civico che, quasi come un inarrestabile vortice di emozioni, si è trasformata in un racconto di storie, di vite e spunto di riflessione per tanti genitori e figli.

«Vorrei che questa sera parlassimo come se ci conoscessimo da sempre – ha esordito simpaticamente Don Antonio Mazzi – e sto rischiando ad essere qui perché il mio medico, se lo sapesse, darebbe di matto. Mia madre – ha proseguito – era talmente preoccupata per me che, in punto di morte, disse a mio fratello: “Di ad Antonino di mettere giudizio”. Purtroppo mori 10 minuti prima che io arrivassi in ospedale perché mi trovavo in un’altra città».

Attimi di ironia che si sono alternati a momenti di riflessione e di profonda commozione: «Una volta conobbi una bambina di 12 anni che faceva la ballerina alla Scala di Milano, era molto brava. Tentò il suicidio tre volte – ha affermato commosso Don Mazzi – perché non si piaceva. Quando chiese a sua madre “portami da Don Mazzi” ne rimasi colpito, ma fui ancora più colpito quando mi disse “Ho imparato tutte le mosse e non berrò il mio quarto cucchiaino (si riferiva ai suoi tentativi di togliersi la vita). In quel momento capii che si salvò da sola, con la sua forza, non so cosa le avessi trasmesso, ma io non ho fatto nulla».

Una vittoria umana, certamente, alla quale, nella sua lunga esperienza in comunità di recupero, si sono alternate anche pesanti sconfitte: ragazzi che non sono riusciti a salvarsi e che Don Mazzi non solo ricorda con commozione, ma ne conserva il dolore come un padre che perde i propri figli.

E proprio ai padri di quei figli che sperimentano la solitudine e l’abbandono degli adulti si è rivolto Don Mazzi: «I libri di psicologia non spiegano tutto e non risolvono tutto. Occorre studiare una nuova pedagogia sui giovani dai 10 ai 20 anni perché è quella l’età più critica in cui i padri hanno un ruolo importantissimo. Questa sera – ha affermato duramente – voglio che tutti i padri presenti vadano a casa con la diarrea perché devono capire quanto sia importante il loro ruolo nell’educazione dei ragazzi».

Essere padri non è semplice, ha ancora sottolineato il presbitero, ma bisogna educare i ragazzi ai valori più importanti della vita, tra i quali, la vita stessa, il rispetto per le donne e la sensibilizzazione verso la non-violenza.

Proprio su questi punti, abbiamo posto una domanda a Don Antonio Mazzi, in particolare su come si possa aiutare le giovani donne a prendere consapevolezza del proprio valore per difendersi dagli uomini che vogliono impedire loro di esprimere il proprio essere: «Le donne devono convincersi che sono forti – ha detto con fermezza – devono smettere di pensare che siano deboli. La violenza c’è sempre stata, ma dovete imparare ad essere donne perché sarete voi a cambiare il mondo e vincere, grazie a voi vincerà la bellezza».

Al termine dell’incontro, Don Mazzi ha voluto concludere esortando i genitori ad ascoltare i propri figli e ha rivolto un messaggio a tutti i giovani presenti: «Non abbiate paura delle domande che vi ponete, siate pazienti, sedetevi e vedrete che le risposte arriveranno».

Durante la serata, inoltre, è stato possibile firmare per sottoscrivere la proposta di legge che prevede le modifiche alla disciplina della querela per i reati di violenza sessuale e atti persecutori (stalking).

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