martedì, 26 Novembre 2024
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(Dis)Orientamento, ecco la stagione 2021-2022 del teatro Biondo

Una Stagione nel segno della rinascita, tra prime assolute, valorizzazione degli autori e degli artisti siciliani – anche attraverso la prima edizione di un Premio – e progetti speciali internazionali. Il programma

Una stagione di rinascita, per tornare a vivere il teatro in presenza nella sua naturale
dimensione di condivisione, per ritrovare insieme l’orientamento dopo mesi di sbandamento e incertezze. Partendo da queste premesse, la nuova stagione del Teatro Biondo di Palermo – presentata dalla direttrice Pamela Villoresi e dal presidente Giovanni Puglisi, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando e dell’assessore regionale al Turismo, sport e spettacolo Manlio Messina – si intitola Disorientamento, col prefisso tagliato per ribaltare il significato della
parola e lasciarsi alle spalle la sensazione di smarrimento degli ultimi mesi.

La nuova stagione del Teatro Biondo si articolerà tra Sala Grande, dove debutteranno 15 spettacoli, tra cui 6 prime nazionali, e Sala Strehler con 11 spettacoli, due dei quali in prima assoluta. In tutto 26 spettacoli di cui 16 saranno produzioni o coproduzioni del Biondo, ai quali si affiancheranno alcuni progetti speciali di respiro internazionale e spettacoli per bambini. Diversi gli autori e gli artisti siciliani in programma, tra cui Franco Scaldati, al quale saranno dedicate due produzioni.

Previsto a febbraio anche il “Premio Teatro Biondo – Sicilia di Scena”, dedicato ai giovani artisti siciliani, che prevede la produzione del progetto di spettacolo ritenuto più interessante e l’ospitalità di altri due.
Si comincia il 7 ottobre in Sala Grande con il debutto di Pupo di zucchero, il nuovo spettacolo di Emma Dante, che proprio al Biondo – coproduttore insieme al Teatro di Napoli, alla Compagnia Sud Costa occidentale e a prestigiose istituzioni internazionali – debutterà in uno spazio chiuso dopo le tappe en plein air a Pompei ed Avignone. Liberamente ispirato a Lo cunto de li cunti di Gianbattista Basile, lo spettacolo racconta la storia di un vecchio che, per sconfiggere la solitudine, la notte della festa dei morti invita a cena i defunti della famiglia. In scena Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout, Sandro Maria Campagna, Martina Caracappa, Federica Greco, Giuseppe Lino, Carmine Maringola, Valter Sarzi Sartori, Maria Sgro, Stephanie Taillandier, Nancy Trabona.

A seguire, il 4 novembre debutterà in prima nazionale Enrico IV di Luigi Pirandello nel nuovo allestimento diretto dal regista greco Yannis Kokkos, con Sebastiano Lo Monaco nel ruolo del protagonista, un nobile che perde la memoria durante una battuta di caccia in costumi storici, e si crede il personaggio che stava impersonando, cioè l’imperatore Enrico IV di Franconia. La follia dell’uomo viene assecondata dai servitori che il nipote mette al suo servizio per alleviarne le sofferenze. Riacquistata la memoria, il signore decide di fingersi ancora pazzo. L’intreccio della commedia pirandelliana è il pretesto per ragionare sulla follia,
sul gioco ambiguo della finzione, sulla natura e la funzione dell’attore.

Altra prima nazionale il 19 novembre con Il cavaliere Sole di Franco Scaldati, il
drammaturgo e poeta palermitano che il Biondo ha deciso di valorizzare sin dallo scorso anno con una serie di iniziative, tra cui un primo studio sugli inediti che la regista Livia Gionfrida ha presentato in streaming e che debutteranno in forma di spettacolo la prossima primavera. Il cavaliere sole, un progetto di Enzo Venezia e Mario Incudine affidato alla regia di Cinzia Maccagnano, vedrà in scena Paride Benassai, Gino Carista, Salvo Piparo, Serena Barone, Egle Mazzamuto, Antonio Pandolfo e lo stesso Incudine, che ha scritto ed eseguirà le musiche dal vivo insieme a Salvatore Clemente, Lavinia Mancusi, Michele Piccione e Antonio Vasta. Nel Cavaliere Sole si ritrovano alcuni dei temi e delle figure più ricorrenti del
teatro scaldatiano: personaggi strampalati e sognatori, ingenui o smaliziati, che interagiscono tra di loro e con l’ambiente circostante come sospesi tra la veglia e il sonno.

Il 7 dicembre debutterà finalmente Fellini Dream di Emiliano Pellisari, che lo scorso anno, per il centenario della nascita del grande regista, non ha potuto andare in scena a causa della pandemia. A partire dal soggetto del film mai realizzato, Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet, l’autore e regista Emiliano Pellisari, gli attori Graziano Piazza, Viola Graziosi e Martina Consolo e i danzatori-acrobati della NoGravity Company ci condurranno in un affascinante viaggio nei sogni, nelle fantasie e nell’immaginario artistico di Federico Fellini, del suo cinema e della sua pittura.

A seguire, il 14 dicembre, Daniele Russo e un nutrito cast di attori diretti da Alessandro Gassmann interpreteranno Fronte del porto in una inedita riscrittura del celebre film. L’adattamento di Enrico Ianniello fonde le suggestioni del testo originale con quelle dei poliziotteschi napoletani degli anni ’80. Uno spettacolo che restituisce la forza della storia facendoci immedesimare nelle intense e rabbiose relazioni tra i personaggi che la popolano, raccontate con la cifra inconfondibile di Alessandro Gassmann.

Il 6 gennaio debutterà in prima nazionale La concessione del telefono di Andrea Camilleri in un nuovo allestimento diretto da Giuseppe Dipasquale e interpretato da Alessio Vassallo, che è stato protagonista della fortunata versione cinematografica. Una commedia degli equivoci dai risvolti surreali, ambientata sul finire dell’Ottocento a Vigàta, il paese immaginario in cui lo scrittore agrigentino ha ambientato tutti i suoi romanzi, fino alle avventure del commissario Montalbano. La semplice richiesta di attivazione di una linea telefonica innesca una catena di equivoci e imbrogli che diventa metafora di una condizione esistenziale.

Il 25 gennaio sarà la volta di un’affascinante trasposizione teatrale del celebre romanzo Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, diretta da Arturo Cirillo e da lui stesso interpretata insieme a Valentina Picello, Francesco Petruzzelli, Sabrina Scuccimarra, Rosario Giglio, Eleonora Pace, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta.

Il 1° febbraio arriverà a Palermo, dopo il debutto catanese, Baccanti di Euripide, che nella messa in scena di Laura Sicignano restituisce un affresco noir molto contrastato e di gusto contemporaneo. Nella stanza di un museo infestato da presenze malefiche, che forse è la traduzione spaziale della mente di Penteo, si manifestano apparizioni e scomparse di sogni e di inconfessabili desideri. Siamo in un circo demoniaco, dove regnano metamorfosi e travestimento. Baccanti è la celebrazione del mistero prepotente fino all’assurdo di Dioniso, della Zoé che non ha morale, la cui sacerdotessa è la potenza dell’imprevedibile forza eversiva femminile. Baccanti è una distruzione e una rinascita.

Dall’8 febbraio il palcoscenico del Biondo ospiterà Piazza degli Eroi di Thomas Bernhard nella messa in scena di Roberto Andò interpretata da Renato Carpentieri, Imma Villa, Betti Pedrazzi, Silvia Ajelli, Paolo Cresta, Francesca Cutolo, Stefano Jotti, Valeria Luchetti, Vincenzo Pasquariello, Enzo Salomone. Apparso nel 1988 e mai rappresentato prima in Italia, Piazza degli Eroi è l’ultimo testo teatrale di Bernhard, uno dei suoi indiscussi capolavori, che può considerarsi una summa dei temi di questo autentico genio della letteratura e del teatro.

Il 25 febbraio andrà in scena una novità assoluta, che il Teatro Biondo ha affidato al talento del giovane autore e regista Giuliano Scarpinato: Favola personale, tre atti per un mondo alla rovescia ispirati al cinema di Yorgos Lanthimos. Sovvertimento dello status quo, infrangimento dei tabù, superamento della soglia: sono alcune costanti nel cinema poetico e visionario del regista greco Lanthimos, al quale si ispira Scarpinato per il suo affresco in tre atti, un crocevia di generi diversi, dalla prosa alla danza, dalla performance alla stand up comedy, per una comedie humaine che rasenta l’assurdo, il freak show, per giungere a parlarci di cose familiari.

Manuela Mandracchia sarà la protagonista de La pazza di Chaillot, in scena dall’8 marzo nell’adattamento di Letizia Russo diretto da Franco Però. A Parigi vive una donna un pò stravagante, un pò fuori dal mondo, ma amata da tutte le persone umili del suo quartiere: quando intuisce che un gruppo di cinici industriali e finanzieri
hanno scoperto immensi giacimenti di petrolio nel sottosuolo e intendono distruggere la città per riuscire a sfruttarli, non può esimersi dall’intervenire. Convoca allora altre amiche – come lei al limite fra normalità e follia – e assieme ad un gruppo di personaggi poetici, borderline, ma ricchi di passione e verità, decide di sequestrare e giustiziare quegli uomini aridi e avventurieri.

A seguire, il 15 marzo andrà in scena La classe di Vincenzo Manna per la regia di Giuseppe Marini, con Claudio Casadio, Andrea Paolotti, Brenno Placido. Il progetto de La classe nasce dalla sinergia di soggetti operanti nei settori della ricerca (Tecnè), della formazione (Phidia), della psichiatria sociale (SIRP) e della produzione di spettacoli dal vivo. A monte dello spettacolo c’è una ricerca basata su circa 2.000 interviste a giovani tra i 16 e i 19 anni, sulla loro relazione con gli altri, intesi come diversi, altro da sé, e sul loro rapporto con il tempo, inteso come capacità di legare il presente con un passato anche remoto e con un futuro non prossimo.


Tornerà in scena il teatro di Emma Dante, dal 25 marzo, con Misericordia, una coproduzione del Biondo, del Piccolo di Milano e della Compagnia Sud Costa Occidentale interpretata da Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi, Simone Zambelli. Il testo racconta la storia di tre donne che si prostituiscono e di un ragazzo menomato che vive con loro in un monovano lercio e miserevole. Durante il
giorno le donne lavorano a maglia e confezionano sciallette; al tramonto, sulla soglia di casa, offrono ai passanti i loro corpi cadenti.

Dal 5 aprile sarà in scena una delle coppie più celebrate del teatro italiano, Paola Gassman e Ugo Pagliai, che interpreterà uno spettacolo innovativo e sorprendente, realizzato da Babilonia Teatri, una delle più radicali compagnie di teatro sperimentale. Al loro fianco, in scena, Enrico Castellani, Valeria Raimondi e il fantasista palermitano Francesco Scimemi.
Con lo sguardo profondo e irriverente che da sempre li caratterizza, i Babilonia
Teatri
 inquadrano il grande classico shakespeariano con un radicale ribaltamento di
prospettiva, che rende protagonista assoluta dello spettacolo la coppia di attori, inossidabile nel teatro come nella vita. Le scene in cui Romeo e Giulietta si incontrano e dialogano, isolate dal resto del testo, assurgono a icone di un amore totale e impossibile. Il fatto che a pronunciarle siano due attori che nella vita sono una coppia da più di cinquant’anni le rende ancora più commoventi e profonde. I continui riferimenti alla morte, alla fine, alla notte e alla tomba, con i quali Shakespeare punteggia l’intero testo, assumono qui una veridicità che sconvolge ed emoziona. L’età di Romeo e Giulietta cambia, ma il binomio Amore e Morte su cui si basa il capolavoro rimane invariato.

Il programma della Sala Grande si concluderà a maggio, dal 6 al 15, con una nuova produzione del Biondo: Viaggio al termine della notte di Céline nell’adattamento teatrale di Claudio Collovà, una novità assoluta che riporta l’attenzione su uno dei capisaldi della letteratura del Novecento. A novant’anni dalla sua pubblicazione, il Viaggio di Céline si impone come il romanzo che ha saputo meglio capire e rappresentare il XX secolo, illuminandone con provocatoria originalità espressiva gli aspetti fondamentali. Lo “scandalo” di Céline, che dura tuttora, è la profetica lucidità del suo delirio, uno sguardo che nulla perdona a sé e agli altri, che ha il coraggio di affrontare la notte dell’uomo così com’è. Tutti i temi principali del romanzo saranno portati in scena e le tappe del Viaggio percorse nell’ordine in cui vengono narrate dall’autore, nel rispetto cioè degli accadimenti, dei climi e
dei personaggi. I luoghi scenici e la loro grande varietà saranno inclusi in un unico ‘luogo’ non attraverso una riproduzione realistica o mimetica della realtà, ma tuttavia con concretezza oggettiva.

Parallelamente alla stagione in Sala Grande, si snoderà in Sala Strehler una stagione altrettanto ricca e multiforme. Dal 16 ottobre sarà in scena Una giornata particolare del danzatore Gregorio Samsa di Eugenio Barba, Lorenzo Gleijeses e Julia Varley. Nato dalla collaborazione tra il grande maestro di teatro Eugenio Barba e l’attore Lorenzo Gleijeses, Una giornata particolare è uno spettacolo in cui si intersecano tre diversi nuclei narrativi: alcuni elementi biografici di Franz Kafka, la vicenda del personaggio centrale de La metamorfosi, Gregorio Samsa, e quella di un immaginario danzatore omonimo. Samsa è convinto che, attraverso una ripetizione ossessiva delle sue partiture, sia possibile arrivare ad un altro livello
di precisione tecnica e di qualità interpretativa ma, di contro, il suo perfezionismo lo catapulta in un limbo in cui si erodono i confini tra reale e immaginario, lavoro e spazio intimo, tra teatro e vita quotidiana. Si scontrano, allora, le esigenze del mondo esterno e le sue profonde necessità personali.

Dal 3 novembre andrà in scena Il delirio del particolare di Vitaliano Trevisan con la regia di Giorgio Sangati, nel quale Maria Paiato interpreta la vedova dell’architetto Carlo Scarpa, che ha lascito un segno profondo anche a Palermo con il suo straordinario allestimento di Palazzo Abatellis. Un testo metafisico, dove il racconto del magistero di Scarpa diviene un meraviglioso pretesto per svolgere una malinconica, struggente riflessione sull’arte e sulla fine.

Nato in coproduzione con lo Stabile di Catania, il 17 novembre, arriverà al Biondo ’A
Cirimonia
di Rosario Palazzolo con Enzo Vetrano e Stefano Randisi, uno spettacolo che, con un gioco linguistico molto seducente e un meccanismo teatrale carico di tensione, ci fa scorgere una verità nascosta tra i frammenti di memoria dei due personaggi che agiscono sulla scena.

A seguire, dall’1 dicembre, Galatea Ranzi interpreterà In nome della madre di Erri De Luca, un testo pieno di grazia, che commuove e fa riflettere credenti e laici raccontando la gravidanza di Maria e la nascita di Gesù in chiave laica e contemporanea. Per questa interpretazione Galatea Ranzi è nella terna dei finalisti del Premio Le Maschere del Teatro.

Ancora una novità in prima nazionale il 19 gennaio: Closer di Patrick Marber diretto e interpretato da Fabrizio Falco con Davide Cirri. Nato nel 1997 dalla penna del drammaturgo inglese Marber, Closer si aggiudicò il London Critics’ Circle Award e il Laurence Olivier/BBC Award come migliore commedia originale. Andata in scena anche a Broadway, la pièce vinse poi il New York Critcs Award. Nel 2004 il regista Mike Nichols portò Closer sul grande schermo, ottenendo un successo di pubblico e critica. Protagonisti di questa commedia drammatica, che punta i riflettori sulle relazioni sociali, sono un dermatologo affermato abitato da perverse pulsioni erotiche, una fotografa di successo, divorziata e intellettuale, un giovane giornalista che sogna di scrivere un best seller, un’americana a Londra, sensuale e misteriosa, che lavora in uno strip club. Le loro vite e i loro comportamenti sono estremamente concreti così come lo sono le loro reazioni, dominate completamente dall’istinto in cui ciascuno di noi si può riconoscere. Un testo intenso, nel quale la visione alta e poetica dell’amore svanisce lasciando spazio all’impulso di possedere l’altro.

Il 2 febbraio sarà la volta di Furiosa Scandinavia di Arturo Rojano per la regia di Javier Sahuquillo, con Roberta Lanave, Elio D’Alessandro, Stefano Accomo e Marta Bevilacqua. Furiosa Scandinavia, Premio Lope de Vega nel 2016, è stato giudicato dalla critica spagnola tra i dieci migliori spettacoli dell’anno e ha ricevuto cinque candidature alla ventunesima edizione dei Premios MAX. Ispirato a La ricerca del tempo perduto, il testo si addentra nella geografia delle delusioni amorose, tra ossessioni proustiane e nevrosi da social network. Un viaggio senza scappatoie, una riflessione sulla maternità, le scelte e il dolore, ma anche sulla fallibilità dei nostri ricordi.

Il 3 marzo Mario Incudine vestirà i panni di Barbablù nell’omonimo spettacolo diretto da Moni Ovadia, una favola antica, un racconto marcatamente noir i cui contorni rosso sangue attraggono e ripugnano al contempo. Diverso da quello che la letteratura ci ha tramandato negli anni, questo Barbablù si apre e si confida, racconta di essere stato – e di continuare ad essere – nella sua essenza un uomo, un bambino ferito, un amante frustrato, un figlio non amato. Eterno insoddisfatto, cruento assassino, instancabile amante.

Paolo Valerio sarà il protagonista de Il muro trasparente, dal 9 al 13 marzo, scritto insieme a Monica Codena e Marco Ongaro. Max, questo il nome del protagonista, affronta la crisi della sua vita come ha sempre fatto: giocando a tennis. Lo fa gareggiando contro una parete di plexiglass, la quale si frappone tra il giocatore e il pubblico.

Dal 23 marzo al 3 aprile andrà in scena l’Inedito Scaldati a cura di Livia Gionfrida, con Melino Imparato e Rori Quattrocchi, un esperimento drammaturgico che recupera le diverse traduzioni che il grande poeta siciliano ha realizzato dall’opera di Shakespeare, cucite insieme in una nuova storia che si fa avanspettacolo e gioco scenico, in un continuo rimando tra attore e personaggio, tra poesia e canzone.

L’8 aprile Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi renderanno omaggio a Danilo Dolci con il loro Decameron Dolci, liberamente tratto dai Racconti siciliani e dagli scritti poetici Il limone lunare e Poema umano dello scrittore e attivista che ha dedicato la sua vita ai “poveri cristi” del Sud Italia.

Infine, dal 20 al 24 aprile, Roberta Caronia interpreterà la Giulietta di Fellini nell’omonimo spettacolo diretto da Valter Malosti. Giulietta è l’unica opera narrativa di una certa consistenza pubblicata da Federico Fellini, un racconto che il regista stesso suggerì la stampa, in lingua tedesca, per l’editore svizzero Diogenes nel 1989.
Si tratta della prima idea di quello che nel 1965 diventerà il film Giulietta degli spiriti, un «trattamento», ovvero la fase intermedia tra il soggetto e la sceneggiatura. Una sorta di film semilavorato, scritto curiosamente tutto in soggettiva come un flusso di coscienza della protagonista.

La nuova stagione del Teatro Biondo sarà preceduta dal progetto speciale The House of Us di Irina Brook, dal 21 al 25 settembre a Palazzo Sant’Elia. A partire da uno studio sull’isolamento giovanile, la regista Irina Brook ha guidato gli allievi della Scuola di Teatro del Biondo in una serie di laboratori, sia dal vivo che in remoto, il cui esito finale sarà mostrato al pubblico negli spazi raccolti di Palazzo Sant’Elia. The House of Us è una sorta di installazione performativa nella quale i giovani si confrontano con i testi di Shakespeare e Cechov (in particolare Romeo e Giulietta e Il gabbiano) per scandagliare la propria interiorità e interrogarsi sulla vocazione teatrale in relazione ai rapporti interpersonali. Insieme a loro, Irina Brook ha tracciato un diario intimo e poetico, che si sovrappone alla storia personale della regista, figlia della grande attrice Natasha Parry e del regista Peter Brook.

I giovani allievi della Scuola del Biondo saranno i protagonisti, tra aprile e maggio, anche dei due capitoli di Una stanza tutta per noi, che nascono dalle riflessioni e le testimonianze sul difficile momento che gli studenti di Palermo hanno vissuto a causa della pandemia. Gli allievi saranno guidati dalla drammaturga Beatrice Monroy e dal regista Giuseppe Cutino nel primo capitolo, mentre il secondo sarà curato da Rosario Palazzolo.

Dal 14 al 23 dicembre è previsto lo spettacolo per bambini La folle corsa del piccolo Achab di Chicca Cosentino e Roberto Speziale. La voce narrante di Chicca Cosentino si intreccerà e dialogherà con la musica di Gianni Gebbia e con le scene animate da Petra Trombini. Il pubblico si troverà immerso in un ambiente irreale ed evocativo, fatto di luci e di ombre, di vascelli, di mare, onde e balene, nel quale i personaggi e il filo della storia prederanno vita, lanciandosi in un inseguimento continuo, tra strappi, silenzi, illuminazioni e nuove fughe.

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