Si è tenuto ieri pomeriggio, al Conservatorio “A.Scarlatti” di Palermo, l’incontro intitolato “il dialogo nell’era digitale“, primo di otto appuntamenti che fanno parte del programma del “Festival delle Filosofie“. Il dibattito è stato focalizzato su uno scenario aperto e in continua evoluzione, quello della “società globale“, che, seppur perennemente connesso e capace di mettere in relazione persone che si trovano in punti del mondo anche molto distanti tra loro, produce nuove forme di isolamento e contrasto tra gli individui.
Un effetto contraddittorio che deve indurre a riflettere e indagare sulla causa di tali fenomeni nonché stimolare il sentimento di una rinnovata appartenenza al mondo attraverso la conoscenza non solo dei processi filosofici e sociologici, ma soprattutto, dei principi di identità, solidarietà, accoglienza, tolleranza, comprensione e accettazione delle differenze, e del principio di “cittadinanza digitale“, cioè, la capacità di un individuo di partecipare alla società online, diventando portatore di diritti e doveri.
Durante il dibattito, che ha visto lo svilupparsi di questi e altri temi, sono intervenuti Davide Sisto, ricercatore di filosofia teoretica Università di Torino, Piero Dominici, direttore scientifico del Complexity Education Project dell’Università di Perugia , Andrea Le Moli, professore associato di storia della filosofia Università di Palermo e Francesca Piazza, professore ordinario di filosofia del linguaggio Università di Palermo.
Tra i temi oggetto del confronto, ha suscitato particolare curiosità ed interesse il tema del rapporto tra la morte, l’immortalità e la memoria nei social media, affrontato dal professor Davide Sisto, autore del libro “La morte si fa social“.
Un argomento assai spigoloso che indaga il fenomeno della permanenza di profili social, come ad esempio quelli di Facebook, anche dopo la morte “reale e fisica” del proprietario del profilo, gestiti dai congiunti o dagli amici dei defunti, che intendono mantenerne viva la memoria attraverso i social network. È emerso, infatti, che all’interno di Facebook, sono presenti circa 50 milioni di profili di persone decedute che, nei fatti, lo rendono il più grande cimitero virtuale del mondo al quale chiunque può accedere.
Fenomeno che crea circostanze particolari, una differente elaborazione del lutto, visto in una prospettiva diversa, e crea una sorta di “trasposizione dell’aldilà” all’interno del social media: un ampliamento della dimensione del ricordo che apre a nuovi scenari scientifici, con le loro opportunità ma anche con le loro criticità.
Il dibattito è stato anticipato dall’esecuzione di due brani della tradizione classica al pianoforte da parte del Maestro Sara Bussi.
Il secondo incontro dal titolo ‘Verità e postverità’ che ha trattato, tra gli altri, il tema delle “fake news” è svolto questa mattina, sempre al Conservatorio, e ha concluso il primo weekend del Festival. Per conoscere il programma dei prossimi incontri, è possibile collegarsi al sito www.efilosofie.it